Inter Nos 16

Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 7 aprile 2013

UNA RINCORSA DISPERATA – Diciamola tutta. La ricorsa al terzo posto dell’Inter, ora come ora, resta un’impresa disperata. La vittoria a Genova sulla Sampdoria, al di là del 2-0, non è ancora il segnale di una squadra che ha ritrovato gioco e personalità. Il successo a Marassi, nel recupero della 29.a giornata, è stato il frutto di due grandi giocate di Rodrigo Palacio, soprattutto in occasione del raddoppio, perché per il resto l’Inter ha evidenziato ancora limiti nell’approccio e nella gestione dei suoi incontri, anche in quelli sulla carta meno impegnativi. In soldoni, se non la mette dentro El Trenza, diventa dura. Però a Genova è accaduto anche un piccolo miracolo, ossia l’inviolabilità della porta di Samir Handanovic, cosa che non capitava dal 26 settembre scorso con il Chievo a Verona. Ora le speranze dell’Inter di raddrizzare un campionato quasi irrimediabilmente compromesso più per demeriti propri che per meriti altrui sono tutte racchiuse nel prossimo spicchio di calendario. Il mese di aprile presenta quattro gare in successione sulla carta favorevoli: Atalalanta a San Siro, trasferta a Cagliari, Parma a San Siro e trasferta a Palermo, prima di vedersela col Napoli al San Paolo ai primi di maggio. Nel mirino c’è il Milan, distante sette punti e saldamente al terzo posto, anche se i rossoneri nel mese di aprile hanno davanti quattro gare assai più complicate: dovranno andare a Firenze e a Torino con la Juventus e ospitare a San Siro Napoli e Catania. Solo dopo questo mese vedremo se l’Inter avrà ridotto sensibilmente lo svantaggio: sette punti di distacco a otto giornate dalla fine al momento sono un’enormità, a meno che i rossoneri non perdano davvero il passo e l’Inter ritrovi quello del girone d’andata.

PALACIO E’ UN GRATTACIELO! – Rodrigo Sebastián Palacio è stato il primo acquisto dell’Inter di Stramaccioni l’estate scorsa ed è arrivato talmente presto da passare quasi inosservato. Anzi, tra i tifosi dell’Inter, storicamente i più volubili del globo terracqueo, c’erano pure quelli che avevano subito storto il naso. “Ma come si fa a ripartire da un attaccante del Genoa?” – bofonchiavano accaldati dalle loro poltrone, dimenticando che un altro ex-attaccante del Genoa, Diego Alberto Milito, solo due anni prima li aveva portati in cima al mondo. Ma si sa che il calcio è il regno incontrastato delle chiacchiere a vanvera e Rodrigo Palacio, 30 anni in quel momento, oggi 31, ha risposto alle idiozie sul suo conto con 22 gol stagionali, 12 in campionato e 10 tra Europa League e Coppa Italia, suo record personale. E non è ancora finita.
Palacio come Milito non aveva mai giocato in una grande squadra, ma fatti due conti è stato lui, insieme al portiere Samir Handanovic, il miglior colpo di mercato dell’ultima Inter. Non ha solo fatto tirare il fiato al Principe, ma ora lo sta anche sostituendo senza farlo rimpiangere. L’ultima doppietta alla Sampdoria, che teoricamente ha rilanciato l’Inter nella corsa al terzo posto, lo ha definitivamente consacrato come uno dei migliori attaccanti d’Italia e probabilmente d’Europa. Il cartellino di Palacio sarebbe costato poco più di 10 milioni, ma in realtà dal prezzo è poi stata sottratta la cifra relativa all’operazione sul centrocampista Juraj Kucka che, pur non avendo mai giocato nell’Inter, ha contribuito con passaggi di comproprietà reciproci a contenere in poco più di 6 milioni la cifra finale che l’Inter ha versato nelle casse del Presidente del Genoa Enrico Preziosi: insomma, un affarone!
Erroneamente si crede che il primo a volere Palacio all’Inter sia stato Gasperini nell’estate 2011, ma in realtà non è così. Un serio tentativo per portarlo in nerazzurro fu fatto anche sei mesi prima, nel gennaio 2011, da Leonardo, ma Preziosi allora aveva valutato il cartellino dell’argentino su cifre impossibili, tra i 15 e i 20 milioni di euro. Capitan Zanetti ci scherza su: “Il suo segreto è la treccia”. In realtà Palacio è un grande professionista: parla poco, si allena sempre al massimo, segna a raffica e sgobba anche per gli altri. Fossero tutti come lui…

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