Inter Nos 11

Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 27 gennaio 2013

IL PUNTO – Dopo la doppia trasferta a Roma in campionato e in Coppa Italia con la semifinale di andata persa di misura, l’Inter torna a San Siro col Torino. Domenica scorsa all’Olimpico coi giallorossi l’Inter ha almeno sfatato il tabù in trasferta che la vedeva sempre sconfitta da 4 partite, 5 considerando anche la gara di Europa League a Kazan. Come non bastasse, firmando l’1-1 all’Olimpico, Palacio è tornato al gol in trasferta, dove non si segnava addirittura dal 24 novembre scorso, quando proprio El Trenza aveva timbrato con l’Atalanta. La classifica nel frattempo è peggiorata e l’Inter ora è al quarto posto, quindi fuori dalla zona Champions League, a 9 punti dalla Juve capolista e a 4 punti dal duo che Lazio-Napoli. Ora però il calendario sembra sorridere ai nerazzurri, almeno sulla carta: dopo il posticipo con il Torino si va a Siena e poi si riceve il Chevo a San Siro, prima del ritorno dell’Europa League, dove l’Inter dovrà vedersela coi romeni del Cluj. Ma in campionato le prossime tre partite l’Inter non le può proprio sbagliare. Intanto se n’è andato Sneijder e nel giro di una settimana sapremo su quali basi verrà rinforzata la rosa. Però bisogna al più presto recuperare gli infortunati, a cominciare da Samuel, Milito e Cassano, tre titolari irrinunciabili. Poi bisogna gestire al meglio l’esponenziale crescita di Guarin, ormai un punto fermo. Giusto pensare al mercato, ma c’è un campionato che bisogna tornare ad interpretare col piglio giusto, come si è fatto nella parte centrale del girone di andata. Quando l’Inter ha potuto contare con continuità sui suoi undici-tredici titolari, era arrivata a sfiorare la Juventus capolista. Ora bisogna ripartire in fretta, perché la zona Champions resta l’obiettivo minimo per poter tornare a muoversi sul mercato con risorse finanziarie decenti.

IL MERCATO – Per settimane Sneijder per l’Inter è stato come un tappo che non salta mentre si agita una bottiglia, certo non di champagne, pensando al mercato nerazzurro, ma al limite di spumantino. Già perché qui non ci si sposta dalle linee già tracciate da tempo, che prevedono un esterno destro, individuato in Schelotto, oltre all’esperto Rocchi già arrivato a puntellare l’attacco e al limite un portiere di riserva più esperto di Belec, in attesa che torni Castellazzi. In realtà il nome grosso si conosce da un pezzo ed è quello di Paulinho con accordo sui 15 milioni di euro, ma se il Corinthians si dovesse mettere a giocare a rimpiattino, con un rilancio via l’altro, Moratti non ha né l’intenzione, né la forza economica di partecipare alla corsa al rialzo.
Tempo qualche giorno e sapremo. L’Inter può contare anche sulla volontà del giocatore di vestire il nerazzurro. Ma se le carte in tavola per il costo del cartellino dovessero cambiare ancora, visto che si era partiti da 12 milioni di euro, si dovrà comunque cedere uno tra Alvarez e Coutinho. Il primo però lo vogliono solo in prestito, con l’ex interista Diego Pablo Simeone che vorrebbe portarlo all’Atletico Madrid, mentre al secondo sono interessati Liverpool e Southampton con proposte tra gli 8 e i 12 milioni di euro. Ma l’Inter Coutinho lo cederebbe a malincuore. Al momento però la tormentata cessione Sneijder potrebbe non bastare per arrivare a Paulinho, anche perché, per acquisire l’intero cartellino del ‘tuttocampista’ brasiliano, bisogna pagare non solo il Corinthians, ma anche il gruppo alimentare brasiliano Pao de Açucar. Una delle complicazioni delle trattative sui calciatori sudamericani è che molto spesso i loro cartellini sono divisi tra più proprietari: pensate che nel 1995, per prendere Javier Zanetti dal Banfield, l’allora dirigente nerazzurro Paolo Taveggia fu costretto a parlare con sette titolari diversi!
Quanto a Schelotto, nelle due ultime partite con la Roma, in campionato e in Coppa Italia, Stramaccioni ha lanciato per due volte di fila un disperato grido d’allarme piazzando a destra il mancino Obi, con risultati modesti. Al tecnico nerazzurro serve un esterno destro proprio come Schelotto, il quale ha in testa l’Inter fin dall’estate scorsa e non a caso le sue prestazioni all’Atalanta stanno risentendo da tempo di una situazione che lo stesso allenatore Colantuono ha dichiarato di voler risolvere al più presto. Ma a Bergamo tengono duro e valutano la comproprietà di Marko Livaja, che verrebbe coinvolto nell’operazione, troppo bassa perché l’Inter piazzi l’affondo decisivo. Così la situazione resta in stallo e non è escluso che debba intervenire Moratti in persona per sbloccarla, come è appena successo per far arrivare Rocchi a far partire Sneijder.

LARGO AI GIOVANI – Con la crisi che ha attanagliato anche il mondo del pallone, anche l’Inter, come le altre grandi, non ha che una soluzione: puntare sui giovani. Alcuni stanno crescendo a vista d’occhio, anche se non sembrano ancora pronti per essere titolati. Prendete Marco Benassi, classe 1994. L’Inter ci crede tantissimo e non a caso ha appena riscattato la metà che le mancava dal Modena. Il giovane play-maker ha già collezionato 5 presenze tra Europa League, Coppa Italia e campionato, dove ha esordito a San Siro col Pescara, con prestazioni decisamente incoraggianti. Mercoledì sera però è tornato in campo all’Olimpico con la Roma e ha sofferto, mostrando di avere ancora qualche limite. Ovvio che si debba insistere, ma con giudizio, senza correre il rischio di bruciarlo.
Poi c’è l’attaccante croato Marco Livaja, classe 1993, che con la Roma in campionato ha impressionato per la personalità e la capacità tattica di creare spazi per Palacio. Inoltre il gesto tecnico più bello di quella serata è stato il suo: una mezza rovesciata di sinistro finita sul palo.
Un palo Livaja lo aveva colpito anche a San Siro in campionato contro il Genoa nell’ultima del 2012, ma era stato molto diverso da quello poi centrato a Roma. Lì il giovane croato aveva fallito il match-ball da mezzo metro, praticamente una palla più facile da mettere di porta che sul palo.
In Europa League Livaja è già un veterano con 4 gol all’attivo: e sarebbero 5 se l’arbitro Aleckovic col Neftçi a San Siro non avesse erroneamente giudicato ancora in gioco un pallone spinto dal ragazzo oltre la linea di porta.
Livaja è fortemente richiesto dall’Atalanta per liberare Schelotto e non a caso l’Inter si è già cautelata prelevando l’esperto Tommaso Rocchi per completare il pacchetto offensivo.
Tra gli altri giovani più o meno già visti ci sono il difensore senegalese Ibrahima Mbaye, classe 1994, che ha già esordito in Europa League, e il centrocampista ghanese Joseph Alfred Duncan, classe 1993, già impiegato in campionato e in Coppa Italia.
Il prossimo in rampa di lancio è un brasiliano di San Paolo: l’attaccante Daniel Bessa, classe 1993, in attesa dell’esordio. Tutti sono già da tempo nel giro della prima squadra, anche se qualcuno di loro potrebbe essere prestato ad altri club in questi ultimi giorni di mercato per fare esperienza e giocare con continuità. La speranza è che comunque per qualcuno di questi giovani ci sia davvero un futuro all’Inter.
Una cosa è certa: Stramaccioni, come loro, viene dalla Primavera e nessuno meglio di lui è in grado di scegliere il momento giusto per lanciarli definitivamente nel grande calcio.



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