Argentina: Un grande, piccolo derby

di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com

Racing-River è il derby più vecchio d’Argentina fra quelli giocati dalle cosiddette Grandi, essendo le altre tre Boca, San Lorenzo e Independiente. Il primo, infatti, fu giocato già nel 1908.
Non è comunque quello della longevità l’unico record riconducibile a questa sfida quanto mai tradizionale e affascinante. Precedentemente a quello di domenica, infatti, fra le tante statistiche che prendono in considerazione incontri giocati a diverso titolo quelle ufficiali indicano che in epoca professionistica, quindi dal 1931 a oggi, lo si era giocato già 167 volte col River che vantava un saldo positivo senza pari sempre nell’ambito degli scontri diretti fra le cinque Grandi: 49 vittorie in più.
A dispetto della nobiltà del confronto, a quest’ultimo si arrivava con entrambi i club impelagati in un’improvvisa quanto sorprendente crisi dopo essere risultati addirittura il terzo e il quarto con più punti fatti nella stagione 2012-13.
Il Racing è stato protagonista del peggior inizio di campionato, fra quelli semestrali, della sua storia: appena 2 punti raccolti dei primi 33 disponibili. Nonostante il recente miglioramento, aveva pur sempre 9 punti in 16 partite e di conseguenza figurava ancora ultimo in classifica (penultimo solo in considerazione della penalizzazione del Colón). La nota positiva consisteva nel fatto che almeno non stava più sprofondando anche nella graduatoria del Descenso; da questa, infatti, ogni anno a giungo dipendono le retrocessioni e benché con esagerazione fino a un mese fa si parlava di una sua possibile perdita della categoria. Il River, da parte sua, veniva da una striscia di 7 partite senza vittorie e appena 2 gol fatti, col risultato di essere gradualmente ma inesorabilmente sceso nella classifica dell’Inicial; per di più era fresco di eliminazione dalla Copa Sudamericana per mano del Lanús, dovendo quindi dipendere da risultati altrui per la qualificazione alla prossima Libertadores – nello specifico, la vittoria del campionato da parte esclusivamente di Newell’s o Arsenal. Le due, poi, erano le squadre che meno avevano segnato: 10 reti il River (suo minimo storico) e addirittura 8 il Racing (con una sola in casa, oltretutto su autogol).
Per entrambi i club, poi, l’incerto andamento calcistico era andato di pari passo con quello politico.

Al Racing avevano rinunciato l’ex presidente, Cogorno, e con lui il suo (supposto) oppositore Molina, e dalla bufera erano stati travolti anche il direttore sportivo Ayala e due allenatori vale a dire Zubeldía e poi Ischia, entrambi allontanati. In questo campionato le loro due gestioni, più quelle interinali di Radaelli e Ignacio González, avevano fruttato i ricordati 2 punti su 33 – e curiosamente ognuno di essi si era trovato ad affrontare una volta, senza che nessuno sia mai riuscito a batterlo, il Lanús – che quindi prima di esserlo del River era risultato essere il mattatore in Sudamericana dei biancocelesti. Dal ritorno di Merlo, allenatore del titolo del 2001 oggi benedetto dal nuovo presidente, Blanco, le cose erano però migliorate tanto che in 5 partite si erano fatti 7 punti e 5 gol (rispettivamente 5 e 2 più di quanti sommati nei precedenti minicicli del semestre che avevano coperto 11 turni). Mancava solo la prima vittoria interna, che in tanti davano per impossibile, appellandosi alla superstizione, come conseguenza dei festeggiamenti esagerati che si erano tenuti nel Cilindro al che l’Independiente era retrocesso.
Il River, secondo classificato nello scorso campionato, aveva aperto il semestre con un’imbarazzante gestione di mercato che si era risolta con l’impossibilità per i presunti due maggiori rinforzi, Fabbro e Teo Gutierrez, di giocare il primo terzo del torneo. Risultato: un inizio stentato sul campo e una situazione che col passare delle settimane si era fatta via via più tesa anche sul piano dirigenziale e tecnico al punto che Passarella non si ripresenterà alle elezioni di dicembre e Ramon Díaz non è più considerato intoccabile.
A tre giornate dal termine, quindi, benché abbia certamente fatto più effetto la serie di 12 partite senza vittorie del Racing, anche il River era messo male (sedicesimo, ossia quint’ultimo, con un ritardo di 13 punti dalla vetta accumulato in appena sedici turni) e anzi si trovava in una parabola discendente mentre i cugini invece si stavano pian piano risollevando. Fra i due, poi, appena 8 punti che in caso di vittoria dei padroni di casa avrebbe potuto ridursi a soli 5 con la possibilità di agganciare i rivali nella retta finale.
Nel Cilindro di Avellaneda, quindi, in una cornice di pubblico esaltante da un lato ma triste dall’altro per il sussistere del divieto alle trasferte, domenica sera ha vinto il Racing per 1-0 con gol di Bruno Zuculini, fratello minore del Franco ex Genoa. La partita ha evidenziato i limiti innegabili di entrambe le squadre e soprattutto il loro attuale stato mentale: disordine ma quanto meno determinazione per il Racing, totale spaesamento per il River. Con questo risultato, comunque, l’Academia se non altro può vantare un successo negli scontri diretti stagionali con le altre Grandi che giocano in Prima Divisione mentre il Riiver chiude la stagione avendoli persi tutti.

A due giornate dal termine, perciò, rispetto al confronto fra le due – ma non solo – tutto depone a favore dell’Academia. Negli scontri diretti la pur esagerata differenza nel computo delle vittorie è scesa (per di più degli ultimi 3 incontri 2 sono tinti di biancoceleste) e il Racing è ora a 5 punti dalle due terz’ultime, di cui una è proprio il River. Il Racing è la squadra che più vittorie (3) ha ottenuto nelle ultime cinque giornate, secondo solo al Lanús (4); per contro, il River è quella che da più turni non vince (8, a cui si possono aggiungere le due partite senza successo di Sudamericana). Nel Descenso, per finire, sempre il Racing si consolida a metà classifica davanti a 10 altre squadre mentre il River ora ne supera appena due in più.
Siamo ormai agli sgoccioli di un campionato che sia Racing che River non hanno praticamente mai potuto ambire a vincere nonostante sulla carta venissero dati tra i favoriti. Questa prima parte di stagione li ha visti divincolarsi disperatamente nel tentativo di sottrarsi a una condizione che certamente, guardando alla storia, non gli appartiene. Perché non ci si riduca ad appellarsi al peso e alla gloria dei loro colori, cioé affinché il loro prestigio continui a essere un dato di fatto e non solo un elemento di tradizione, è però necessario che riprendano a vincere. Quando questo avverrà, allora sì che il loro clásico tornerà a essere grande in assoluto.

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