Vieri Spy-story: istruzioni per l’uso

Qualche mail davvero molto cordiale mi ha convinto e trascinato ancora una volta, spero l’ultima, nei gorghi di Calciopoli e dintorni. Roba che non non è calcio e che su questo sito ho volutamente affrontato di rado e basandomi solo sulle sentenze, mai sulle parole in libertà di una fazione o dell’altra. Finalmente c’è una sentenza di primo grado che condanna l’Inter e Telecom e io, da persona civile, che da cittadino accetto e rispetto. E, per dirla tutta, ho trovato anche convincenti le motivazioni del giudice di primo grado. Ora vedremo cosa succederà in appello. A chi piacerebbe subire violazioni della propria privacy? Ci mancherebbe altro! Quindi, rispettando questa come tutte le altre sentenze, prendo ancora una volta le distanze dai  neo-primitivi che circolano nel nostro paesello, quelli che si sono creati un diritto parallelo per cui c’è giustizia solo se ti assolvono e mai quando ti condannano.
Di seguito ecco come rispondo alla domanda su quali effetti questa sentenza possa dispiegare in ambito sportivo. E se ci ho messo un po’ di ironia, è solo perché alla fine ho scelto di fare il giornalista e non l’avvocato.
Di certo, ci si sta provando, almeno mediaticamente, ad usare la vicenda Vieri per rimettere in discussione le sentenze, anche definitive, di ogni tribunale sportivo e non sportivo su Calciopoli, in attesa del prossimo tentativo, magari per una violazione del codice della strada da parte di un massaggiatore interista in pensione.  Su Vieri Inter e Telecom sono state condannate in primo grado al pagamento in solido di un milione di euro, ma la questione, violazione della privacy, riguarda il cittadino Vieri, non il calciatore Vieri. Il suo legale, l’avvocato Danilo Buongiorno, ha parlato di interruzione della prescrizione in ambito sportivo: peccato però che siano universi neppure paralleli e che Vieri non abbia alcun reale interesse e neppure alcun titolo, oltre ad un suo personale desiderio di vendetta, a far revocare uno scudetto assegnato quando lui, non solo non giocava nella Juventus, ma manco più nell’Inter. Poi, anche volendo seguirlo su questa strada senza uscita, fino al 2004 l’Inter non ha proprio alcun titolo sportivo da rimettere in palio. E poi, come potrebbe spiegare qualunque studente alle prime armi a chi vive il diritto come fosse un colpo del tennis, non è che ogni illecito commesso o omesso sia sportivo! Qui non basta la parola, come per il lassativo Falqui: esistono illeciti civili, penali, amministrativi, internazionali e sportivi, ma quello su Vieri, in tema di privacy, al momento non ha proprio nulla di sportivo. In realtà le anime dannate, gli spiriti del castello, definizioni non mie ma perfettamente calzanti per coloro che non si danno pace dopo le condanne di Calciopoli, usano mediaticamente Vieri sperando nell’identica evoluzione della vicenda De Sanctis, matassa simile ma ancora tutta da sbrogliare. Per la verità non è dato di sapere se l’avvocato Gallinelli, che si occupa dell’ex arbitro romano in questo processo, abbia a sua volta e a suo tempo inoltrato richiesta di sospensiva della prescrizione in ambito sportivo, come il collega Buongiorno, e a quale titolo. Intanto i primi esperti di diritto sportivo si stanno già pronunciando sui fatti che risalgono addirittura tra il 2000 e il 2004 spiegando la sostanziale diversità di tali illeciti da quello sportivo configurato dall’art.6 del caro vecchio Codice di Giustizia Sportiva. Insomma, rebus sic stantibus, manco Perry Mason riuscirebbe non dico a provare, ma solo a spiegare come controllando Vieri, un suo giocatore, o Massimo De Sanctis, arbitro condannato in primo grado a 1 anno e 11 mesi per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e a 4 anni dalla Corte Federale nel giudizio d’appello sportivo, l’Inter potesse assicurarsi un vantaggio in classifica mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale.
Per la serie, ancora una volta: ritenta sarai più fortunato!
Aspetto illuminati pareri in merito, soprattutto di segno contrario, preferibilmente da avvocati o da esperti della materia e solo quelli pubblicherò. Non le opinioni dei tifosi, come ho sempre fatto su vicende giudiziarie e non sportive: per l’extracalcio sono a disposizione migliaia di forum dove tifosi e pasdaran di ogni colore possono insultarsi a vicenda, magari pure sgozzarsi.
Al di là degli show televisivi che tra l’altro con il tema Calciopoli ci assicurano da anni botte di ascolti a raffica, ritengo che sul mio sito, che non ha alcun obbligo di audience, certe vicende debbano essere trattate con competenza e quindi solo da professionisti del settore.
Quando si parla dell’utopica costruzione del ponte di Messina, io mica metto becco, ma ascolto gli ingegneri.

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