Argentina: Boca, la finale è di rigore

di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com/

Saranno Boca Juniors e Racing a disputarsi la finale della Copa Argentina. E’ infatti sfumata la possibilità di un Superclasico che oltrettutto, col River che sta giocando in seconda divisione, sarebbe  stata l’ultima occasione per evitare di rivivere dopo più di novant’anni una delle rarissime stagioni senza derby ufficiali – eccezion fatta per quelli di precampionato – dal lontano 1913. Resta comunque da godersi una sfida molto affascinante, che è anche il ‘clasico’ più favorevole agli ‘xeneizes’ in considerazione del fatto che il Boca, nel computo delle sfide tra le cosiddette cinque ‘grandi’ d’Argentina che sono tutte della capitale e dintorni, contro il Racing ha giocato in assoluto meno partite vincendone però di più.
In attesa dell’atto conclusivo della competizione, a fare notizia è proprio il modo in cui il Boca si è guadagnato il diritto a parteciparvi. Fa specie infatti che su cinque turni passati ben quattro siano stati decisi dai calci di rigore, questo al di là della quasi inevitabile contrapposizione al destino ‘millonario’ che è opposto tanto nella sostanza quanto nella forma dato che fatale ai rivali di sempre è stata proprio la definizione dagli undici metri. E’ questa, per di più, un marchio di fabbrica ‘xeneize’ che va ben oltre l’andamento del torneo considerato: nella sua storia, difatti, il Boca l’ha affrontata ben 24 volte uscendone vincitrice 17 ossia in più dei due terzi dei casi.
La prima fu nel 1977 quando, sul neutro di Montevideo, vinse ai rigori lo spareggio della finale di Copa Libertadores contro il Cruzeiro. Altra serie felice rimasta nella storia quella di semifinale sempre di Libertadores ma questa volta addirittura contro il River, nel 2004 al Monumental, protagonisti alcuni futuri protagonisti del campionato italiano come Nicolas Burdisso e Pablo Ledesma – oltre a Maxi Lopez che, con la maglia invece dei ‘millonarios’, sbagliò il rigore decisivo. Di lì a poco, va detto, il Boca avrebbe poi inaspettatamente perso e sempre dal dischetto la finale contro l’Once Caldas, ma fu quello un risultato in controtendenza rispetto a quanto raccolto nei precedenti, gloriosi anni contraddistinti dalla proprietà/presidenza Macri e dalla conduzione tecnica di Carlos Bianchi: fra i tanti allori, e in particolare fra quelli conquistati ai rigori, le Libertadores 2000 e 2001 e l’Intercontinentale del 2003, contro il Milan.

Tornando all’attualità, in Copa Argentina ha passato il turno nei tempi regolamentari solo contro il Central Cordoba, ai 16esimi. Per il resto, sempre 1-1 e poi trionfo dal dischetto contro Deportivo Santamarina (che gioca in terza divisione), Olimpo, Rosario Central e come detto Deportivo Merlo (questi ultimi due club della serie cadetta) rispettivamente ai 32esimi, agli ottavi, ai quarti e in semifinale.
A contraddistinguere la campagna di Coppa ‘xeneize’, come da indicazioni del suo tecnico Falcioni, il consistente schieramento di titolari. Questa politica probabilmente pagherà ma va ricordato che contrasta con quella di molti altri contendenti di lignaggio – primo fra tutti il River che, dichiaratamente concentrato sull’immediata promozione in Primera Division, ha sempre mandato in campo molte seconde linee nel tentativo di risparmiare energie per il campionato.
Tenendo in considerazione quel che si sono prefissi i diversi club si può certamente condividere tanto quest’ultima scelta quanto quella opposta del Boca, il cui obiettivo dichiarato è invece quello della conquista della cosiddetta Triple Corona ossia la vittoria di campionato, Libertadores e coppa nazionale nello stesso semestre – l’equivalente sudamericano del Treble inglese o del Triplete spagnolo ovvero, per assimilazione, italiano. Ci riuscisse, Falcioni e l’ennesimo Boca che in campo è riconducibile innanzitutto a Riquelme – una volta ritiratosi il rivale di spogliatoio Palermo e appianate le divergenze proprio con l’allenatore – entrerebbero nella storia: eguaglierebbero infatti il primato dell’Independiente che al momento è il club con più Libertadores e otterrebbero l’ennesimo record dopo quello della conquista dello scorso campionato senza aver mai perso. Per la gioia anche del nuovo presidente, Angelici, che ambisce ad aprire un altro ciclo sul modello di quello citato di Macri.

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