Uruguay, lo ‘scudetto’ del Chino

di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com/

Il Nacional di Montevideo ha vinto il torneo Apertura per la decima volta. Domenica, battendo il Liverpool per 1-0, ha vanificato il colpo di coda degli eterni rivali del Peñarol e tenuto a sufficiente distanza, la minima, il Danubio. Con questa affermazione il Bolso si avvicina alla possibile conquista del suo 44° titolo nazionale (33° dell’era professionistica), che a seconda di come terminerà il Clausura – torneo stagionale che come l’Apertura si disputa con formule diverse e qualche eccezione solo dal 1994 – potrebbe far suo direttamente o provare ad aggiudicarsi al termine di una serie di finali.

La classifica dell’Apertura, a giochi fatti, vede Nacional primo con 32 punti, Danubio secondo con 31 e Peñarol terzo con 30. E non può non saltare agli occhi l’ennesima, esaltante rimonta realizzata dai ‘blancos’ ora guidati dell’argentino Marcelo Gallardo. Ad agevolarne la prepotente risalita è stata sicuramente l’inattesa, improvvisa quanto inopinata miniserie di tre ko consecutivi del Peñarol, che fino a un mese fa era tra le poche squadre al mondo a essere ancora imbattute in campionato. Ciò non toglie però che dopo un inizio stentatissimo che in ragione di numerosi pareggi e una sconfitta lo vedeva ottavo dopo sette giornate, a 10 punti dall’allora capolista che erano proprio i citati ‘aurinegros’, il Nacional abbia inanellato una fantastica serie di 7 successi e nel complesso 8 risultati utili consecutivi, con nessuna sconfitta. La vittoria in rimonta e sul filo di lana nel ’clasico’ della terz’ultima giornata proprio con il Peñarol, poi, è stato il decisivo punto si svolta di una stagione che passerà alla storia – benché ripercorrendo quanto fatto nel passato recente non rappresenti un inedito.

Di grandi rimonte il Nacional è stato protagonista altre volte negli ultimi anni. Notevole fu soprattutto il finale in crescendo nell’Apertura 2007, con un passo secondo solo a quello dei futuri campioni del Defensor Sporting: pur avendo raccolto 14 punti nelle ultime 6 partite non finì col vincere ma mise comunque le basi per il trionfo nazionale della stagione seguente. Nel 2008-09, infatti, trionfò negli spareggi annuali proprio sul Defensor Sporting e contemporaneamente, in campo internazionale, raggiunse le semifinali di Libertadores.

A fare la differenza, questa volta, è forse stata la fiducia rinnovata all’allenatore. Evidentemente ha pagato il tempo concesso al Muñeco, che al Club era intenzionato a vincere anche dalla panchina dopo averlo fatto sul campo la scorsa stagione. E in anni come questi, con la pressione di sponsor e dirigenti sempre più attaccati all’affermazione immediata e ai proventi che ne derivano, è una notizia. Positiva, chiaramente, con la ciliegina della chiusura del bilancio col dimezzamento del rosso rispetto all’annus horribilis 1997 e la crescita esponenziale degli introiti derivanti da pubblicità, cessioni e finanziamenti vari: come dire che vincere in un ambiente sano è possibile.

Fra i protagonisti del titolo c’è Alvaro Recoba. Fatalmente, alsuo nome più di qualsiasi altro resterà legata questa impresa: proprio il Chino, infatti, ha realizzato ad appena undici minuti dalla fine dell’ultimo incontro il gol che è valso vittoria e campionato. Questo dopo che, stavolta allo scadere, aveva trasformato anche il rigore con cui il Bolso si era portato a casa il ‘superclasico’ operando conseguentemente il decisivo sorpasso in classifica proprio sugli arcirivali – con cui fra l’altro giocano altre vecchie conoscenze del calcio italiano quali Marcelo Zalayeta e Fabian Carini.

Con Recoba, sugli scudi anche i compagni di reparto Piriz e Cabrera, il portiere Muñoz e i difensori Rolin e Jadson Viera, uno dei tre brasiliani e nel complesso sei stranieri della rosa – fra cui anche l’argentino Diego Placente che col suo attuale allenatore condivide un passato, glorioso nel caso di Gallardo, al River Plate di Buenos Aires. Menzione a parte meritano però gli attaccanti Medina, Viudez, Bueno e Boghossian, loro tutti uruguaiani come Recoba, che a suon di gol soprattutto nel finale hanno dato il carattere della conquista all’ultimo respiro anche alla maggior parte delle singole partite giocate: calcolando le loro e quelle citate del Chino, metà delle reti del Nacional in questo semestre sono infatti state realizzate nell’ultima mezz’ora e addirittura una su quattro negli ultimi quindici minuti. Se impresa doveva essere, insomma, doveva esserlo in tutto. E così è stato.

 

 

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