La Befana ha preso a scopate solo la Juve-71

Οι διάλογοι ovvero Racconti da tifosi da Bar – venerdì 7 gennaio 2011

Il Bar Sport riapre per la prima volta nel 2011 dopo che il barman Pinuccio ha chiuso per le festività natalizie. Da sempre si riposa in una piccola baita sul lago più vicino. Il lago d’inverno è forse tra le cose più tristi della vita insieme al circo e al giro su una carrozza trainata da un pony. Domani poi si richiude per il weekend e riaprirà solo lunedì prossimo.
Nessuno dei soliti avventori può mai permettersi qualche giorno di ferie fuori città, a parte il concessionario interista Walter che favoleggia sempre di un presunto viaggio alle Maldive in compagnia di una presunta modella dell’Est Europa, ma puntualmente si ripresenta con qualche scusa che all’ultimo momento ne ha impedito la partenza. Nel primo dibattito dell’anno nuovo al Bar Sport tengono comunque banco gli juventini dopo che la Befana, travestita da Parma, ha rifilato loro quattro bei sampietrini di carbone. Il parrucchiere Tonino ce l’ha col mondo: “Bel modo di cominciare l’anno – tuona – Quagliarella si spacca, Krasic torna campione di tuffi e Felipe Melo va fuori di testa! Anche quest’anno non si va da nessuna parte, anzi lo so io dove si va, ma non ve lo dico perché c’ho una certa educazione di famiglia! E Amauri? In tutto il 2010 ha fatto più gol il mio conterraneo Pietruzzo Anastasi- si sfoga –  e solo a noi la Befana c’ha preso a scopate!”
Lo studente fuori-corso Boris tenta vanamente di infondere un po’ di ottimismo alla spenta pattuglia bianconera ricordando che i giochi si fanno a marzo, quando la Juventus non avrà le Coppe Europee tra i piedi ma, come al solito, nessuno se lo fila.
Anzi il carrozziere Ignazio rincara la dose: “Io quel paracarro del Toni ce lo farei pagare a quel mulo del Felipe Melo, che scalcia in faccia chiunque gli capita a tiro – s’infiamma – il Parma ci ha sfottuto con la nostra gente! Doppietta di quel nano di Giovinco e gol di Palladino. Adesso vedrete che a Napoli ci segnano pure il fratello di Cannavaro e Maggio, che c’ha uno zio juventino” e intanto agita una chiave inglese come fosse una clava.

Gli juventini sono così giù che i rivali di sempre nemmeno li provocano. Gli interisti hanno il morale alle stelle, con il pensionato Artemio che a furia di brindare a grappa è allucinato fin dalle prime ore del mattino: “Appena abbiamo rimandato il Mago Pancione (Benitez, ndr) a mangiar panini a casa sua, sono guariti tutti e abbiamo ritrovato l’Inter vera – gonfia il petto – adesso ci basta vincere quindici partite di fila e ci pigliamo il sesto scudetto di fila!”
Il concessionario Walter, naturalmente, è ancora più ‘bauscione’ del solito: “Questo campionato è come quando i genitori se ne vanno in ferie e ci lasciano la casa ai figli – va di metafora – ma quando tornano, la festa finisce. E adesso che l’FC Internazionale è tornata, dovete farvela tutti nelle mutande! E poi col Leo tutti che corrono, segnano, s’abbracciano tra brasiliani e argentini. E che spettacolo quei cinque trofei in campo a San Siro. C’abbiamo le maglie che le devono allungare per attaccarci tutto quello che abbiamo vinto!”

L’ortolano milanista Gaetano celebra però la vittoria del Milan a Cagliari: “Guardate che tanto il Milan non si perde più – profetizza – State dietro di tanti punti che nemmeno li conto più e ora che ci ripigliate è finito il campionato!”
Al postino Donato il Leonardo interista però non è ancora andato giù: “Quel fighetto ch’è allena l’Inter m’ha rovinato il Natale – accusa – e se gli fa vincere anche questo scudetto, me ne vado via, lontano per sempre. Emigro da mia sorella a Desenzano e non mi vedete più!” Prova a tranquillizzarlo il tassista Gianni: “Calma e gesso, che siamo campioni d’inverno –  ribatte – questo è l’anno nostro e te ne accorgi proprio vincendo partite come a Cagliari. Con mezza squadra fuori è bastato un assist di Cassano a quel moretto della primavera (Strasser, ndr), che stava pure in fuorigioco. Gli scudetti si vincono così!”
L’anzianissimo pensionato Ambrogio, memoria storica del Bar Sport, apre l’anno nuovo ancora più incupito del solito: “Anno nuovo, scemate vecchie” sentenzia con stizza ingoiandosi insieme al solito Campari una patatina tanto grossa da deformargli il collo (71-continua, purtroppo…)

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