Juventini ancora in lutto-72

Οι διάλογοι ovvero Racconti da tifosi da Bar – lunedì 10 gennaio 2011

Il Bar Sport riapre con il medesimo clima di quando aveva chiuso venerdì scorso, ossia con la rabbia degli juventini, sempre più inferociti con la loro squadra che, dopo aver preso quattro schiaffi in piena faccia a Torino dal Parma, ne ha presi altri tre a Napoli. Il carrozziere Ignazio non ha neppure il coraggio di parlare. Trangugia bicchieri di vermouth a ripetizione, ha praticamente perso l’uso della parola e sono tutti preoccupati, perché c’è davvero il rischio che si tolga la vita lasciandosi soffocare dai gas di scarico della sua carrozzeria. Persino i rivali in un impeto di tenerezza gli accarezzano a turno i riccioli neri, finendo poi per bestemmiare per il grasso e l’unto che si ritrovano tra le mani. E lo studente fuori-corso e compagno di tifo Boris per la tensione ha avuto persino un tardivo sfogo d’acne che gli deturpa il volto. L’unico tra gli juventini a dare segni di vita è il parrucchiere Tonino che, mentre si rigira tra le mani le forbici tirate fuori dalla borsa di cuoio alla cintura, tra il timore generale che se le conficchi nel collo, sta quasi per piangere: “Io in serie B non ci voglio tornare – bofonchia – non sul campo, almeno!”

Milanisti e interisti capiscono che della Juve oggi è meglio non parlare, anche perché si profila un lungo derby a distanza per lo scudetto, subito rilanciato dal concessionario interista Walter, ornato spaccone oltre l’umana sopportazione: “Lo sentite il fiato sul collo, milanisti pisciasotto? – domanda ironico espirando un pestilenziale alito di grappa barricata in faccia ai rivali – Il Milan che ha già vinto lo scudetto e fa 4-4 a San Siro con l’Udinese, manco fosse una partita di calciobalilla, è da ridere a crepapelle! Cominciate pure a farvela sotto! Stiamo arrivando e se quest’anno vinciamo pure col vostro ex-allenatore in panchina vi faccio un mazzo così!”

Il suo acerrimo rivale, il tassista milanista Gianni, mentre cerca di tranquillizzare il sempre più preoccupato postino Donato, suo collega di tifo, trema pure lui all’idea di un Leonardo campione d’Italia con l’Inter, ma reagisce comunque a brutto muso: “I tuoi giocatori si dovrebbero vergognare – fa la morale – adesso che è andato via il Benitez non ce n’è più uno che si dia malato e vincono le partite in cinque minuti. Ma dura minga (ma tanto non dura, ndr)!”
L’ortolano milanista Gaetano si aggrappa invece a Cassano: “Con Fantantonio i punti persi ce li riprendiamo presto – assicura – poi finché non vincete le due partite da recuperare, dove volete andare? Al massimo chiudete secondi! Ricordatevi che Leonardo è mica un allenatore e ve ne accorgerete presto!”

E sul tema s’inserisce in modo ficcante il pensionato interista Artemio, il mangia allenatori per antonomasia: “Adesso ho capito perché ve la prendevate con me quando volevo cacciare subito quel pancotto di Spagna (Benitez, ndr) – rimprovera – nel calcio di oggi gli allenatori non servono e fanno solo danni. L’Inter adesso gira  proprio perché in panchina non c’ha mica un allenatore!”
Ma l’anzianissimo pensionato interista Ambrogio stavolta se ne esce con una delle frasi più criptiche di sempre: “Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io – sentenzia – come mi diceva sempre mio padre!”
Nessuno però ha idea del messaggio che voglia lanciare la memoria storica del Bar Sport, e allora, come al solito, si finisce per berci sopra (72-continua, purtroppo…)

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