Inter Nos 7

Pubblicato su San Siro Calcio, giovedì 6 gennaio 2011

L’ORA DI LEONARDO – Leonardo Nascimento de Araujo ha firmato un contratto con l’Inter fino al 30 giugno 2012. Leo comincia da allenatore ma potrebbe proseguire come dirigente, a meno che l’Inter di qui a maggio non torni ad essere la squadra che solo sette mesi fa con Mourinho ha vinto tutto.
L’ufficialità dell’ingaggio di Leo è arrivata alle 19 della vigilia di Natale, proprio mentre le famiglie si sedevano a tavola per il Santo Natale. Ma a certi imbonitori del nostro calcio il panettone è comunque andato di traverso: quelli per cui se un ex-interista passa al Milan è per via di un’intuizione geniale, ma se accade il contrario, apriti cielo! Già per questo, insieme al tifo sfrenato di molti non interisti per la permanenza ad ogni costo di Benitez sulla panchina dell’Inter, ci sarebbe da essere entusiasti del nuovo corso.
Moratti, prima dell’annuncio ufficiale, su Leonardo era stato lapidario: “Uno sgarbo al Milan? Non mi piace questa versione, sarei dispiaciuto se venisse visto così!”
Ma da alcuni soloni da strapazzo Leonardo all’Inter è stato vissuto proprio così, come uno sgarbo al Milan. E da quelli che lo chiamano ‘traditore’ sarebbe interessante sapere perché lui, fatto fuori dopo 13 anni di Milan, non potrebbe definirsi ‘tradito’, ma questo è un altro discorso.
In realtà il feeling tra Moratti e Leonardo risale ad almeno cinque anni fa, per una serie di incroci tra le attività benefiche della Fondazione Pupi di Javier Zanetti e della Fondazione Milan, presieduta a quei tempi proprio dal brasiliano. Poi la storia ha fatto il suo corso e Leonardo, inizialmente ritenuto un intelligente ‘yes man’, ha dimostrato nei fatti una forte personalità. Se non è stato il primo a questionare con Berlusconi su cose di calcio, certamente è stato il primo a dirgli a brutto muso quello che pensava. Per questo si è ritrovato a spasso. Per questo ha rinunciato pure ad un anno di contratto. Non è un mistero che Galliani ci sia rimasto male: fosse dipeso da lui, oggi Leonardo siederebbe ancora sulla panchina rossonera. Chi si scandalizza per il suo passaggio all’Inter evidentemente pensa che chi rompe con Berlusconi non debba più lavorare. O almeno non debba lavorare all’Inter. Se Leo fosse andato al Bologna, tanto per citare una squadra a caso, certa propaganda ne avrebbe sicuramente incensato la ‘scelta di vita’. Leonardo all’Inter invece dà fastidio, ancor prima di vedere cosa combinerà. E questo è tutto da valutare, visto che quando un grande club cambia allenatore in corsa, le cose spesso non migliorano. Ma l’Inter, oltre che Campione d’Italia, d’Europa e del Mondo, si sa, è anche Campione di pazzia e nulla qui è impossibile!
L’anno scorso i giudizi sull’allenatore Leonardo sono stati in gran parte positivi. Certo, con Berlusconi in panchina, il Milan avrebbe vinto lo scudetto, ma il premier lo si conosce: cantasse a Sanremo, vincerebbe di sicuro, come il Giro d’Italia se decidesse di correrlo. In realtà Leo al Milan ha fatto il massimo e ci proverà anche con l’Inter.

L’ADDIO DI BENITEZ: I RETROSCENA – Rafa Benitez, al di là delle versioni ufficiali, aveva rotto con l’Inter fin da metà novembre ma, incombendo il Mondiale per Club, si era deciso di di proseguire fino a Natale. Non era più questione di risultati ma di rapporti ormai deteriorati con la squadra e l’intero ambiente nerazzurro. Qualcuno, tra il serio e il faceto, ha raccontato che negli ultimi tempi perfino il cane di Appiano Gentile ringhiava contro il tecnico spagnolo. In realtà Rafa in sei mesi non è stato in grado di stabilire alcun feeling con le componenti nerazzurre. Negli ultimi mesi passava più tempo a lamentarsi che ad affrontare i problemi e l’Inter oggi è diversa da quella di anni fa, dove si spendevano intere stagioni in lamenti. Oggi all’Inter si è abituati a vincere. E a rimboccarsi le maniche per risolvere i problemi. A Benitez era stato spiegato fin da luglio che c’erano inderogabili esigenze di bilancio e lui pareva averlo capito. D’altronde nessuna società al giorno d’oggi può assicurare al proprio tecnico l’ingaggio di certi giocatori o il buon esito di determinate trattative. Quando Benitez ha chiesto di non cedere Maicon è stato subito accontentato e per Kuyt e Mascherano si è fatto più di un tentativo. L’olandese la prima gara di Europa League non l’ha neppure giocata, ma poi il Liverpool ha rilanciato e l’Inter si è ritirata. In fondo si trattava per Kuyt, mica per Messi! Se però la rosa dell’Inter a Benitez faceva schifo, sarebbe stato più onesto salutare a luglio, invece di tirare a campare per giocarsi comunque tre titoli. E sugli infortuni? Benitez non si è mai assunto alcuna responsabilità, nemmeno per risultati scadenti come quelli con Lecce e Brescia. A sentir lui, le colpe sono sempre state di altri: una volta della società e del mercato, un’altra volta di Mourinho, del Triplete e del Mondiale, una volta dei giocatori bolliti e un’altra di quelli infortunati. Per Castellazzi, Coutihho, Biabiany, Obi, Muntari, Nwankwo e Mariga la scusa del Triplete in ogni caso non ha retto. Dopo il Mondiale vinto ad Abu Dhabi, Rafa si è sfogato per il mancato appoggio dalla società, salvo poi correggere il tiro davanti all’ipotesi di un’eventuale coda in tribunale. Nel comunicato d’addio, stilato dai suoi avvocati, spiccavano i suoi ringraziamenti proprio per l’appoggio ricevuto. Oggi l’idea che Rafa fosse molto diverso dal buon uomo visto in tante conferenze-stampa è più di una sensazione. E anche se le parti interessate non lo ammetteranno mai, l’addio di Benitez era già stato pianificato da tempo. Nell’ultima conferenza-stampa ad Abu Dhabi, Rafa si è sfogato, andando però oltre le righe. Se non altro il suo 2010 economicamente è da record: per sei mesi di Inter si è intascato 5 milioni di euro, compresa la buonuscita, oltre ai 7 milioni di euro ricevuti per l’esonero dal Liverpool.
E con 12 milioni di euro nel 2010 Benitez ha realizzato il suo sogno: fare concorrenza a José Mourinho! Scherzi a parte, Benitez resta l’allenatore ideale per le squadre che non sono condannate a vincere, rivincere e stravincere ogni anno. Per gli altri, insomma. Non per l’Inter.

TRA FUTURO E MERCATO – “Non cercavo un lavoro, cercavo un sogno” – ha detto Leonardo alla sua presentazione ufficiale. Intanto Moratti gli aveva appena acquistato Andrea Ranocchia, il miglior talento difensivo italiano: un’operazione di mercato messa in piedi all’indomani dell’infortunio di Walter Samuel, uscito di scena il 6 novembre contro il Brescia a San Siro. Ranocchia lo avrebbe avuto anche Benitez, che continuava insistentemente a chiedere rinforzi. E Leonardo, che ancora non ha chiesto nulla, ora potrebbe avere pure il centrocampista offensivo cileno Alexis Alejandro Sanchez, attualmente in forza all’Udinese.
Ovvio che anche per Leo conteranno prestissimo i risultati, ma per ora in casa Inter pare tornato l’entusiasmo e sembra finita pure l’ecatombe di infortuni muscolari. Non è poco.
Il resto verrà un po’ per volta, magari insieme a un altro colpo di mercato sul filo della chiusura di gennaio.
Non Kakà, perché Mourinho lo cederebbe solo se non dovesse star bene, ma allora prenderlo sarebbe sciocco. Intanto Zanetti e compagni hanno già espresso il proprio gradimento a Leonardo: il miglior modo per dimostrare la bontà della scelta è battere subito il Napoli. Poi ci sono da recuperare le partite con Cesena e Fiorentina e solo a quel punto si potrà capire se la classifica potrà davvero essere scalata.


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