Aspettando la finale di Champions-122

Οι διάλογοι ovvero Racconti da tifosi da Bar – venerdì 27 maggio 2011

Ultimo giorno di apertura settimanale per il Bar Sport prima della chiusura settimanale. Domani tutti davanti alla Tv per gustarsi la finale di Champions League tra Barcellona e Manchester, con il concessionario interista Walter che ha un po’ di magone: “Se penso che un anno fa c’eravamo noi a giocarci la finale – sospira – ma io tifo Barcellona, perché se vincono l’impresa dell’Effecinternazionale diventa ancora più storica!”
Annuiscono convinti gli altri interisti, anche se il pensionato Artemio non riesce proprio a trattenere la sua solita cattiveria su Leonardo: “Se ci teniamo quel milanista del Leonardo, col cavolo che faremo un’altra finale di Champions League – annuncia – intanto vediamo se vince almeno la Coppa Italia!”

Il postino milanista Donato ha un pensiero per Ibra: “Certo che se vince il Barcellona vuol dire che l’Ibra in Europa è un bel gatto nero – dichiara  – vorrebbe dire che chi lo vende l’anno dopo si porta a casa la Champions!” Sul tema però l’elettricista interista Kevin ci va a nozze: “Finora solo noi siamo stati capaci di far piangere questo Barcellona – ricorda – “magari proprio perché l’Ibra giocava con loro! Spero che resti al Milan fino alla pensione, vista la sfiga che porta in Europa!”
Il tassista milanista Gianni allora reagisce: “Se voi tifate Barcellona per poi dire che Ibra è l’anti-Europa, allora io tiferò Manchester – esce allo scoperto – giusto per farvi un dispetto!”
All’ortolano e collega di tifo Gaetano invece non va proprio giù che sia il Palermo a giocarsi la finale di Coppa Italia coll’Inter: “Poteva esserci il Milan a Roma – si lamenta – e invece mi sa che al Palermo l’Inter ce le suona e si vince un altro trofeo!”

E gli juventini? Discutono di cose minori, come gli capita troppo spesso ultimamente, con lo studente fuori-corso Boris che si domanda se la scelta di Conte sia stata davvero meditata. Il carrozziere Ignazio prova a risollevare il morale del parrucchiere Rosario, sempre più spento: “Almeno il Conte è uno juventino vero – si consola – e magari è pure quello giusto!”
Ma l’anzianissimo pensionato Ambrogio è in agguato con la sua solita massima: “L’allenatore giusto è solo quello che vince – sentenzia, mentre si scola un grigioverde, con troppa grappa e poca menta! (122-continua, purtroppo…)

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