Inter Nos 12

Pubblicato su San Siro Calcio, venerdì 16 aprile 2010 per Inter-Juventus

ANCORA IN FINALE – La finale di Coppa Italia raggiunta in settimana in virtù del gol partita di Eto’o, che a Firenze ha bissato quello di Milito a San Siro, è stata una grande iniezione di fiducia per l’Inter. I rivali la danno per moribonda, ma in realtà questa squadra non molla niente, alla faccia dei teorici del ‘biscotto’ tra Inter e Fiorentina, secondo i quali i nerazzurri avrebbero dovuto aver via libera in campionato sabato scorso per poi lasciare ai viola la finale di Coppa Italia. E’ accaduto esattamente il contrario e, malgrado l’inversione dei risultati avrebbe fatto piacere a qualsiasi interista, garantendo comunque la finale di Coppa Italia, non si può aver tutto, ma si proverà comunque ad avere tutto. Mourinho è talmente conscio della delicatezza del momento e della necessità, soprattutto psicologica, di tornare a fare certi risultati che al Franchi non ha mai sbilanciato in avanti la squadra e ha fatto riposare qualche titolare. Per questo ha tenuto quasi per mano i suoi in ogni minuto della gara, incoraggiando chi di questi tempi ne ha più bisogno, come Chivu, tornato su buoni livelli, e Balotelli, autore di una prova matura. E, in una circostanza, è arrivato perfino a negare il soccorso del medico sociale a Thiago Motta, che ha piedi deliziosi ma talvolta pure il vizietto di stramazzare al suolo nel momento sbagliato. La squadra è sembrata in ottime condizioni psico-fisiche, ma in campionato ultimamente ha rimediato risultati insufficienti.
CONTROSORPASSO – Bisogna battere la Juve per sperare in un immediato controsorpasso nel caso che la Lazio poi non perda il derby.
Calendario alla mano, il sorpasso della Roma dopo il pareggio dei nerazzurri a Firenze era scontato, ora però vanno ristabilite le gerarchie. Chiaro che al momento la favorita per lo scudetto sia la squadra di Ranieri, che in realtà di punti di vantaggio sull’Inter ne ha due, perché gli scontri diretti parlano giallorosso. Il calcio a volte è questione di centimetri e proprio a Roma lo sanno bene, visto che da trent’anni parlano di quelli di Turone in un campionato finito rocambolescamente alla Juve nei primi anni ‘80. Questione di centimetri, perché se Milito nel finale di Roma-Inter non avesse centrato il palo ma la porta, ora la capolista sarebbe ancora l’Inter. Ma non è il momento di piangere sul latte versato. Nelle cinque partite che restano bisogna fare più punti della Roma. Punto e stop. La Juve ha molti più problemi dell’Inter e li aveva anche all’andata, ma l’Inter all’Olimpico di Torino commise un errore di presunzione, presentandosi in campo senza nerbo e finendo battuta. Una ragione in più per prendersi una bella rivincita a San Siro.
Martedì a San Siro c’è pure la semifinale di andata di Champions League ma pensarci fin da adesso sarebbe suicida. La grande squadra ha il dovere di pensare ad una partita per volta. Stasera il Barcellona non deve esistere nemmeno come retropensiero. Stasera l’avversario è la Juve, che butterà in campo tutto il suo orgoglio. Inutile far calcoli nelle ultime 5 partite. Si cominci a vincerle tutte e poi vedremo che farà la Roma. L’euforia che ha anticipatamente pervaso la capitale potrebbe essere il miglior alleato dei nerazzurri. Non è la prima volta che la Roma fa cilecca nel momento decisivo, ma è chiaro che tocca prima all’Inter cambiare marcia. Quando il gioco di fa duro, tocca ai duri, ma il calcio non è una scienza esatta e non sempre vince il più forte. Gli scudetti si possono vincere anche all’ultima giornata in un quarto d’ora di ripresa, come due anni fa a Parma.
BAR CALCIOPOLI – Da giorni l’anti-interismo militante ha preso un grosso ventilatore e lo ha acceso nel fango, per non scrivere di peggio, con lo scopo di sporcare il più possibile l’Inter. C’è gente che è convinta che Calcipoli si faccia sui giornali o in TV o addirittura nei bar dello sport. In realtà i processi si fanno in tribunale e in uno stato di diritto sono le sentenze a far legge. E quelle sportive, checché se ne dica, non sono riformabili. La legge la applicano i giudici, non gli avvocati di parte. E’ ovvio che la difesa cerchi in ogni modo di rompere la rete in cui i propri imputati si dibattono come pesci in trappola, cercando di farvi entrare tutti gli altri, secondo l’infantile teorema “tutti colpevoli, nessun colpevole”. D’altronde è l’unica cosa che gli resta da fare. Anche l’avvocato difensore del peggior delinquente del mondo si batte strenuamente per il proprio assistito perché questo è il suo mestiere. Ma l’ultima udienza, in cui sono state ammesse altre 75 telefonate, non ha in realtà segnato punti a favore per la difesa. Anzi, il fatto che i PM non si siano minimamente opposti all’acquisizione della telefonate sbandierate dalla difesa, ma si siano addirittura dichiarati favorevoli, ha sorpreso il pool degli avvocati di Moggi. E alla fine non si può escludere un effetto-boomerang. Ma ho appena scritto che calciopoli si fa nelle sedi competenti, ossia nei tribunali, e quindi mi fermo qui. Dico solo che per me è entusiasmante che l’Inter sia sola contro tutto e tutti. Ho sempre sognato l’Inter come ossessione degli avversari. Per questo quando vince l’Inter la goduria è unica e, dovesse arrivare, questo scudetto sarebbe il più bello di tutti.
BARCELLONA – Solo un aggiornamento in vista di Inter-Barcellona, il primo round della sfida più attesa. I catalani hanno perso per infortuno il centrocampista Andrés Iniesta, che ha riportato una lesione al bicipite femorale della coscia destra e resterà fuori causa per circa un mese. La Champions è competizione di dettagli e di momenti e sarà fondamentale per l’Inter non avere infortuni di qui al 28 aprile, quando giocherà al Camp Nou.

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