Il punto in Inghilterra

di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com/

La grande novità di questa stagione è che le Big Four non ci sono più. Il Liverpool, recentemente passato a un nuovo gruppo finanziario americano, sta attraversando una delle peggiori crisi della sua storia. Il ruolo di quarta grande, o meglio più ricca, è così passato al Manchester City anche se il gioco col freno a mano tirato e i risultati alternanti della squadra di Mancini e Balotelli non stanno confermando le ambizioni di tifosi e proprietà: mai come in questo caso, infatti, è evidente che i soldi investiti possono rappresentare un’ottima base di partenza ma non sono sufficienti. E così arriviamo alle altre tre Big, Chelsea, Arsenal e Manchester United, che anche in questa stagione stanno monopolizzando la vetta della classifica.
Il granitico Chelsea ereditato un anno e mezzo fa da Ancelotti, reduce dal Double della scorsa stagione, ha recuperato alcuni uomini importanti, primo fra tutti Essien, e veleggia con discreta tranquillità al primo posto. A dire il vero, i fantastici ritmi del primo mese hanno subito una frenata e nelle ultime cinque uscite di campionato i Blues hanno conosciuto anche la sconfitta e lasciato sul campo 5 punti. E’ stata riassorbita anche la clamorosa differenza reti positiva figlia di 21 reti fatte e una sola subita nelle prime cinque uscite. Nell’ultimo mese, infatti, sia Gunners che soprattutto Red Devils (col redivivo Berbatov e l’astro nascente Hernandez proprio quando Rooney si è perso) hanno segnato di più, riuscendo anche grazie a questo a tenere il passo della capoclassifica. Dopo 10 giornate e alla vigilia di tre partite in dieci giorni, allora, il Chelsea precede Arsenal e United di 5 punti. E poco più dietro il gruppetto formato da Manchester City, Tottenham e West Bromwich Albion, capaci di non allontanarsi troppo a dispetto delle sconfitte nell’ultimo turno.
Del City abbiamo detto. Va aggiunto solo che Balotelli è appena rientrato da un lungo stop per infortunio e che Mancini sembra aver trovato in David Silva l’uomo capace di dare forma alla fase offensiva. Il Tottenham invece, nonostante alcune frenate in avvio, sostanzialmente conferma la splendida stagione passata nel corso della quale il suo gioco si era dimostrato ampiamente il più bello di tutta la Premier e finalmente efficace. Sarebbe riduttivo individuare nel fenomenale Gareth Bale il segreto della squadra allenata da Reknapp, che fra l’altro è il principale candidato per sostituire Capello in Nazionale da qui a un anno e mezzo. La struttura degli Spurs è immutata da tempo, con attaccanti esplosivi come Defoe, Crouch, Pavlyuchenko e Robbie Keane, una serie di centrocampisti instancabili e dai piedi buoni su cui spiccano Modric e Lennon e una difesa che regge nonostante sia falcidiata dagli infortuni, oltretutto spesso ben comandata dal ritrovato Cudicini. Ciliegina sulla torta è l’inserimento di Van der Vaart, che lasciato il Real Madrid un anno dopo Sneijder pare essere rinato com’era accaduto al rifinitore nerazzurro.
Un discorso a parte merita però il West Bromwich Albion di Roberto Di Matteo, capace di iniziare una nuova vita in Inghilterra, divenendo uno fra i manager più rispettati dopo aver giocato, studiato, imparato la lingua come pochi e adesso, visibilmente entusiasta della sua nuova dimensione, in grado di guidare alla grande i suoi nella massima Serie dopo che la scorsa primavera aveva saputo condurli alla promozione. Quest’anno sono ben quattro le squadre di Birmingham e zone limitrofe iscritte alla Premier League e per l’ex nazionale italiano dev’essere motivo di grande soddisfazione guardarle dall’alto tutte, Birmingham City, Wolverhampton e addirittura Aston Villa.
Per finire, un’annotazione su alcune grandi di sempre che stanno vivendo stagioni diverse. Proprio l’Aston Villa, dopo il sorprendente divorzio da Martin O’Neill, ha forse trovato in Gerard Houllier la guida più giusta in ragione dell’esperienza e della conoscenza che ha di questo campionato dopo aver seduto per anni sulla panchina del Liverpool. Il Newcastle, neopromosso, è addirittura settimo e davanti può schierare un giovane fenomeno proveniente dal vivaio in grado di segnare con regolarità: Andrew Carroll. Per finire il West Ham, affidato a un altro manager dai trascorsi in Premier, vale a dire Avraham Grant; purtroppo per gli Hammers, la stagione non sta andando diversamente da quella passata, quando in panchina sedeva Zola, e la crisi è talmente grave che giacciono malinconicamente all’ultimo posto, solitario.

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