Se Ibra gioca così lo porto dove vuole

Pubblicato su Il Giornale, Curva e Controcurva, lunedì 27 aprile 2009

Mi prenderete per matto ma ho sempre desiderato vivere una domenica così e lo penso al di là dei risultati delle singole squadre, Inter compresa. L’ultima è stata la domenica in cui si è davvero affermata la superiorità nerazzurra sui rivali. Pensateci un attimo: Inter in vetta alla classifica con Juve e Milan ad azzannarsi dieci punti più sotto per il secondo posto finale, un risultato che non conta per l’albo d’oro né entra nella storia. Quasi come un dio dell’antichità, l’interista può starsene comodamente stravaccato sul suo scranno dorato sull’Olimpo ad osservare con distacco quasi atarassico le umane miserie dieci cieli più sotto.
È una sensazione unica, una vera goduria, con bianconeri e rossoneri in corsa solo per il platonico titolo di primo antagonista dell’Inter. Per loro è come partecipare ad un film e ritrovarsi con una piccola parte nel cast, un ruolo da comprimari al servizio dell’Inter capolista e protagonista. Solo però che poi quassù, a dirla tutta, c’è qualche umana miseria, con Zlatan Ibrahimovic che continua ad avere attacchi di mal di pancia e la squadra che fa di tutto per rinviare l’appuntamento con lo scudetto. Con Ibra non si capisce mai davvero se voglia nuovi stimoli o solo più soldi. Ma se gioca così, per un assegno da 100 milioni, sono pronto ad accompagnarlo dove desidera. Naturalmente solo se ci avrà fatto vincere il tricolore.

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