Niente ‘zamparinate’

Un divorzio tra Moratti e Mourinho a stagione in corso non è pensabile e la brutta serata di Barcellona può essere accostata a Manchester solo per il punteggio finale. In Inghilterra a marzo l’Inter aveva subito un verdetto, ossia l’eliminazione dall’Europa, qui solo una brutta scoppola, grave finché si vuole ma non definitiva. E al di là dei luoghi comuni, Moratti non è più il presidente emotivo che decide di pancia: non a caso, l’ultimo allenatore cacciato a stagione in corso risale addirittura all’ottobre 2003. Era Hector Cuper, e da allora sono passati più di sei anni. In casa Inter il tempo delle zamparinate è finito da un pezzo. Oggi un governo tecnico stabile è la regola: Roberto Mancini è rimasto quattro stagioni, Mourinho magari non comincerà la terza ma, a meno di cataclismi in campionato, concluderà comunque il secondo mandato. I colpi di stato o di testa nove volte su dieci peggiorano solo le cose. A caldo poi ci sta tutto, la delusione dell’ambiente, lo striscione ai calciatori ad Appiano, finanche un confronto muso contro muso tra presidente e allenatore. A mente fredda c’è invece un quinto scudetto consecutivo da vincere e una qualificazione in Champions più che possibile. Altra semplice considerazione a favore della stabilità: vi pare logico che dopo aver strapagato Mancini fino all’altro ieri, Moratti vada ad infilarsi nel bel mezzo della stagione in un altro costosissimo vortice? Suvvia, siamo seri!

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