4C: Cagliari-Inter 1-2

cagliariinterTipico della grande squadra è vincere anche quando i suoi meriti non sono così evidenti. Il 2-1 di Cagliari si potrebbe riassumere così, celebrando però ancora una vita quel bomber straordinario che è Diego Milito, autore della doppietta che consente all’Inter di restare nella scia di Juventus e Sampdoria. El Principe è già a quota quattro gol e, dal suo ritorno in Italia, ha segnato 28 reti in 35 partite. Se si considera che a Genova un anno fa ne ha segnati altri sei annullati con qualche discussione e che non ha nemmeno giocato tutte le partite, sono numeri da fuoriclasse. A Cagliari l’Inter ha giocato un pessimo primo tempo, approcciato con sufficienza e incapace di reazione al rigore concesso al Cagliari dall’arbitro Orsato per una leggera spinta di Maicon a Matri, stramazzato al suolo neanche fosse stato colpito da un ictus. Per carità accetto il rigore, trasformato da Jeda, in omaggio a chi mi ricorda che da 52 partite l’Inter non ne subiva, dimenticando però che nessuna capolista dell’epoca recente ha avuto così tante espulsioni come l’Inter nell’ultimo triennio. Poi mi ha scritto un tifoso interista con ottima memoria che l’ultimo rigore dato alla Juventus è datato 13 novembre 2008 in Juventus-Genoa 4-1, rigore concesso al 90° sul 3-0 per i bianconeri, quindi ininfluente. L’ultimo rigore effettivamente rilevante fu fischiato contro la Juventus oltre un anno e mezzo fa in Reggina-Juventus 2-1, datata 23 febbraio 2008. Oddio, sto cadendo anch’io nella trappola di chi non riesce a parlare di calcio senza tirar fuori torti e favori, discorsi frivoli nell’arco di un intero campionato. Quindi, rigore è quando arbitro fischia, come sentenziò a suo tempo Boskov. Punto e a capo. La ripresa per dieci minuti ha finalmente parlato il linguaggio del gol, ovvero quello di Diego Milito e poi l’Inter ha provato a controllare la gara, ma non sempre ci è riuscita, viste le occasioni sciupate dal Cagliari per riequilibrare i conti. L’avvio degli impegni ogni tre giorni sta pesando sul gioco, che a Cagliari non si è visto, ma non mi pare un problema solo dell’Inter. Anche la Juventus col Livorno a tratti era troppo lunga e offriva il fianco alle ripartenze avversarie e non a caso lì il migliore in campo è stato Buffon. Una curiosità statistica, segnalatami come sempre dall’amico Somenzi: l’Inter di Mourinho è finalmente riuscita per la prima volta a vincere una gara in trasferta in cui si è trovata sotto. Nella scorsa stagione infatti l’Inter in trasfertaveva fatto registrare scarsa propensione alla rimonta in tutte e 4 le partite perse: derby di andata, a Bergamo, a Napoli e proprio a Cagliari, dove al vantaggio di Ibra avevano risposto Cossu e poi Acquafresca. In vetta c’è ancora la sorprendente Sampdoria impedisce l’attesissimo avvio del testa a testa e per ora, quanto ai risultati, la differenza tra Inter e Juve sta solo nel pareggio interno dei nerazzurri nell’esordio col Bari. Sinceramente non ho ancora capito quale sia la vera Inter, ripensando al derby e al brutto primo tempo di Cagliari e nemmeno quale sia la vera Juve. Per un primo tempo così scialbo Mourinho mi era sembrato fin troppo calmo, ma mi ha smentito subito a metà ripresa: un fallo di Astori su Balotelli lo ha mandato su tutte le furie. Nulla di offensivo, ma uno show molto fisico che non è piaciuto a Orsato, che ha guardato alla forma più che alla sostanza. Altro materiale per chi vive nell’ossessione dello Special One!

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