AndSFCI: Sampdoria-Inter 3-0

A Marassi l’Inter del turn-over incassa dalla Sampdoria tre schiaffoni che significano, a meno di impresa clamorosa, l’eliminazione dalla Coppa Italia. Peccato, perché io non dimentico tutte le cose buone di casa Inter sono cominciate proprio proprio dalla Coppa Italia, ma per la prima volta dopo cinque edizioni all’ultimo atto con tutta probabilità non presenzieranno né Inter né Roma, le finaliste delle ultime quattro edizioni. Primo tempo costellato da errori madornali che hanno esaltato la bravura della Sampdoria, a segno prima con cassano e poi con doppietta di Pazzini. Nella ripresa l’Inte rha provato a rialzare la testa e almeno un gol lo avrebbe meritato, viste le innumerevoli occasioni sventate dal bravissimo Castellazzi. Saccani ha avuto da lavorare: fuori Gastaldello per un brutto fallo al quarto d’ora della ripresa e stessa sorte ha rischiato Zanetti, mentre Balotelli ha finito la sua corsa ‘tafazzandosi’ duramente sul palo. Ormai è andata, ma l’Inter, prima ancora dei suoi tifosi, farebbe bene a concentrarsi più sul calcio giocato che su quello parlato, rassegnandosi ai ventilatori che puntualmente vengono infilati nella merda, nel tentativo di lordare a più non posso la squadra che in classifica guarda tutti dall’alto in basso da troppo tempo suscitando impotenza, invidia e malanimo, roba brutta insomma. Guai però a distrarsi dal proprio core business, che per ogni club calcistico, resta il risultato. L’ennesimo show di Mourinho nel dopo-gara ripropone interrogativi molto seri sulla gestione del gruppo. Tra una bocciatura e l’altra, ormai almeno un quarto della rosa, già relegata ai margini, non viene mai pubblicamente difesa dal tecnico, con il sospetto su come potrà poi rispondere se e quando ce ne sarà bisogno. Come non bastasse, da qualche partita l’Inter boccheggia per tratti più o meno lunghi. Con Manchester, Milan, Bologna e Roma sono arrivati punti preziosi ma sembra esserci un filo invisibile di negatività sulla gestione complessiva di tutte queste gare. Tre gol dalla Roma domenica scorsa e tre dalla Sampdoria, al di là delle assenze, destano perplessità su una squadra che continua a dominare la stagione, ma dovrebbe tornare ad essere, Mourinho per primo, più attenta al calcio giocato: quello parlato, con il suo patetico contorno di burattini senza fili, in fondo se l’è sempre portato via la classifica.

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