2UCL: Rubin Kazan-Inter 1- 1

rubininterChe sia mal di Champions non v’è dubbio, che Balotelli a volte dimostri tutti i suoi 19 anni non v’è dubbio, che soprattutto Mourinho debba riordinare le idee non v’è dubbio. Il pareggio di Kazan è il giusto verdetto per un’Inter sottotono, freddata dal gol in apertura dell’argentino Alejandro Dominguez, pareggiato quasi subito da Stankovic, imbeccato da un cross di Maicon, i soli due interisti ad andare oltre la sufficienza. A Kazan però formazione e cambi erano quasi obbligati, viste le assenze a centrocampo di Snejider e Thiago Motta e i forfait all’ultimo minuto di Milito e Muntari. Non a caso, a completare la panchina c’era addirittura il terzo portiere Orlandoni. L’episodio-chiave al quarto d’ora della ripresa, quando Balotelli ne ha combinata una delle sue, guadagnandosi in anticipo la via degli spogliatoi indicata opportunamente dall’arbitro norvegese Hauge: in dieci ci si può rimanere per salvare in extremis un gol, non per un inutile falletto a centrocampo. Balotelli sa essere immenso anche nella sua immaturità. Però stop ai drammi: l’obiettivo della prima fase europea è la qualificazione e sentirsi già la corda al collo alla seconda partita è stupido. L’Inter, bene come con Mancini o male come con Mourinho l’anno scorso, la fase a gironi l’ha sempre superata. I guai di solito vengono dopo, a marzo, quando l’Europa diventa a eliminazione diretta. Il mal di Champions resta soprattutto una questione psicologica. L’intero ambiente vive l’Europa con ansia da prestazione, quasi paralizzante. Eppure era così anche in Italia, quando pareva che l’Inter si fosse disabituata a vincere: la prima Coppa Italia di Mancini in tal senso è stata decisiva. Servirebbero un paio di risultati positivi nelle prossime partite europee, ma Mourinho deve fermarsi un attimo, smetterla di attaccar briga con chiunque ed esorcizzare al più presto gli spettri di un ambiente che vive l’Europa con troppa pressione. Per il patibolo però c’è tempo, e guai a cadere nel trappolone dei rivali per cui ogni partitaccia dell’Inter in Champions sembra un’ecatombe. Per i processi sommari c’è sempre tempo.

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