30C: Udinese-Inter 0-1
Lo ‘spezzatino’ della 30.a giornata ha virtualmente socchiuso il campionato. Chiuso non voglio dirlo, per non compiacere quella specie di novello esercito delle 12 Scimmie, che latra rosicante di arbitraggi filo-nerazzurri, patetico innocentismo di Calciopoli, ricordi di 5 maggio e la solita ridicola tiritera. Meglio scrivere in stile puramente cronistico: la Juventus, che avrebbe dovuto vincere tutte le partite per strappare in extremis lo scudetto all’Inter, continuerà a crederci, com’è giusto che sia, ma la tripletta del clivense Sergio Pellissier ha di fatto tirato giù il primo tratto di saracinesca sul campionato 2008-09. Restano le solite recriminazioni su un calcio di rigore per un contatto tra Quagliarella e Julio Cesar, ma c’è qualcuno che ci fa ancora caso? Certamente non l’arbitro Banti di Livorno. L’Udinese avrebbe meritato almeno il pareggio, non fatico ad ammetterlo, perché l’Inter è stata fiaccata nelle sue bellicose intenzioni proprio dall’inatteso stop juventino e su un pilatesco pareggio a occhiali, come si diceva una volta, si è trascinata per oltre un’ora. Poi, quando sono entrati Vieira e Figo, avessi detto, l’Inter ha pure vinto la partita. Non c’è che dire, Mourinho è un uomo fortunato, capace con un rimpallo di fare sua una partita da 0-0. E’ accaduto poco dopo la mezz’ora della ripresa quando Ibra ha piazzato una biglia fantastica per Vieira che, tenuto in gioco da Zapata, ha cercato la conclusione, trovando però l’autogol fortuita e beffardo di Isla. Tra le note positive, Maxwell, elogiato apertamente nel dopo-gara da quel furbone di Mourinho, per la serie capisciammé! Non mi sorprenderei se, complice l’infortunio di Maicon, la stagione di Maxwell si chiudesse con un posto da titolare fisso e il prolungamento del contratto. Davide Santon, schierato a destra, non ha brillato, ma è ormai calciatore vero e, cambiando improvvisamente fascia, qualche giro a vuoto ci può stare. E intanto l’Inter è sempre più al comando, +9 sulla Juventus e +4 sull’Inter di un anno fa. Tra le note negative l’infortunio di Julio Cesar, ai box almeno fino al derby d’Italia del prossimo 18 aprile, ma c’è Toldo. Adriano si è invece definitivamente avvitato in una vicenda che ormai riguarda più l’uomo del calciatore. A chi mi ha scritto in questi giorni che ero stato buon profeta a non fidarmi dei suoi timidi e sporadici segnali di recupero, rispondo che non ne sono per nulla felice. Anzi, sono mortificato per quello che un uomo apparentemente così fortunato sia continuando a buttare via. Francamente, su Adriano preferisco fermarmi qui. Auguro all’uomo prima che al calciatore la vera riscossa.
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