RitSFCI: Lazio-Inter 0-2

Scontata la battuta sulla benedizione di papa Razinger, incotrato nel pomeriggio, l’Inter centra la quarta finale consecutiva di Coppa Italia, ma alzi la mano chi dopo i primi venti minuti non ha pensato al seguito del derby. L’Inter delle seconde linee pareva un boccone fin troppo ghiotto per la Lazio dei titolari da un mese concentrati solo su questo evento. E invece nella ripresa ecco la svolta su iniziativa di Suazo che ha preparato Pelè al gol della vita. Il vantaggio ha esaltato Mancini che tornato a due punte con l’inserimento di Cruz che ha chiuso i conti nel finale sfruttando un erroraccio di Ballotta e mettendo a segno il 19° gol in 36 gare complessive. Ma c’è stato molto altro: il raddoppio l’Inter lo ha segnato in nove con Cesar fuori campo e Materazzi già cacciato da Saccani per un fallaccio su Pandev. L’arbitro di Mantova non aveva visto un pugno di Cruz a Kolarov, definito un buffetto nelle moviole sui giornali, ma meritevole dalle immagini di prova Tv. Prima Saccani aveva cacciato pure Mancini che chiedeva una punizione per un fallo su Burdisso. Lo show del Mancio verrà riproposto per anni, dall’ironico urlo ‘fenomeno’ alla manciata di ‘bravo’ con applausi a ripetizione, fino all’invito al quarto uomo Russo affinché riferisse a Saccani che è matto! Sicuramente Insomma Mancini la finale di Coppa Italia la vedrà dalla tribuna dell’Olimpico. L’Inter ha i nervi a fior di pelle, ma questa vittoria è pesantissima anche per il morale, visto che alla vigilia i soliti sapientoni pregustavano il tracollo. Invece, in una vera partita da dentro o fuori, a differenza del derby, l’Inter ha rispoto alla grande. Ora sotto con il Siena, forse senza Burdisso e Chivu usciti malconci dall’Olimpico. E’ tempo di consegnarsi all’aritmetica, tappando una volta per tutte i bocchettoni dell’invidia

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