Il Mancio pronto a levarsi di torno

Non sono sorpreso dall’annuncio di Mancini e chi mi conosce sa come la penso. Una grande società diventa grandissima solo quando c’è un progetto a lunga scadenza con le stesse persone messe nelle condizioni di poter lavorare serenamente con l’appoggio dell’intera società. Ferguson, Wenger, Ancelotti sono gli esempi più illustri di un certo modo di lavorare delle rispettive società. All’Inter nessuno ha lavorato serenamente dai tempi di Ernesto Pellegrini che, ad un certo punto, arrivò a liberarsi di Trapattoni che aveva appena vinto la Coppa Uefa per un’istintiva gelosia nei suoi confronti: l’Inter aveva smesso di essere quella di Pellegrini per diventare quella del Trap! Oggi l’Inter deve restare sempre e comunque di Moratti, non di Mancini. Ci sono allenatori costretti a lavorare con lo staff delle società, ce ne sono altri che vogliono totale carta bianca. Roberto Mancini, come Marcello Lippi e in parte Fabio Capello, sono di questa razza. E se non si è disposti a sposare davvero questa filosofia, meglio affidarsi ad altri. Credo poco alle pressioni della stampa, visto che Mancini vi è abituato da anni, provoca e ci ride pure sopra. Diverso è accorgersi che anche tra le tue fila c’è chi ti rema contro, senza escludere tifosi di cui si farebbe volentieri a meno. Il Mancio è il Peter Pan del calcio italiano e non è mai cresciuto: in questo lo sento molto vicino, ma non certo per vicende calcistiche. Mancini non conosce la diplomazia di Ancelotti, la furbizia di Spalletti, la disponibilità di Prandelli ed è in guerra col mondo, compresi i suoi colleghi che non lo voterebbero come migliore allenatore italiano nemmeno vincesse cinque campionati e cinque Champions League di fila. E il Mancio nemmeno si degna di pubblicizzarlo il premio di categoria, anzi quasi ci ‘piscia’ sopra. Per non parlare della stampa, che ritiene, nemmeno poi a torto, nella quasi totalità schierata contro di lui, malgrado molti si professino super-partes, neanche fossimo ad occuparci del cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi! Io invece sono schierato, schierato con equilibrio, e lo dico! Sicuramente il suo eventuale addio farà bene all’Inter che sarà meno invisa di lui a tanti media. Mai visto Mancini ospite in una trasmissione nazionale e per come si propone, capisco anche perché. Ora mi chiedono se c’è spazio per un ripensamento. Dipende da tanti fattori, prima di tutto che i professionisti facciano i professionisti e che la squadra vada a rivincere il campionato in carrozza. Il margine sulla Roma è buono e nullo quello di avvitarsi dando la colpa all’annuncio dell’addio del tecnico. Mancini vuole bene a Moratti, a tal punto che è pronto a rinunciare a 24 milioni di euro netti per i prossimi quattro anni. In un Paese in cui non si dimette nessuno, pure chi è pronto a farlo viene visto male. Passi per gli avversari, che non vedono l’ora di riavere l’Inter delle barzellette di qualche anno fa, non per i tifosi dell’Inter che dovrebbero invece essere i primi a schierarsi incondizionatamente con il loro allenatore. Invece, quante volte ho sentito frasi come quelle che seguono, anche tra gli astemi: Arsene Wenger è un allenatore perfetto, Mancini deve smussare alcuni angoli del suo carattere, Mourinho è bravissimo e magari venisse all’Inter, in una squadra conta molto un allenatore come Spalletti conta molto, contratti a vita a Figo, Adriano e Recoba, che cosa ne sa Mancini di medicina e di recupero degli infortunati? Guarda caso, anche Moratti a volte parla così. Probabilmente deve’ssere più divertente ricostruire ogni volta l’Inter come fosse un puzzle che godersela finalmente in qualche albo d’oro.

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