Il giorno di Mourinho

L’Inter ha presentato ufficialmente José Mourinho, che ha firmato un contratto triennale con la società nerazzurra. Mistero sulle cifre: c’è chi parla di un netto di 9 milioni di euro all’anno, ma mi sembra francamente troppo. Più facile credere che i 9 milioni siano in realtà lordi. Dico subito che, vista la situazione, una contrapposizione tra Mancini e Mourinho non ha ragione d’essere. L’Inter resta, gli allenatori passano. A volte passano pure i presidenti, ma il club è l’interesse primario. Il modo in cui Moratti ha effettuato il ribaltone non mi è piaciuto per nulla e resterò sempre affezionato a Mancini che ha vissuto l’Inter sulla sua pelle come nessun altro tecnico, ma ora è il momento di stringersi attorno al nuovo tecnico. Che Mourinho sia un fuoriclasse della comunicazione lo si sapeva, ma oggi lo ha confermato. Tre quarti d’ora godibilissimi di conferenza stampa, in un italiano assai migliore di quello che parlano molti nostri connazionali e questo mi piaciuto moltissimo. Lavorare con Massimo Moratti rende ricchi ma non è facile, anche se lo Special One ha i numeri per cavarsela alla grande. Ha una cultura, non solo calcistica, decisamente superiore alla media e parla bene praticamente quattro lingue. E’ preparato, spiritoso e arguto: anche un po’ provocatore, caratteristica che lo rende più simile a Mancini di quanto non si pensi. Al suo predecessore Mourinho ha regalato intelligentemente un paio di citazioni positive, riconoscendone la bontà del lavoro svolto. Poi sa essere anche uno show-man e non a caso i 200 giornalisti provenienti da tutta Europa hanno lasciato Appaino con un percezione molto positiva. Tra i momenti più esaltanti del Mou-day la risposta alla domanda sulla rivelazione dei giocatori del Chelsea che Mourinho vorrebbe nella sua Inter, con la citazione del milanesissimo “non sono un pirla!” alla Bagnoli. Se l’era preparata, con ottima scelta di pause e intonazioni, ma è stato spiritoso e scommetto che tutti i giornali non mancheranno di sottolineare questo momento della conferenza-stampa. Ora comincia ufficialmente l’era Mourinho e vedremo se saprà far meglio di Mancini: in Europa è facile, ma in Italia lo Special One è chiamato a vincere subito lo scudetto. In bocca al lupo. Se vincerà sarà semplicemente perfetto, perché il personaggio è certamente unico. Dovesse andar male, giornalisticamente darà spunti eccezionali, ma non è mia abitudine essere pessimista. Vedremo. Intanto benvenuto, caro Mou!

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