Adriano, ora sono con te!

In questo mestiere qualche volta capita ancora di riuscire a far qualcosa di diverso dalle conferenze stampa programmate dalle società. Così, avendo saputo in modo assolutamente fortuito del ritono di Adriano a Milano, mi sono precipitato con l’operatore per tentare l’aggancio. A Malpensa stamattina c’era poca gente e nessuno aspettava Adriano, rientrato in Italia dopo 7 mesi trascorsi a San Paolo del Brasile. Da qualche tempo però, i calciatori negli aeroporti vengono trattati come Capi di Stato, con tanto di auto della Polizia Aeroportuale a prenderli sotto-bordo per farli fuggir via da un varco secondario. Averlo a venti metri, oltre una vetrata opaca invalicabile, mi ha fatto imbestialire e ho deciso di non arrendermi all’idea di un viaggio a vuoto. Così con l’operatore Mauro Origgi abbiamo deciso di andare fino in fondo e siamo andati direttamente a casa di Adriano, a due passi da Como. Lì, dopo venti minuti di giri a vuoto tra le ville sul lago, con la complicità di un paio di ‘guide’ incontrate sul posto, abbiamo finalmente scoperto la casa fortificata del brasiliano e e ci siamo piazzati davanti al cancello. Sarò sincero, non mi aspettavo nulla. Adriano, reduce da un volo durato quasi undici ore, probabilmente stava pure dormendo, senza contare che non ero certo la persona giusta per tentare l’intervista dopo 7 mesi che non parlava con i giornalisti italiani. E’ più di un anno che massacro Adriano senza pietà, perché dopo averlo accolto con grande fiducia, sono rimasto deluso dai suoi atteggiamenti da prima donna e, soprattutto, dal suo rendimento in campo. Ma ecco la sorpresa: Adriano non solo mi ha aperto la porta di casa ma è stato cortesissimo e simpaticissimo, malgrado l’Inter volesse evitargli qualsiasi contatto con la stampa. Asciutto nel fisico e sorridente come ai tempi di Parma, Adriano è stato squisito e ha accettato il confronto. Insomma, mi aspettavo vaffanculo in serie e ho trovato invece un grande professionista. Adriano ha confessato di aver sentito Mourinho solo per telefono, ha salutato con un sorriso a pianoforte i tifosi dell’Inter e ha chiesto fiducia, ancora una volta. Ho rivisto i suoi occhi illuminarsi all’idea di tornare ad essere un calciatore dell’Inter in pianta stabiile. Adriano mi ha piacevolmente stupito e, diciamola tutta, ha regalato alle mie emittenti, Telelombardia e Antenna 3, una bella esclusiva, merce sempre più rara al giorno d’oggi. E allora sarò sincero. Da questo momento, per come Adri si è presentato, torno ad essere un suo tifoso. So già cosa state pensando: caro GLR, dici così, perché Adriano ti ha rilasciato l’intervista. Non l’avesse fatta, avresti continuato a massacrarlo senza pietà. Può essere: mica sono qui a prendervi in giro, ma almeno io lo ammetto. Sappiatelo una volta per tutte: tutti i giudizi giornalistici sono più o meno dettati dall’approccio con la stampa del personaggio in questione, tra i cui doveri c’è proprio quello di saper gestire la comunicazione. La storia del calcio è piena di brocchi che hanno goduto di ottima stampa per come hanno saputo proporsi all’esterno e non a caso ripeto sempre che non si deve credere a tutto quello che si legge o si sente. Questo non vuol dire che non si possano avere anche confronti difficili nel rapporto con i protagonisti, alla base ci sia rispetto reciproco dei ruoli: io ho adorato e adorerò sempre Lippi e Mancini, malgrado abbia avuto con loro anche momenti di grande nervosismo. E, chissà con quanti altri mi capiterà. Adriano stavolta è stato grande e spero che sia la volta buona per poter dire che è pure diventato grande. Ora, sono di nuovo un suo tifoso. Avere l’onestà intellettuale di rivedere i propri giudizi è alla base di questo mestiere

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