12C recupero: Inter-Lazio 3-0

Prendo brani delle tre ultime partite: la ripresa col Fenerbahçe, 80 minuti a Firenze, la mia preferita, e 60 minuti con la Lazio e constato che, al di là delle vittorie e degli otto gol segnati senza subirne alcuno, l’Inter stravince giocando un calcio sublime. Solo un imbecille, magari pure in malafede, può credere che l’Inter di Mancini oggi non abbia meritato sul campo tutto ciò che si è presa, ma il calcio è divertente anche perché vi ci mette tutto quel che passa per la zucca, magari anche per rendere più leggeri risultati frustranti per qualunque avversario, esattamente come in passato succedeva al Milan di Sacchi-Capello e alla prima Juventus di Marcello Lippi, squadre leggendarie. Discutere l’evidenza del rigore concesso da Damato per il contatto tra in area laziale tra Burdisso e Stendardo, è un puro esercizio dialettico. Come il vecchio designatore Casarin, io ho sempre pensato che un rigore debba essere una cosa seria, ma l’andazzo di oggi è punire con il calcio di rigore anche ‘danni’ minori. In questa logica, forse troppo discrezionale, il rigore dell’Inter ci sta, ma guai a pensare che questa Inter debba la vittoria sulla Lazio unicamente ad un episodio. C’è gioco, c’è classe, c’è potenza, ci sono i fuoriclasse, c’è tutto, al punto che Jimenez sembra già Figo e perfino un Pelè qualunque impressiona al suo esordio a San Siro. Passata con Ibrahimovic su rigore, l’Inter ha raddoppiato nel giro di una decina di minuti con Maicon e triplicato nella ripresa con Suazo, al suo terzo centro stagionale. Agli infortunati di lungo corso si è aggiunto pure Dacourt, ma la squadra non sembra risentirne. In campionato ha segnato 29 gol, miglior attacco con la Juventus ma ha anche la miglior difesa con soli 8 gol subiti: nessun altro è ancora in cifra singola quanto ai gol presi. Tiene botta la Roma, divisa dall’Inter solo in virtù dello scontro diretto che, se fosse finito in pareggio, la vedrebbe al vertice con l’Inter, ma all’Olimpico è finita 4-1 per l’Inter, che nel ritorno avrà pure il vantaggio di giocare in casa gli scontri diretti con Juventus e Fiorentina, oltre che quello con i giallorossi. Stando così le cose, non si fa caso nemmeno agli infortuni a centrocampo, perché in questa squadra probabilmente giocherebbe bene anche Nonna Papera. Chiaro che l’Inter non potrà tenere sempre questo ritmo: prima o poi la giornata storta capiterà. Pensate che delle ultime 52 partite, l’Inter ha perso solo quella in casa con la Roma nella scorsa stagione. Contate fino a 52 partite: un’eternità, in una squadra che nell’eternità rischia di entrarci sul serio

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