RitSFCI: Inter-Cagliari 1-1

Una partita in una manciata di minuti, visto che è successo tutto ad inizio ripresa: dallo straordinario gol su punizione di ‘Magic-box’ Gianfranco Zola, giù il cappello, alla risposta del predatore dell’area di rigore Oba Martins, al suo quinto centro nella manifestazione. L’1-1 finale, per certi versi, è una sorpresa, visto che l’Inter di Mancini è diventata celebre anche per il fattore X ma non pareggiava più una partita dallo scorso 12 marzo, 28.a giornata di campionato a Roma, Lazio-Inter 1-1. Mercoledì prossimo a San Siro, in assurdo orario pomeridiano, le 17.30, perché la TV deve far posto alla finale di Coppa Uefa che si gioca a Lisbona alle 20.45 tra Sporting Lisbona e CSKA Mosca, l’Inter ha l’opportunità di conquistare una finale di Coppa Italia che manca dalla stagione 1999-00. Tra le note positive Marco Materazzi nell’inedito ruolo esterno difensivo sinistro, e tra quelle negative, Fabian Carini, non ancora pronto per succedere al bistrattato Toldo. Disattenzioni varie e qualche errore di piazzamento del portiere argentino hanno causato più di un brivido al Sant’Elia. Senza contare l’ingenuità che ha regalato al Cagliari proprio la fantastica punizione di Zola. Carini, su un pallone alto ed innocuo, è uscito oltre l’area di rigore prendendo il pallone con la mano: roba da oratorio. Da lì le proteste dei sardi che chiedevano l’espulsione, ma il regolamento calcistico è meno chiaro del Manuale delle Giovani Marmotte, poiché nessuno ha dato una spiegazione convincente per motivare il cartellino giallo dell’arbitro Bertini dopo consulto con il suo assistente. Prima della gara ero a Telelombardia in attesa di condurre il pre-partita e discutevo con un dirigente calcistico proprio sulla necessità di riscrivere al più presto il Regolamento del Giuoco del Calcio, perché si presta a troppe interpretazioni. E’ incredibile! Si sono riscritte Costituzioni, codici di procedura civile e penale in ogni parte del mondo e nessuno ha pensato ad un regolamento che renda il Giuoco del Calcio se non serio, almeno certo. Dopo la gara, ho condotto il dopo-partita su Antenna 3 e ognuno aveva la sua opinione. Può darsi che abbia preso ‘freddo’ nello spostarmi tra due emittenti nel giro di due ore, cosa storica per me quella di andare in onda alle 20,30 da una parte e alle 22,30 dall’altra, ma sono certo di aver visto l’allenatore del Cagliari Daniele Arrigoni in escandescenze in panchina per la mancata espulsione di Carini e poi sereno a fine gara, perché Bertini aveva applicato perfettamente il regolamento: “non essendo chiara occasione da gol” – ha riportato Arrigoni – “Carini non andava espulso!” Però Esposito era nei pressi e avrebbe potuto approfittarne senza il tocco di Carini, dicevano alcuni, sennò perché ammonirlo? Il portiere fuori dall’area è un giocatore come tutti gli altri e, se tocca il pallone con la mano, va punito con il cartellino giallo, sostenevano altri. Carini non l’ha fatto apposta ed era sufficiente la punizione, visto che Esposito non era comunque in grado di raggiungere il pallone, ribattevano altri ancora. Insomma, così com’è il regolamento alla fine è solo una traccia e ognuno lo interpreta: incredibile! Tornando alla prestazione di Fabian Carini, dico che non mi ha per nulla rassicurato. Da mesi sostengo che, dopo Dida, Buffon e Cech, Toldo resta ancora il migliore sulla piazza, ma all’Inter il massacro dei portieri è uno sport in voga fin dai tempi di Walter Zenga. Lo sa bene pure Pagliuca che, alle soglie dei 40 anni, sta disputando a Bologna forse la miglior stagione della sua carriera. Quindi attenzione a buttar via Toldo, tanto più che Julio Cesar, parcheggiato dall’Inter al Chievo da febbraio, non ha ancora giocato una partita e gli si continua a preferire il ‘vecchio’ Marchegiani. Al suo arrivo, il brasiliano era infortunato ad una mano, ma ora sta benissimo e non gioca! Segno che ancora non ci si fida ciecamente.

1 Commento su RitSFCI: Inter-Cagliari 1-1

  1. Evaristo Russi, Vigevano(MI) // 21 gennaio 2010 a 11:57 //

    Ciao Gian Luca,
    della partita di andata della semifinale di Coppa Italia tra Cagliari e Inter non c’è dubbio che l’azione più bella sia stata la “magia” di Magic Box Zola, anche se, ahimè, è stata a nostro sfavore.
    E’ proprio di Zola che io, sin da piccolo, sono affascinato per la classe, per la sua fantasia e per la sua completa dedizione in questo gioco che ti da gioie e dolori. E lui, a mio parere, al calcio Italiano ha dato molto, ma quest’ultimo, ad un certo punto della sua vita, lo ha abbandonato, costringendolo ad emigrare in terra Britannica per dimostrare, se non lo avesse già dimostrato abbastanza, di essere un fuoriclasse, al livello di Baggio e Maradona.
    Io Gianfranco lo seguo da quando son nato poichè ho la madre Sarda e mio nonno, ogni volta che discutiamo sul calcio, mi racconta la storia di questo genio che umilmente e a testa bassa si allenava per diventare sempre più forte. Era l’ultimo che al Napoli lasciava il campo perchè stava fino a sera tarda a provare e riprovare le punizioni insieme al suo amico Diego Maradona. Lui stesso disse che il suo degno erede poteva solo essere quel gran uomo di Zola, che ha fatto della sportività e della sua innata classe e tocco di palla le sue doti migliori.
    La grande lezione c’è l’ha forse data quando si ipotizzava una “SuperLega” che comprendeva solo le “ricche” del calcio, a favore dello spettacolo e della tv.
    Lui, con l’indignazione negli occhi, disse che in Inghilterra c’è la coppa di lega (la nostra Coppa Italia) che da la possibilità anche alle squadre di tre categorie più basse di poter affrontare le “grandi”. Aggiunse poi che per i componenti di quelle squadre era un onore poter affrontare una partita contro i Beckham e gli Owen della serie A.
    Lo diceva lui che è stato al fianco di Maradona, ha fatto un mondiale insieme a Baggio, è diventato il simbolo dell’italiano all’estero e, a fine cariera, è tornato a Cagliari, ha preso la squadra dalla B e con la sua immensa classe l’ha riportata nella massima serie, a suon di gol e punizioni irripetibili ha salvato il Cagliari portandolo quasi in zona UEFA e ora, in semifinale di Coppa Italia, tiene ancora vive le speranze di una finale e quindi di poter ancora pensare un po’ all’Europa.
    Tifo Inter,ma prima di tutto sono uno sportivo, quindi non mi sentirei affatto deluso se vedessi la Coppa Italia alzata dalle mani di Zola che concluderebbe la cariera con la felicità di aver riportato un trofeo “importante” nella sua terra Sarda.
    Ti reputo un gran conoscitore del calcio e uno sportivo, perciò penso che Zola piaccia anche a te. Ovvio che se la Coppa la vinciamo noi sarò contento comunque, anzi…
    Evaristo

Lascia una risposta