AndPUCL: Basilea-Inter 1-1

I preliminari restano un problema non di poco conto per le nostre squadre. Lo sono anche per noi uomini, secondo alcune testimonianze femminili, ma restiamo al calcio. Come Juve e Inter hanno puntualmente dimostrato, la preparazione a metà agosto è quella che è. E sarei preoccupato se fosse il contrario. In Italia il campionato è massacrante e si deve tener botta fino a giugno. Figuriamoci quest’anno, con i nostri scienziati del pallone che hanno elevato la serie A a 20 squadre. Avere ora squadre in ottime condizioni fisiche sarebbe molto pericoloso per il futuro. Detto questo, nessuno si esalti per il pareggio di Basilea, ma nessuno si deprima! Un buon primo tempo, all’insegna del gioco, contro una squadra più forte del Djurgardens, poi una ripresa in tono minore, dove ha regnato la stanchezza e dove la fortuna si è ripresa in pali quello che aveva tolto nella prima frazione. Vero che la difesa schiaccia ancora sonnellini terribili, vero che Cambiasso e Veron sono ancora sotto ritmo, ma vero anche che Stankovic è già in grande forma e che Adriano è davvero formidabile: un gol così lo rivedremo centinaia di volte. Una gara per essere analizzata a fondo andrebbe vista almeno tre volte, io mi sono fermato a due, ma dico più luci che ombre perché mi sono accorto del tentativo del Mancio di insegnare una nuova mentalità ad un gruppo che deve imparare a lavorare in un certo modo. Ho visto a tratti il tentativo collettivo di giocare palla a terra, Ze Maria provare il cross dal fondo, Javier Zanetti portare meno palla rispetto al passato e una sufficiente organizzazione tra i reparti. Al 10 agosto, alla prima partita ufficiale per alcuni, ci si può accontentare, il 24 ovviamente dovrà essere diverso. So che ci saranno e già ci sono quelli che vorrebbero buttare via subito tutto, che sono rimasti delusi, che devono vincere 5-0 per essere contenti, e nel calcio si può dire tutto e il contrario di tutto. Basta anche saper non ascoltare! Il reduce degli anni ’60 penserà sempre che Adriano non vale Milani, che il mondo è andato a rotoli dopo lo sbarco sulla Luna e che questa, come avrebbe scritto Esiodo, è l’età del ferro dopo l’età dell’oro. In agosto poi il caldo fulmina il cervello o quel che ne resta: succede anche a me. E allora con il pensionato che l’11 di agosto mi dice al bar che ‘Il Mancini l’è minga bun e che l’Inter l’è pieena de dupiuni’ (Mancini non è capace e la squadra trabocca di doppioni, ndr) io cosa devo fare? Lo porto al mare e lo butto in acqua? Ma no, anzi! Gli pago un bel bianchino prima di mezzogiorno e lo ascolto paziente. Tanto so che penserà sempre che Adriano, rispetto a Peirò, sarà meno ‘tennico’ (tecnico, ndr) anche dopo sessanta gol in dieci partite. Io sento però di confermare la bontà della strada intrapresa. Qualcosa di nuovo c’è: è una questione di atmosfera e solo chi la respira attraverso il contatto, per quanto sempre più filtrato, con gli interessati può confermarlo. Da qui alla gloria la strada è assai lunga ma intravedo meno burroni che in passato.

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