4C: Inter-Parma 2-2

Oggi mi sono arrabbiato parecchio per aver gettato al vento una ghiotta occasione per accorciare il distacco dalla Juventus. Sinceramente non penso che Mancini possa vincere lo scudetto al suo primo anno di Inter, cioè lo spero tanto, ma so benissimo che Milan e Juventus hanno un organico se non superiore, comunque più organizzato. Rossoneri e bianconeri sono gli stessi da anni nell’ossatura di squadra, l’Inter è nuova per oltre la metà. Con questo, credo che Mancini possa portare l’Inter a vincere con un progetto triennale, anche se l’anno prossimo so già che sarò molto meno indulgente di quest’anno. Diciamo quindi che da una parte mi arrabbio meno di qualche tempo fa, quando al 25° di ogni primo tempo avevo già capito tutto, ma dall’altra mi arrabbio di più, perché intravedo comunque una certa filosofia di gioco e quindi divento impaziente. Come tutti, sono ovviamente preoccupato dai troppi gol subiti e dal modo in cui vengono subiti, e a questo proposito la cessione di Cannavaro non c’entra nulla. Che l’Inter sia una squadra nata per giocare anche con tre punte e due centrocampisti offensivi lo sapevo conoscendo il Mancio, una squadra più adatta al 3-2 che all’1-0 per intenderci, ma non c’è giustificazione per le troppe reti sbagliate in rapporto al volume di gioco creato e per quelle subite. Penso che l’involontario umorismo di Mancini, dopo il secondo gol di Martins, valga più di ogni commento: ‘Adesso prendetene un altro, eh?’ – il labiale mostrato dalle telecamere! Un’altra frase strappata dalla TV appartiene a Vieri: ‘Ma perché fischiate?’. Perché il Vieri di oggi non piace a nessuno e anche lui comincia terribilmente a risentire della pressione esterna, una cosa che avevo già notato l’anno scorso. Ma Mancini ha la testa dura: l’aver recuperato van der Meyde contro ogni aspettativa, lo spingerà a tentare ancora con Vieri. Intanto è tornato Martins, segno che l’Inter può anche non dipendere da Adriano: mi sono innervosito con lui in telecronaca perché per i primi 10 minuti Oba ha giocato da solo. Con la testa bassa, senza cercare alcuna collaborazione con un Adriano esausto e bisognoso di sponde. ‘Devi svegliarti!’ – gli ho urlato. Se davvero Martins vuole convincere il mondo di essere il futuro dell’Inter con Adriano, deve fare quello che ha fatto dopo il primo gol, quello facile. Ha finalmente alzato la testa, ha ragionato, ha smesso di correre più veloce del pallone, segnando un grandissimo secondo gol e giocando per la squadra, come mai in passato. Ora andrò a Bruxelles per la gara di Champions League con l’Anderlecht, dove mi aspetto di vedere, prima di ogni altra cosa, una diversa impostazione mentale della fase difensiva, che vuol anche dire una maggiore partecipazione del centrocampo. C’è di buono che Cristiano Zanetti, l’unico vero interditore dell’Inter, sta per tornare!

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