Sorrido a denti stretti

Pubblicato su Tuttosport, rubrica Inter nos – 15 settembre 2002

Sorrido. A denti stretti. Un sorriso un po’ tirato per la verità, ma comunque un sorriso. Perché la situazione dell’Inter non è tragica. Non ancora, almeno. Invece, mi pare vedere attorno alla squadra un clima tetro e preoccupato. E’ Il clima della sfiducia, prima ancora della sconfitta. Ma l’Inter vince. Sembra che perda, ma in realtà vince. Gioca male, ma vince. Di misura, ma vince. Non diverte, non conta i gol con il pallottoliere come Milan e Juventus, ma vince. E, come Milan e Juventus è ; prima in campionato e prima nel girone di Champions League. Lo ammetto, sono un po’ preoccupato per quello che sto vedendo, ma i risultati ci sono. Finora non ho visto un gioco, ma nemmeno una squadra che scivola sulla parete verticale della classifica come uno scalatore in difficoltà. L’ Inter, giova ripeterlo, resta prima in Italia e in Europa, anche se nessuno pare farci caso. Però c’è un’aria negativa, un clima viziato. E chi lo crea il clima? I giornalisti? Troppo comodo. Il clima, l’ ambiente lo fanno i protagonisti. Non ultimi i tifosi, e molti di quelli nerazzurri sono storicamente orientati verso il pessimismo più cupo. Cuper è già sotto pressione e, l’augurio è che sappia resistere e reagire al volo. l’Inter gioca male e non diverte, lo ha denunciato il tecnico prima di tutti, difendendo però per l’ ennesima volta la dignità del suo 4-4-2, un modulo che ha senso soprattutto se si hanno quattro esterni, almeno i due di centrocampo, rigorosi e disciplinati. E l’Inter non li ha. O almeno io non li ho visti. I turchi, ultime scelte, non incidono. Soprattutto Emre, a sinistra, commette i peccati di accentramento di tutti gli altri. Con Recoba è sempre la solita storia: tutti, o quasi, lo vogliono in campo, Moratti continua a celebrarne le qualità, ma Cuper fatica a recepire il messaggio e a ritagliargli un ruolo da titolare vero. Come non bastasse, Ronaldo dalla Spagna continua a destabilizzare l’ambiente. Poi, la cosa peggiore: c’ è già chi, alla vigilia della terza giornata in campionato, fa l’inventario degli allenatori liberi. Una vergogna, per come la penso io. Ipotizzare di cambiare Cuper, in questo momento, è una follia. Ho sempre sostenuto e sosterrò fino alla morte che un tecnico, qualsiasi tecnico, deve avere due, tre stagioni di tempo, a meno di disastri clamorosi, per completare il suo lavoro. L’Inter ha perso intere annate a cambiare tecnici in corsa: almeno in tre occasioni, con Simoni, Lucescu e Lippi, è ; stato accontentato chi copriva le sue mancanze chiedendo la testa dell’ allenatore, Ronaldo in prima fila. E finalmente lo ha ammesso anche Moratti. Quindici giorni fa ero a Bucarest. Ho visto un’amichevole tra il National di Walter Zenga e il Besiktas di Lucescu e ho parlato un po’ con Mircea. Lui ha confermato. C’è stato anche Ronaldo dietro al suo allontanamento dall’Inter, c’è stato soprattutto Ronaldo. Meglio così, dirà qualcuno, ma questo è un altro discorso. Stavolta Moratti ha detto no! A differenza dei predecessori, Cuper è stato difeso. Ricor do ai cacciatori di allenatori che, quando l’Inter ha cambiato in corsa, è finita sempre peggio di com’era cominciata. La favola di Invernizzi ormai è buona per raccontarla ai nipotini. I tempi sono cambiati. Da Simoni a Lucescu, la vicenda si è complicata fino al disastro di quattro tecnici stagionali. Mancava solo il ritorno di Chiappella, ma il campionato, grazie a Dio, era finito. Per non parlare del passaggio da Lippi a Tardelli. Perché spesso il rimedio è peggiore del male. Mai cambiare in corsa: si offre l’alibi alla squadra per il disarmo. E’ la regola. Moratti però stavolta ha tenuto duro: avanti con Cuper e massime garanzie di stabilità e tranquillità. La stessa che dovrebbero avere tutti, a nemmeno quindici giorni dall’inizio della stagione. E Ronaldo pensi a giocare! Prendersela con Cuper è di moda, ma lasci stare Moratti!

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