Facchetti

Giacinto Facchetti, nato a Treviglio il 18 luglio 1942, e scomparso a Milano il 4 settembre 2006. L’ho capito negli ultimi tempi della nostra conoscenza. Una persona prima che un personaggio. Se possibile, ancora più grande come uomo che come calciatore. Lo conoscevo fin da ragazzo e non per cose di calcio, ma di tennis, l’altro suo grande amore. E ogni volta sapeva colpirmi per la sua straordinaria umanità. Lo confesso: quando Moratti, ferito dalle critiche, nel gennaio 2004 lo indicò come suo successore alla presidenza dell’Inter, fui tra gli scettici, pensando di trovarmi di fronte al classico presidente di facciata o, come dicono gli inglesi, allo ‘yes-man’ di turno. Sbagliavo. Solo pochi mesi dopo, nel giugno 2005, Facchetti rischiò la rottura con l’amico fraterno e patron Massimo Moratti, in virtù di un precedente accordo con Alberto Zaccheroni per un’altra stagione sulla panchina dell’Inter, alla presenza dello stesso Moratti. Nel frattempo però il patron aveva cambiato idea, decidendo definitivamente di ingaggiare Mancini, ma non sapeva come dirlo a Zac. Nulla contro Mancini, anzi, ma Giacinto ne fece giustamente una questione di principio. E poi, quante battaglie dialettiche con Galliani, Moggi e Giraudo, a difesa della sua Inter. Ancora più apprezzato all’estero, dove ci hanno sempre invidiato un uomo ed un dirigente come lui, non a caso considerato una autorità da Uefa e Fifa.
Prima foto scattata il 21 gennaio 2003 nella sede di FC Internazionale in via Durini a Milano alla presentazione di Gabriel Omar Batistuta.
Seconda foto scattata ad Atene il 28 febbraio 2002 sul Monte Olimpo davanti al Partenone durante la trasferta per Aek-Inter 2-2 di Coppa Uefa 2001-02.

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