E’ l’Inter dei rimpianti

Pubblicato su Tuttosport, rubrica Inter nos – 4 ottobre 2002

Brutta. L’Inter colata a picco dal Lione in Champions League è stata una squadra brutta ed involuta. Ma non è giusto dire che abbia perso il modulo, come forse non era stato solo il modulo a spegnere il Chievo. Dieci undicesimi della formazione, a parte Vieri, erano gli stessi, e mettere in croce Cuper tre giorni dopo averlo esaltato mi sembra un po’ azzardato. La cosa più divertente, se proprio vogliamo metterla sul ridere, sono i commenti dei tifosi più oltranzisti, anche se stavolta c’è una novità rispetto al passato: è la filosofia del rimpianto, ispirata dai molteplici scambi di mercato tra Inter e Milan. Esistono tre specie di rimpianto per l’ex-calciatore dell’Inter. Cominciamo dai rimpianti puri, cioè quelli per i campioni veri, che sono stati ceduti per madornali errori di valutazione. Qui il capostipite è senza dubbio Lothar Matthaeus che, allontanato nell’estate ’92 per far posto a leggende come Pancev e Shalimov, ha continuato per anni a scrivere pagine gloriose nella storia del calcio internazionale. Dietro di lui, Dennis Bergkamp, prodigio di non adattamento in casa nerazzurra e Michael Silvestre, ma su questi casi c’è qualche divergenza tra i tifosi. Tutti in lacrime invece per Roberto Carlos, caso-limite. Ancora oggi c’è chi non ci dorme la notte e farebbe carte false per riportarlo a Milano, mentre intanto passano gli anni, anche per Carlos. Infine Diego Pablo Simeone: colpa di Lippi, disse qualcuno, colpa di Ronaldo, disse qualcun altro, colpa di tutti, dico io. Sta di fatto che il Cholo ha subito vinto lo scudetto con la Lazio. Poi ci sono i falsi rimpianti, e tra questi ci metto anche Clarence Seedorf e Andrea Pirlo. Spiego perché. Al Milan stanno facendo benissimo, è indubbio, ma dire che nello scambio Seedorf-Coco sia stata l’Inter ad aver preso il pacco è sbagliato. Coco resta il miglior interprete di fascia sinistra dai tempi di Roberto Carlos, inferiore al piccolo brasiliano, ma di gran lunga superiore a tutti quelli che l’Inter ha provato a schierare in questi ultimi anni. Che poi il miglior Coco all’Inter non si sia ancora visto, è un altro discorso, ma il confronto con Seedorf non regge. Storie diverse, ruoli diversi. Forse Pirlo, che l’Inter portò a casa con ottimo tempismo, avrebbe meritato di più, ma così va il calcio. Anche il Milan ha ceduto nel corso degli anni Davids, Vieira, Kluivert, Elber, i primi che mi vengono in mente, e li ha poi visti esplodere in altre squadre, ma in rossonero non giravano: è un fatto! Ci vorrebbe pazienza, ma chi ce l’ha nel calcio d’oggi? Clarence Seedorf, ottimo giocatore, all’Inter ha avuto tre allenatori, Lippi, Tardelli e Cuper, ha giocato più di molti altri in tre anni, ma alzi la mano chi quest’estate avrebbe puntato su di lui e non su Dalmat. Senza dimenticare che l’Inter era più che coperta nei ruoli dove Pirlo e Seedorf pretendevano di giocare. Infine ci sono i rimpianti ad elastico e tra questi il boss è naturalmente Ronaldo. I rimpianti ad elastico sono quelli che ritornano, a seconda dei risultati dell’Inter. Cioè per gente che ha scelto abbandonare l’Inter, ma continua a condizionare umori, commenti ed aspettative di ambiente e tifosi. Ronaldo al Real non ha ancora giocato un minuto ma siede come un fantasma accanto a Cuper in tutte le partite dell’Inter. Se la squadra gira, il partito dei nostalgici del fenomeno perde voti, se la squadra invece fa schifo, il rimpianto si allunga. Proprio come un elastico. Speriamo che Cuper non resti strangolato!

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