Dopo il Ceccarini-day, ci sarà il Baggio-day?

Pubblicato su Tuttosport, rubrica Inter nos – 27 aprile 2002

Nel mondo odierno esistono due tipologie del tifoso interista, da sempre tifoso un po’ particolare, che a breve potrebbe finalmente veder avverarsi un sogno che dura da 13 lunghi anni (leggi: scudo, perché di questi tempi, la scaramanzia rifiuta il vezzeggiativo, ndr). C’è il tifoso interista, ‘bauscia’ solo un po’, che ritiene che gli arbitri NON condizionino il campionato. Questa categoria, della quale per indole faccio parte, pensa e dice che gli arbitri possono sbagliare, ma mai in malafede; sostiene che la Juventus è una squadra come le altre; non vuole sentir parlare di complotti perché i complotti nel calcio non esistono, altrimenti sarebbe meglio andare a giocare a bocce con i pensionati; sogna un’Inter più forte di tutto e di tutti, avversari di ogni colore e torti arbitrali d’ogni specie; osserva con raccapriccio che un ventunenne di oggi, dunque maggiorenne due volte come si diceva una volta, da quando è al mondo ha vinto solo un campionato: già quelli della classe ’81 hanno vinto uno scudetto solo, contro i grappoli di trofei che possono vantare i tifosi di Milan e Juve; questo tifoso aspetta il momento della vittoria con la stessa trepidazione con cui i berlinesi aspettavano la caduta del muro. L’altro tifoso, molto ‘bauscia’, ritiene invece che gli arbitri condizionino il campionato; sostiene che la Juventus non è una squadra come le altre; è sicurissimo che il complotto scatti come la serratura di una cassaforte nel momento preciso in cui la lotta per il titolo si restringe a bianconeri e nerazzurri; è convintissimo che arbitri e guardalinee siano tutti amici di Moggi; sogna ogni notte Iuliano che stende in area Ronaldo, e adesso anche De Santis che sgrida in area Ronaldo, mentre il televisore di casa torna improvvisamente in bianco e nero. Il secondo tipo di interista negli ultimi tempi ha nettamente preso il sopravvento sul primo, tradizionalmente meno loquace ma non per questo meno attaccato alla maglia. Così c’è chi ieri ha immancabilmente ‘festeggiato’ il Ceccarini-day, commemorando pericolosamente quanto segue: correva il 26 aprile ’98 quando Juve e Inter si scontrarono al Delle Alpi per il primato. Allora la Juve aveva 66 punti, gli stessi dell’ Inter di oggi, e l’Inter 65, gli stessi della Juve di oggi. Tanti dei protagonisti di allora sono gli stessi di oggi: Chiusano, Bettega, Moggi e Lippi, oltre a Del Piero, Conte, Montero, Birindelli, Davids e naturalmente Iuliano tra i bianconeri; Javier Zanetti e Ronaldo, solo loro tra i giocatori, oltre naturalmente a Massimo Moratti tra i nerazzurri. Nel Ceccarini-Day, secondo i tifosi più esagitati, ma per la verità anche per quelli più moderati, e incredibilmente persino per qualche juventino, l’Inter si vide scippare il tricolore dalla Juve per mano di Ceccarini. Oggi però tutti gli interisti, complottisti e non, sono uniti da un unico desiderio per domani: un segno di Roberto Baggio, l’ultimo highlander’ del nostro calcio, l’unico artista de l pallone capace di godere di stima trasversale tra tutte le tifoserie, il 23° uomo che sta complicando la vita mondiale del Trap, uno abituato a tutto, ma non alle rivolte popolari precedute da interrogazioni parlamentari. Oggi gli interisti di ogni angolo del globo terracqueo gridano idealmente tutti insieme: ‘Roberto Baggio, facci un gol!’. E se gol di Baggio sarà, e se soprattutto il gol dell’ex-nerazzurro più amato sarà decisivo per il campionato, questa domenica diventerà per gli interisti il Baggio-day, giornata da ricordare assai più volentieri del Ceccarini-day di ieri.

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