Bentornato Georgatos!

Pubblicato su Tuttosport, rubrica Inter nos – 20 luglio 2001

Dopo dodici mesi, Grigoris Georgatos è di nuovo nerazzurro e Cuper ha finalmente ritrovato uno specialista della fascia sinistra. Era da tempo che gli osservatori nerazzurri sondavano il mercato alla ricerca del tassello mancante per la difesa. “Va bene Toldo e Conceicao, ma a sinistra chi gioca?” è sempre stata la domanda dei tifosi interisti in questi ultimi giorni. Una domanda alla quale l’Inter cercava continuamente una risposta, senza riuscire a darne una definitiva, mentre voluminose relazioni su giovani e meno giovani laterali sinistri da tutto il globo seppellivano il tavolo di Lele Oriali, nella sede di via Durini. Poi, finalmente, ecco Georgatos, per un ritorno di cui non si è mai smesso di scrivere e di parlare. Già, alla fine è toccato proprio a chi l’aveva già indossata recuperare la maglia più incerta: a Geo il greco, ceduto in fretta e furia all’Olympiakos dopo una sola stagione in chiaroscuro. Ora rivederlo correre ad Appiano Gentile con tutti gli altri fa un certo effetto, perché quella del greco con la valigia piena di nostalgia resta una storia comunque singolare. Giunto all’Inter nei giorni più caldi dell’agosto di due anni fa, visionato e consigliato da Narciso Pezzotti a Marcello Lippi, Georgatos aveva subito impressionato per le sue qualità: grinta, carattere, personalità e buona tecnica, insomma il miglior laterale sinistro dai tempi di Brehme. Da anni l’inter si dannava l’ anima per tamponare il buco aperto dall’avventata cessione di Roberto Carlos. Molti tentativi, una ventina, andati a vuoto prima che ci provasse Georgatos. Per lui subito un girone di andata molto positivo, arricchito anche da un paio di reti importanti, poi i primi dolori. Le malelingue hanno sempre parlato di un litigio con Marcello Lippi, ovviamente mai confermato. Apparentemente i disagi di Georgatos nella sua prima esperienza interista sono stati altri: la lingua, soprattutto, con conseguenti problemi di ambientamento e comunicazione. ‘Geo’ girava sempre con un interprete fisso, ma la sua testa stava altrove. Al mare della sua Grecia, confidava. Così il girone di ritorno è diventato un inferno, con i primi scadimenti di forma, le gare negative sempre più frequenti, e le domeniche in panchina. In primavera, bastava guardarlo negli occhi per capire che la sua avventura nerazzurra, mentalmente, era già finita. ‘Geo’ tornava sereno solo quando riparava a casa per riposare o per giocare con la sua nazionale. Inevitabile che a fine stagione l’Inter lo rispedisse al mittente. Tutto finito? Nemmeno per sogno, perché le trame del calcio sono imprevedibili e, soprattutto, perché il calcio greco non è quello italiano. Non è stato difficile capirlo nemmeno per Georgatos. Così è cominciata la nostalgia al contrario, una nostalgia più professionale che sentimentale, secondo la formula “ritenta, sarai più fortunato!”. A tutto il resto hanno pensato i buoni rapporti tra i dirigenti nerazzurri e quelli greci. Adesso Georgatos è tornato, più sicuro e più maturo: sa bene cosa lo aspetta e questa volta la nostalgia può attendere Almeno per il calcio, l’Italia è ancora il Paese più bello del mondo.

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