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Riabbracciare Parigi

  • Immagine del redattore: Gianluca Rossi
    Gianluca Rossi
  • 10 nov 1949
  • Tempo di lettura: 2 min
cinema riabbracciare parigi

 di Alice Winocour Mia è una giovane traduttrice che lavora per la radio francese, a Parigi. Una sera invece di rientrare a casa decide di andare a bere del vino in una brasserie. La donna si siede e guarda gli avventori agli altri tavoli: una coppia matura, due ragazze orientali, un gruppo di amici che festeggia un compleanno. All’improvviso si odono degli spari e in men che non si dica alcuni uomini, armati di fucile, iniziano a sparare all’interno del locale. Sopravvissuta all’attacco, Mia dopo tre mesi torna a Parigi e sul luogo dell’attacco per capire quello che le è successo: la sua memoria infatti si è bloccata ai primi colpi di arma da fuoco. Alice Winocour (Premio César 2016 per la miglior sceneggiatura per il film “Mustang”) scrive e dirige, ispirandosi ai fatti del 13 novembre 2015 (e basandosi sulla testimonianza del fratello, sopravvissuto alla strage del Bataclan), il suo quarto film per mostrare il dramma profondo delle vittime sopravvissute a un attacco terroristico: molti non ricordano con esattezza quello che è successo loro, se erano da soli, se si sono nascosti e dove, con chi, mentre attendevano l’arrivo della Polizia. L’interesse della regista è ricostruire il delicato puzzle della memoria di Mia, cui presta il volto e le movenze un’ottima Virginie Efira, premiata con il Cesar 2023 per la migliore interpretazione. L’attrice belga ben interpreta il disorientamento che la perdita della memoria le provoca e l’incapacità di ricominciare la propria vita. Il racconto si sviluppa passo passo, e lo spettatore si fa testimone dei ricordi frammentari di Mia, la segue nelle sue scoperte e nelle sue ricerche. L’incontro con Thomas (un bravo Benoit Magimel) altra vittima dell’attacco la aiuterà a capire che “bisogna essere almeno in due per ricordarsi”. Ricordare vuol dire poter affrontare meglio la propria realtà di sopravvissuti. Riabbracciare Parigi (meglio il titolo originale “Revoir Paris”) è ben scritto, emoziona senza suscitare facili lacrime e arriva in Italia con un anno di ritardo. Al cinema. Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti – 9.11.2023

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