di Roberto Andò
Partendo da Quarto (a Genova) il generale Garibaldi (il solito camaleontico Tommaso Ragno) aiutato dal colonnello Vincenzo Giordano Orsini (un grande Toni Servillo) arruolò e condusse in Sicilia mille uomini allo scopo di sconfiggere i Borboni e creare così il Regno d’Italia sotto la guida di Vittorio Emanuele II. Il nuovo film di Roberto Andò è un’opera storica da lui ben scritta (con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso) che segue molto le vicende del colonnello Orsini: questi condusse uno sparuto gruppo di soldati verso l’interno dell’isola per farsi inseguire dai borbonici che lasciarono così sguarnita la milizia a Palermo e facilitarono l’entrata di Garibaldi nella città sicula. Seguendo poi un breve racconto di Leonardo Sciascia (Il silenzio) che molto sta a cuore al regista siciliano (lo scrittore fu suo mentore) mostra un episodio poco conosciuto all’interno della missione di Orsini. Il risultato è un ottimo affresco storico in cui si respira un’aria patriottica: si percepisce la forza dello spirito idealistico che guidò Garibaldi verso la libertà dei popoli oppressi dai borbonici, genti di tutte le regioni e i dialetti d’Italia riuniti per sconfiggere lo straniero. L’opera sembra chiedersi, col senno di poi, se non fu tutta un’illusione, quella di combattere tutti uniti per uno scopo comune. C’è un discorso interessante che affiora a tratti sul concetto di libertà e sull’importanza di battersi per questo valore. Nel percorso affabulatorio introduce anche le vicende tragicomiche di due siciliani (gli ottimi Salvatore Ficarra e Valentino Picone) che si arruolano per motivi personali, disertano, e in seguito giocheranno un ruolo fondamentale all’interno della storia. Ottime interpretazioni anche di Giulia Andò, Leonardo Maltese, Pascal Greggory e della sempre magnifica Giulia Lazzarini. Da vedere, al cinema.
Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 14.1.2025