Argentina: Racing, la fine di un incubo
di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com
La maledizione, l’ultima delle tante che per chi ci crede avevano colpito il Racing, è finita. Vincendo in casa dell’Olimpo, i biancocelesti hanno interrotto la serie di 12 partite senza vittoria e 6 sconfitte consecutive che era significata il peggior inizio di campionato nella storia dei tornei corti argentini.
Nel corso di queste 12 partite, in ragione di 2 soli pareggi e per il resto solo sconfitte, aveva conquistato appena 2 punti sui 36 disponibili. A questi numeri raccapriccianti, nell’analisi della stagione in corso vanno poi aggiunte le due sconfitte in Copa Sudamericana su altrettante uscite, con la conseguente eliminzione dalla competizione. E in quanto ai gol, appena tre quelli fatti, di cui un autogol, e 20 quelli subiti, più di qualsiasi altra squadra in Prima Divisione.
Ma questa tendenza, contro l’Olimpo e pure in trasferta, è cambiata: vittoria, tre punti, un gol finalmente fatto e nessuno subito.
Elemento evidentemente essenziale in questa piccola grande impresa è Reinaldo Merlo, tornato dopo sei anni a dirigere il club che per sua stessa ammissione gli ha dato la gloria come allenatore.
Sessantatreenne, un passato d’eccellenza vestendo solo la maglia del River Plate con cui ottenne 7 titoli nazionali giocando da centrocampista e collezionò più presenze di chiunque altro nel Superclásico contro il Boca, il ‘Mostaza’ ossia ‘mostarda’ com’è soprannominato per via del colore dei suoi capelli che sono biondo scuro, ha fatto ritorno ad Avellaneda per allontanare l’Academia dall’incubo di una retrocessione che sarebbe clamorosa e dolorosa soprattutto perché beffardamente seguirebbe a distanza di una sola stagione quella dei cugini dell’Independiente.
Merlo qui aveva già allenato due volte. La prima, nel 2001-02, coincisa con la vittoria del primo campionato dei biancocelesti in 35 anni, il settimo nella sua storia professionistica ma sedicesimo alla luce del recente riconoscimento da parte dell’AFA anche dei titoli amatoriali. Terminato detto mandato a metà del torneo successivo, era quindi tornato a sedere su quella panchina nel 2006-07, ma l’esperienza fu negativa.
Ora, ottenuta questa vittoria, all’ombra della statua che i tifosi eressero in suo onore dopo il trionfo di fine 2001 l’eccentrico allenatore dall’inconfondibile vocione e la risaputa scaramanzia proverà a dimostrare di essere in grado di rimettere insieme un gruppo di indubbio talento ma che è stato allo sbando troppo tempo per considerarlo ripresosi soltanto per la menzionata vittoria. Ce la facesse, il successo sarebbe davvero notevolissimo dato che a bloccare i giocatori per lunghi mesi erano state una crisi di sfiducia strettamente calcistica, che aveva provocato l’avvicendamento di quattro tecnici in poche settimane, ma anche le conseguenze di una lotta politica intestina costata la testa a tre figure di primo piano ognuna più o meno responsabile del naufragio: il presidente Cogorno, il vicepresidente e sostanziale burattinaio Molina e il manager Roberto Ayala – che si ricorderà aver vestito in Italia le maglie di Napoli e Milan.
Sponsor numero uno di Merlo è oggi il nuovo presidente, Blanco, al quale spetterà allo stesso modo benché da un’altra prospettiva di tenere insieme i pezzi del club almeno fino a nuove elezioni. Quel che la dirigenza recentemente insediatasi si aspetta dal tecnico, intanto, è che riesca a tirar fuori il meglio da una rosa che a luglio tutti definivano eccezionale forte innanzitutto dei suoi giovani talenti, ma che poi era rimasta orfana di due di questi ragazzi: Fariña, ceduto al Benfica, e Centurión, andato invece al Genoa. Si dirà che le sorti di una squadra non possono dipendere da due ventenni, ma non si può nemmeno dimenticare che in particolare grazie al loro apporto, ancora agli ordini di Zubeldía, il Racing nel 2012-13 aveva saputo mettere insieme il quarto maggior numero di punti fra tutte le squadre di Prima Divisione – in netto contrasto coi pochissimi raccolti invece in questa nuova stagione.
Ora, l’ambiente è da lungo tempo attento alla scaramanzia. Si ricorda lo scampato incidente aereo nel corso di una trasferta in Colombia che è proprio la stessa terra in cui 32 anni prima era precipitato l’aereo su cui viaggiava Carlos Gardel, il più famoso cantante di tango di sempre e dichiarato tifoso biancoceleste, scampato il quale il Racing poté continuare la trionfale campagna di Libertadores del ’67. Si ricorda però anche la macumba dei gatti neri sepolti sotto il campo di gioco da tifosi dei rivali dell’Independiente dopo la vittoria dell’Intercontinentale, sempre in quel lontano ’67, a cui seguirono 35 anni di insuccessi, proprio fino al campionato vinto col superstizioso Merlo. Unica eccezione, la Supercoppa del 1988, agli ordini però di un altro allenatore scaramanticissimo e quindi presumibilmente in grado di allontanare la jella: il ‘Coco’ Basile. E allora oggi non può che chiamare l’attenzione che il nuovo esordio in panchina sempre di Merlo sia avvenuto di venerdì, come i due precedenti, e sia coinciso con una sconfitta per 0-1, come all’inizio del ciclo che avrebbe portato alla conquista del campionato; e anche che la prima partita di questa sua nuova tappa sia stata contro il Vélez, con cui aveva pareggiato il giorno che il Racing vinse proprio con lui in panchina il suo ultimo campionato. A confronto di tutto ciò, che il primo trionfo di questa stagione sia arrivato alla tredicesima giornata quasi non conta…
Ora che è arrivato il primo e sospirato successo stagionale dopo quattro lunghissimi e travagliati mesi di attesa, oltre che nelle capacità del vecchio nuovo allenatore forse allora i tifosi dell’Academia, il primo ‘grande d’Argentina’, l’unica squadra ad aver conquistato sette titoli di seguito in 122 anni di calcio locale, possono trovare segnali positivi anche guardando a ciò che non è strettamente calcistico. Come da tradizione.
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