Per l’Inter è sempre Triplete-123
Οι διάλογοι ovvero Racconti da tifosi da Bar – lunedì 30 maggio 2011
L’Inter, battendo 3-1 il Palermo all’Olimpico di Roma, ha conquistato la settima Coppa Italia della sua storia e, più fastidioso di un gatto attaccato ai testicoli, il concessionario interista Walter irrompe al Bar Sport agitando un gigantesco cartone con la scritta ‘Dedicato ai milanisti’: “5 scudetti, 1 Champions League, 1 Mondiale per Club, 4 Coppe Italia e 4 Supercoppe Italiane – enumera – per un totale di 15 titoli in sei anni, con due Triplete!”
Applaudono i colleghi di tifo, a cominciare dall’elettricista Kevin, tecnico manutentore del videopoker: “Siamo ancora noi i tripletisti” – urla come un portuale allo scopo di farsi sentire fino dall’altra parte della strada.
Il tassista milanista Gianni reagisce attaccandosi alle dure proteste di Zamparini sull’arbitraggio di Morganti: “Siete proprio la banda bassotti – ripete come un pappagallo – ogni volta che vincete qualcosa, c’è qualcuno che si sente derubato!” L’ortolano e collega di tifo Gaetano minaccia invece una pronta rivincita: “Intanto stavolta vi abbiamo tolto lo scudetto – precisa – e in Cina ci prenderemo anche la Supercoppa Italiana. E’ ora di finirla con ‘sti Albi d’Oro zeppi di Inter!”
Il postino milanista Donato sottolinea invece il primo successo dell’ex Leonardo, che il pensionato interista Artemio continua invece a vedere come una jattura: “Abbiamo vinto, nonostante quel milanista di Leonardo in panchina, altro che storie…”
Gli juventini invece hanno smesso da tempo di parlare di calcio giocato e provano a consolarsi con i boatos di mercato. Il carrozziere Ignazio quello che legge e sente se lo beve tutto, manco fosse un Campari triplo: “Dall’aria che annuso in giro, la Juve sta per tornare la squadra più forte del mondo – esagera – tutti i più grandi sono pronti a venire da noi! Me lo ha detto anche mio figlio che lavora in Fiat e c’ha notizie di prima mano!”
E se lo studente fuori-corso Boris ha già cominciato a celebrare il nuovo allenatore Antonio Conte, il parrucchiere Rosario crede poco a certe voci di mercato: “Voglio proprio vederli quelli che verranno a giocare in quella squadretta che è diventata la nostra Juve – frigna – piantamola di farci menare per il naso dai nostri dirigenti!” E l’anzianissimo pensionato Ambrogio calca la mano: “Più facile credere a Babbo Natale che a certi acquisti bianconeri” – sentenzia, mentre si scola una Vecchia Romagna tripla che perforerebbe lo stomaco di un bue.
E con la chiusura della stagione calcistica 2010-11, il Bar Sport chiude i battenti. Forse, per sempre, perché il barman Pinuccio Necchi e la moglie Armida Bonetti in Necchi hanno deciso di andarsene in pensione e di vendere il locale. Tra pochi giorni qui ci sarà un altro di quei maleodoranti Call Center gestiti da stranieri. Un altro pezzo di città che muore, ma così vanno le cose, di questi tempi e chissà dove finiranno gli sfaccendati che, nel male più che nel bene, l’hanno animato con le loro inutili discussioni calcistiche. (123- fine, per fortuna)
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