And8iUCL: Liverpool-Inter 2-0
Perdere è più difficile quando non si è più abituati alla sofferenza. Lo 0-2 ad Anfield Road, maturato negli ultimi cinque minuti, compromette seriamente la qualificazione ai quarti di Champions League, che l’Inter continua, sopratutto nelle gare a eliminazione diretta, ad affrontare senza la giusta determinazione. Ancora prima di discutere la fiscalissima espulsione di Materazzi da parte dell’arbitro belga De Bleeckere, vien da chiedersi perché l’Inter si trovi troppo spesso a giocare lunghi tratti di partite in inferiorità numerica. Quest’anno è già la sesta volta che accade, e se nelle altre cinque era andata bene o quasi, in Inghilterra è andata decisamente male. D’altronde, un conto è giocare in dieci contro l’Udinese o l’Empoli, un altro è resistere davanti ad una squadra di alto rango europeo, qual è il Liverpool, capace di arrivare alla finale in Champions League per ben due volte negli ultimi tre anni. Certo Materazzi non meritava due cartellini gialli con l’espulsione alla mezz’ora, ma è un campione del mondo e sa meglio di altri che in Europa i criteri di valutazione arbitrali sono differenti dalla serie A. Non a caso Mancini si è arrabbiato più con Marco che con l’arbitro. Al di là degli episodi, il discorso è più generale, perché l’Inter non ha ancora ‘capito’ come si sta in Europa. Stankovic e Ibrahimovic, due campioni, non hanno mai inciso e vien da chiedersi perché, anche se tutta la squadra ha reso al di sotto delle aspettative. E non venitemi a dire che sia Mancini al quale da calciatore l’Europa ha comunque regalato discrete soddisfazioni, quello che subisce la pressione europea. Il Mancio non ha certo preparato una gara difensiva e, malgrado l’inferiorità numerica, ha mantenuto in campo due punte finché è stato possibile. Vieira è subentrato a Cruz dopo dieci minuti di ripresa ed è andata pure peggio, col francese che ha ancora le gambe pesanti e si vede: ha perso un pallone a centrocampo obbligando Julio Cesar all’unica parata della serata e ha rischiato il calcio di rigore coprendosi il volto con le mani in piena area, ma De Bleeckere l’ha evidentemente giudicato involontario. E’ la squadra che in Europa s’intimidisce e balbetta. Il grave infortunio a Cordoba, ad un quarto d’ora dalla fine, ha fatto cedere la diga. Ivan, con il solito Cambiasso, è stato il migliore in campo, alla faccia dei soliti saccenti che parlano sempre sempre prima e a sproposito. L’amarezza dopo queste partite è enorme, perché il Liverpool meritava certamente di vincere, ma altrettanto certamente l’Inter poteva pure scamparla, visto che fino a cinque dal termine aveva organizzato perfettamente la sua fase difensiva, almeno quella! In fondo la superiorità numerica del Liverpool fino ad una manciata di minuti dalla fine si era manifestata soprattutto nel possesso palla e in una pioggia di calci d’angolo, peraltro calciati malissimo. Poi il tiro dell’olandese Kuyt sporcato da Maicon e il colpo da biliardo di Steven Gerrard, fino a quel momento inoffensivo. Ora serve un’impresa nel ritorno a San Siro il prossimo 11 marzo: un 3-0 come quello del 12 maggio 1965 proprio contro il Liverpool o per chi non c’era come quello del 7 novembre 1990 in Uefa contro l’Aston Villa o quello del 9 dicembre 1998 contro i francesi dello Strasburgo, sempre in Coppa Uefa. In entrambi i casi l’Inter ribaltò a San Siro lo 0-2 dell’andata e si qualificò, vincendo poi la Coppa Uefa. Ma questa è Champions, il Liverpool non è proprio una squadra di sprovveduti e l’Inter ora è in un mare di guai. Ora bisogna nuotare!
Poteva e doveva capitare, prima o poi. Peccato sia capitato nella sera più importante: quella della Champions. In casa dei vice-campioni d’Europa. Serata triste, ma mai quanto quei beceri imbecilli che all’Aeroporto di Liverpool hanno contestato giocatori e tecnico. La vera tristezza di questa serata sono loro. Tristi ‘vedove’ di un passato che grazie a tecnico e gruppo pensavo ci fossimo lasciati alle spalle. Invece no. Alla prima stecca eccole di nuovo. Siamo un esercito di milioni di tifosi che ha il non invidiabile primato di avere i peggiori ‘nemici’ dentro le proprie fila. Se non fossi convinto che si tratti di enormi idioti potrei pensare che siano il braccio armato da qualcuno. Vorrei che quel miracolo di San Siro di molti anni fa potesse ripetersi soprattutto per loro. Anche se so che sarebbero i primi a salire sul carro del vincitore. Daniele.
Ciao G.Luca, sai qual è il problema più grosso per l’Inter? I suoi tifosi. Mi spiego meglio. Da 2 anni stiamo giocando bene, stiamo vincendo, abbiamo finalmente un gruppo, e basta una sconfitta, contro un’ottima squadra e in inferiorità numerica, per sentire le solite lamentele di un pubblico che si meriterebbe i Brechet e i Gresko di antica memoria. Come si fa a dire che Mancini non è un grande allenatore? Negli ultimi 2 anni, su 80 partite questa è la sesta sconfitta. Di queste sei l’unica decisiva per ora è la finale d’andata della Coppa Italia l’anno scorso. Ora se mi si dicesse che le prossime 80 partite avranno gli stessi risultati, sono pronto a mettere una firma ovunque. E oggi cosa mi tocca sentire ? E’tutto da rifare, non abbiamo una mentalità europea, Ibra non vale niente, Cambiasso è scarso ecosì via. Ha ragione il Mancio a prendersela con la stampa, ma tante volte siamo noi tifosi i primi a lasciarci condizionare dai giudizi di qualche ‘espertone’ televisivo. Sai cosa ti dico? Ben venga il ‘solito’ scudetto e per tanti anni ancora. E se per caso ribaltassimo il risultato al ritorno, allora…. Saluti