13C: Palermo-Inter 1-2
Comincio dalla fine. E’ già un giorno nuovo quando sull’aereo dell’Inter, in volo dall’aeroporto Falcone e Borsellino verso Malpensa, Roberto Mancini afferra il microfono di bordo e si rivolge ai suoi: “Ragazzi, volevo ringraziarvi perché oggi è il mio compleanno e mi avete fatto un gran bel regalo!” L’applauso della squadra percorre l’aereo fino al giovane Mancio, 42 anni, appena entrato nella storia dell’Inter con un piccolo ma significativo primato: dopo il successo di Palermo, è l’unico allenatore nella storia interista ad aver vinto nove gare consecutive. Non c’erano riusciti nè Helenio Herrera con la grande Inter Euromondiale, nè Trapattoni con l’Inter dei records, nè Simoni con l’Inter di Ronaldo e Simeone. Nel Renzo Barbera traboccante come un cannolo siciliano, la nona sinfonia nerazzurra è risuonata grazie a due solisti di classe, Ibrahimovic e Vieira, capaci di avviare e sigillare una partita riaperta una manciata di secondi prima dell’intervallo dal brasiliano Amauri. Ex-juventini, è vero, ma prima di tutto calciatori straordinari, da celebrare per meriti oggi assolutamente nerazzurri! Grazie a loro e ai migliori Stankovic e Zanetti di sempre, oggi l’Inter è uno squadrone, solido come il diamante e a tratti rilucente di gioco, checchè se ne dica. Uno squadrone che, se perde Ibrahimovic e Cordoba schiera Crespo e Samuel. Uno squadrone che può concedersi persino Adriano dal primo minuto tra lo stupore generale, con il brasiliano che non se l’è cavata male, firmando entrambi gli assist dei gol nerazzurri. Adriano titolare per una gara così importante dà la misura del coraggio di Mancini e l’imperatore triste sarà bene che rifletta sul significato della sua investitura. Forse un rischio calcolato, perché il Palermo ha un tasso complessivo notevolmente inferiore all’Inter e, come non bastasse, i rosanero devono pure aver ‘sentito’ troppo una partita che, anche fosse finita in pareggio, non avrebbe in alcun modo ridimensionato la statura dell’Inter. Ma proprio per questo i nerazzurri hanno sempre e solo da perdere da ogni partita, visto che per tutti devono sempre e solo vincere. E mentre io continuo a ripetere che per la legge dei grandi numeri prima o poi arriverà uno stop, questi continuano imperterriti a vincere, allungando la classifica. Ora l’avversario che insegue si chiama Roma ma “prova a prendermi”, direbbe Leonardo di Caprio a Tom Hanks!
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