Eileen

Eileendi William Oldroyd

Massachussets 1960: la giovane Eileen (una bravissima Thomasin McKenzie) vive con il padre alcolista (Shea Whigham) in una cittadina di provincia del New England. Lavora come  segretaria in un istituto penale minorile e conduce una vita monotona senza emozioni e senza amore che la sua giovane età richiede. Perciò quando l’affascinante psicologa Rebecca (Anne  Hathaway) sostituisce l’anziano medico del carcere e le dà un minimo di attenzione, che all’inizio Eileen mal intende, la vita della giovane comincia a mutare. Non svelerò oltre di questo thriller psicologico ben riuscito, sicuramente grazie all’interpretazione delle due  protagoniste. Diretto dalla mano calibrata e sicura di William Oldroyd, noto per “Lady Macbeth” (2016) il film ha avuto vicende produttive complicate. Tratta dal libro omonimo di Ottessa Moshfegh (vincitrice dell’Hemingway Foundation/PEN Award) la sceneggiatura doveva essere inizialmente redatta da Erin Cressida Wilson per la produzione di Scott Rudin (No country for old men, Lady Bird, The Truman Show, e molti altri) nel 2016. Poi nel 2021 Rudin viene accusato da alcuni impiegati di avere avuto comportamenti rudi e abusivi nei loro confronti e decide di abbandonare qualunque progetto produttivo. Tornando al nostro film, la sceneggiatura è stata scritta dalla stessa Moshfegh e dal marito Luke Goebel. Al di là della produzione il film, che ha partecipato ai Film Indipendent Spirit Award, è un’opera semplice e genuina, con interessanti e inaspettati risvolti e spunti di riflessione: c’è molto non detto che però traspare e rende credibili i personaggi. Se siete in cerca di un film facile, senza particolari ambizioni, questo potrebbe essere il film adatto. Presentato alla Festa del cinema di Roma. Al cinema.

Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 8.6.2024