Il male non esiste

 

il male non esistedi Riusuke Hamaguchi

Takumi e la figlia Hana vivono in un villaggio nei pressi di Tokyo. La loro vita è semplice ed è scandita dai ritmi della natura. All’assemblea del paese gli abitanti e Takumi vengono a sapere del progetto di costruire, vicino alla casa dell’uomo, un glamping, un campeggio di lusso dove gli abitanti di altre città possano venire a rinfrancarsi nella natura. Takumi e gli altri paesani non sono per niente d’accordo. Riusuke Hamaguchi, reduce dal successo internazionale del bellissimo “Drive my car” (Oscar, Golden Globe e BAFTA per miglior film, miglior sceneggiatura a Cannes 2021) per il suo nuovo film parte da un progetto particolare: un accompagnamento per immagini alle esibizioni dal vivo della musicista Eiko Ishibashi (autrice della colonna sonora di “Drive my car”) in seguito trasformato e sviluppato in sceneggiatura. Il tentativo del regista è mostrare il rapporto tra uomo e natura cercando, in qualche modo, di narrare il punto di vista della natura come un flusso non di parole, ma di immagini e suoni, come un’esperienza immersiva nella natura stessa. L’operazione non ci convince gran che, forse perché per quanto possa essere frammentata una storia abbiamo bisogno di “una” storia e non di un abbozzo di essa. O forse perché siamo refrattari a vivere la natura ritrovandola in un film che parte dalle emozioni di una persona (il regista) nell’intento di trasmetterci quelle sue stesse emozioni. Se resisterete alla lunga carrellata iniziale di rami degli alberi dal basso verso l’alto o se riprese di trenta e più secondi di uccelli in volo, immagini statiche e prolungate di ruscelli e primi piani di fiori e piante non vi faranno rimpiangere i documentari di David Attenborough allora questo potrebbe essere il film per voi. A tutti gli altri sconsiglio fortemente. Gran Premio della Giuria a Venezia e all’Asia Pacific Screen Awards nonché miglior film al London Film Festival. Al cinema.

Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti – 14.12.2023