Bobo: ‘Adesso fischio io!’ Dialogo immaginario con un tifoso

Pubblicato su Eurocalcio – febbraio 2001

Dialogo immaginario, anzi verosimile, tra l’irascibile Bobo nerazzurro ed un tifoso interista dal fischio facile.
Premessa. Questo dialogo non è mai avvenuto, ma solo per pura coincidenza. Non è mai avvenuto semplicemente perché Christian Vieri e il tifoso interista dal fischio sempre in canna, statisticamente abbonato alle ‘nobili’ poltroncine rosse di San Siro, non si sono mai incrociati. E, comunque, anche trovandosi faccia a faccia, non si sarebbero mai detti tutto fino in fondo. Il dialogo che state per leggere è però del tutto verosimile, visto che è stato fedelmente ricostruito dal cronista, che è di parte e lo dichiara subito, perché a suo giudizio Christian Vieri è un campione. Come non bastasse, a chi scrive Bobo Vieri è pure simpatico, anche se comprende benissimo quanto possa risultare antipatico a quelli che non lo conoscono, per quel suo modo di porsi forse troppo diretto, apparentemente poco disponibile, comunque sincero. A confronto ci sono le varie dichiarazioni rilasciate da Vieri ai media, oltre a qualche confidenza ‘fuori onda’, e le esternazioni di alcuni tifosi, cosiddetti VIP, perché da VIP è sicuramente il loro portafogli, dal momento che il costo di un abbonamento al primo anello rosso di San Siro è di due milioni e mezzo solo per il campionato, perché, se ci mettiamo le Coppe, anche se l’Inter ultimamente ha fatto di tutto per non frequentarle, il budget può quasi raddoppiare. Sono stati loro, i tifosi più benestanti della Beneamata, non tutti s’intende, a lanciare la campagna del fischio a Vieri: magari gli stessi che in passato avevano riservato il medesimo trattamento a Matthaeus e una volta persino a Ronaldo. Dopo qualche avvisaglia in Inter-Juve e nel derby, il rito del fischio a pioggia, preceduto dai soliti terrificanti mugugni, si è consumato in Inter-Parma del 14 gennaio scorso, 1-1 il risultato finale, a segno Di Vaio per gli emiliani e naturalmente Vieri, proprio lui, per i nerazzurri, che di rimando non ha esultato. Perché? Via al dialogo, al faccia a faccia, al confronto all’americana.
“Caro Vieri, io sono tifoso dell’Inter da quando c’erano Herrera e Moratti padre. Io ho visto Suarez, Corso e Mazzola, poi Beccalossi e Matthaeus. Se permetti, io di calcio me ne intendo! Quando io venivo a San Siro, tu stavi ancora in Australia! Sarai anche bravo come dicono i giornalisti, che comunque di calcio ne capiscono poco, ma devi ancora dimostrare di essere uno da Inter. Se sbagli, e ultimamente sbagli gol già fatti, io ti fischio!”.
“Caro tifoso del primo anello, non voglio cominciare dai gol annullati, perché tanto quelli te li ricordi solo quando discuti con i tifosi delle altre squadre, sai una cosa? Dopo il derby, mi sono detto che non mi era mai successo di sbagliare tanti gol in una partita sola e, che più che per me stesso, mi dispiaceva per i compagni che avevano lottato per novanta minuti. Io sono stato il primo a fare autocritica, perché quando sbaglio sono il primo ad accorgermene ed il primo ad arrabbiarmi!”
“Per carità, lasciamo perdere il derby, che è meglio. Lì te ne sei mangiati almeno quattro, per non parlare di quello grande come una casa con la Juve, che ci avrebbe fatto vincere la partita. Con il Parma io ho fischiato, perché con quello che pago per andare allo stadio, mi sembra anche giusto che dica la mia!”
“Ci mancherebbe altro, ognuno è libero di criticare chi vuole, ma allora la mia la dico anch’io. A me i fischi non fanno né caldo, né freddo. Piuttosto che li prendano i miei compagni, me li prendo volentieri io, anche se non mi fanno piacere, e quelli con il Parma, in particolare, mi hanno mandato in bestia! Dovresti sapere che la forma migliore non è una cosa che si trova così, con un colpo di bacchetta magica, dopo essere stato fuori tanto tempo: è successo a molti, è normale che possa succedere anche a me. Infatti, i fischi potrei capirli tra un mese, ma adesso mi hanno ferito! Prima della partita con il Parma, ho avuto un mal di denti tremendo per tutta la settimana con una conseguente estrazione. Ho faticato a dormire, ho faticato a riposare e ho fatto fatica pure a mangiare. Non mi sono quasi mai allenato e quel poco che ho fatto non l’ho fatto al meglio. Ma non sono andato a raccontarlo in giro, ne ho parlato con Tardelli e abbiamo deciso che avrei giocato lo stesso per poter essere d’aiuto alla squadra. In un momento delicato ci vuole l’impegno di tutti! E’ per questo che, a fine partita, ho detto che, se segno a San Siro, non esulto più, almeno per un po’!”
“Guarda che non è mica la prima volta che te ne esci col fatto che non esulti dopo un gol! Io vengo sempre a vedere l’Inter e mi ricordo tutto. E’ già capitato due volte, l’anno scorso: tu ti sei mangiato un paio di gol, io ho fischiato, poi tu hai segnato e non hai esultato. La prima volta a gennaio nel primo derby di Coppa Italia e la seconda a fine febbraio in Inter-Venezia, dove poi ti sei fatto anche male. Per due volte, hai sbagliato dei gol fatti, io ho fischiato, tu hai segnato e poi non hai esultato: questa è la terza. E’ un film che ho già visto! Poi però sei tornato a festeggiare dopo i gol!”
“Vero. Hai buona memoria, perché la verità è che mi piace troppo segnare: io vivo per fare gol, e se non ci riesco, mi sento da schifo! Sai, a 20 anni, se giocavo male mi deprimevo e se giocavo bene mi sentivo un dio, adesso invece, da tre o quattro anni, ho trovato un equilibrio che è fondamentale per un calciatore. Se ti butti giù o ti esalti troppo è finita: per questo ti dico che puoi anche continuare a fischiarmi, io vado per la mia strada, ciò non toglie che lì per lì m’incazzo! Quando sto in campo, sono sempre teso e concentrato, e se sto bene mi sento un gigante, il più forte di tutti; se sono in forma, non ho paura di niente, figurati cosa possono farmi quattro fischi!” ;
“Scusa eh, ma spiegami perché, se continui a sbagliare i gol, io non dovrei fischiarti? Con tutti i soldi che prendi, poi, senza contare che cambi squadra tutti gli anni: io non credo che tu sia attaccato alla maglia!”
“I soldi li prendono tutti, non li prendo solo io e non ho mai negato che faccio il mestiere più bello del mondo: quanto alla storia del mercenario, vai a leggerti gli almanacchi, perché non sono l’unico ad aver cambiato tante squadre, e comunque quest’anno sono rimasto all’Inter, e se sono rimasto un motivo ci sarà, visto che Lazio e Juve, secondo tutti i giornali e le TV, mi volevano. Sono rimasto perché voglio fare anche i gol che non ho potuto fare l’anno scorso! E magari farli insieme a Ronaldo, visto che l’Inter più bella, con Ronaldo e Vieri, l’avete vista solo per mezz’ora nel derby dell’anno scorso, almeno finché non hanno buttato fuori Ronie!”
“Già, perché, oltre a quelli di Ronaldo, ci sono stati pure i tuoi infortuni: anche lì, vai a capire, uno stiramento dopo l’ altro, ti abbiamo aspettato per otto mesi!”
“Si, perché adesso è una colpa farsi male! La verità è che io non ho avuto un semplice stiramento, ma tre fibrosi, che sono cose un po’ più gravi e complicate, e se sono stato fuori così tanto, è per via delle ricadute, perché non mi sono mai tirato indietro! Fosse per me giocherei anche con una gamba sola! Ho sempre dovuto trattenermi, per poi sentirmi dire che faccio solo i miei interessi, come quella volta che sono andato a San Siro e una vecchia mi ha detto che non giocavo perché me ne fregavo dell’Inter e che mi stavo riposando per gli Europei: volevo buttarla giù dal primo anello! Infatti, gli Europei non li ho fatti e ho sgobbato parecchio per tornare a giocare. Chiedilo a chi ha lavorato con me, perché è difficile lavorare con me; quando non sto bene divento insopportabile, mi arrabbio, me la prendo con tutti, dico parolacce tutte il giorno! Se parli con tutti gli allenatori che ho avuto, ti diranno la stessa cosa: che quando c’è da allenarsi, io sono il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via!”.
“Sarà! Però si dice che di notte sei sempre in giro, per locali e discoteche, a caccia di ragazze, come la Velina!”
“Si dicono tante scemate. Io sono fidanzato da quasi un anno con Elisabetta, anche se c’è chi va in giro a dire che non siamo più insieme. In discoteca ci vado quando sono in vacanza o quando posso. Un po’ di tempo fa, è venuto perfino mio papà a Milano, allarmato dalle voci che giravano, per capire che cosa stava succedendo. Io sono un professionista, e so bene che certe cose non le devo fare!”
“Va beh! Tu hai detto la tua, io ho detto la mia: spero di non doverti fischiare ancora, dipende da te!”
“Certo, ma dipende pure da te, perché criticare è un diritto, ci mancherebbe altro, ma tutti sbagliano e bisognerebbe sforzarsi di capirne i motivi.E comunque questa mia polemica non vuol dire che me ne andrò dall’ Inter, perché ogni volta che apro bocca c’è chi ci aggiunge altre cose. Quando stavo fuori, tutti a dire che mancavo io, poi appena rientro e, lo ammetto, sbaglio qualche gol di troppo, piovono fischi: ma di una cosa sono sicuro, quando sarò al 100%, nessuno fischierà più, né me, né i miei compagni. In ogni caso, io voglio solo una cosa: la salute! E poi, è chiaro, far gol! E sono fortunato perché, lo ripeto ancora una volta, faccio il lavoro più bello del mondo. Anche con i fischi!”