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Scomode verità

  • Immagine del redattore: Gianluca Rossi
    Gianluca Rossi
  • 29 giu
  • Tempo di lettura: 2 min


di Mike Leigh

 

Pansy è una casalinga sempre in lotta col prossimo: il marito, il figlio obeso e affranto dalla solitudine, lo sconosciuto nel parcheggio o al supermercato. La sua è una vita straziata e straziante (come l'urlo con cui si apre il film, lei sola nella sua camera che vive come un rifugio che la protegge dal mondo) soffocata dalle paure e dall'ansia costante di un non ben precisato pericolo. I suoi modi aggressivi la rendono odiosa e antipatica. Le fa da contraltare la sorella Chantelle, parrucchiera solare che non alza mai la voce, si prodiga in consigli per le clienti, le colleghe e le figlie ed è benvoluta da tutti. Mike Leigh scrive e dirige un ottimo film dove all'apparenza succede poco. In realtà, al di là della (non) vita di Pansy punta il dito e la trama sullo stato interiore della donna. Mostrare il fuori per arrivare al dentro, catapultandoci a piedi uniti nel dolore e nelle paure più profonde di una donna che vede il mondo come qualcosa di incontrollabile, dove tutto (persino un uccello nel giardino spoglio) è spaventoso e necessita o di un aiuto esterno (il marito che scaccia il volatile) o di una perfetta noncuranza. A questo proposito ottimo l'esempio del figlio Moses che per la festa della madre le regala con tenerezza un mazzo di fiori che la donna tratta con ripugnanza: anche il più semplice gesto dell'altro è vissuto come un atto terroristico. Motivo per cui sia Moses che il padre sono schiacciati da questa divorante figura di donna, tanto da non sapere bene cosa fare e da rinchiudersi in un mutismo desolante. Le motivazioni del terrore di Pansy saranno sfiorate nel film e non le svelerò qui. Il regista ottantaduenne inglese dirige con mano lieve ma precisa un'opera tesa e drammatica. Ancora una volta (dopo “Segreti e bugie”) la famiglia e i suoi componenti sono il punto di partenza su cui si focalizza la lente del regista. Che regala a Marianne Jean-Baptiste un ruolo da grande interprete (che le è valso il premio Attrice dell’anno 2024 del London Critics Circle Film Awards), proprio lei che aveva debuttato nel 1996 con Leigh nello splendido già citato "Segreti e bugie" (se non lo avete visto recuperate questo piccolo gioiello!). Anche gli altri attori sono in stato di grazia, tutti. Consigliatissimo. Al cinema.

  

Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 28.6.2025









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