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Derby da urlo? Non credo!

Immagine del redattore: Gianluca RossiGianluca Rossi

Per una volta vorrei che nessuno mi fraintendesse, al di là dei caproni con gli occhi foderati di tifo che girano sui social, ma non è mai a questi che mi rivolgo. Cambiare il risultato negativo di un derby all'ultimo respiro comporta sempre grande goduria, ma non posso essere contento di quel che ho visto, che continuo a vedere. Ovviamente Stefano Pioli, al suo esordio, non centra nulla con quello che sto per scrivere e merita solo onori per come ha lavorato in poche ore, anche su Medel centrale di difesa. E se ora è davvero lui il difensore più affidabile dell'Inter, complimentoni ai predecessori di Pioli per l'acume, visto che in Cile ci sono arrivati da anni. Uscito Medel è cambiato tutto? Ma questa Inter avrebbe dovuto essere già in vantaggio ben prima dell'infortunio di Medel. Il tifoso gioisce o si deprime sempre sul momento e non a caso oggi nessuno parla più di Simeone, duramente bastonato nel derby di Madrid, ma il cronista ha il dovere di analizzare un po' più a fondo. Quindi non posso essere davvero felice per un derby che l'Inter poteva, anzi doveva solo vincere. Ma vi rendete conto della differenza, a questo punto sempre più presunta classifica alla mano, dei valori in campo? Si poteva andare in brodo di giuggiole quando facevi risultato in derby in cui eri tu quello inferiore sulla carta, quando avevi gente come Obi o Schelotto, o come M'Vila o Dodò, opposti a Milan molto più forti, non certo oggi. Ma la guardate la classifica? Con una squadra con qualità nettamente superiore a tante altre, dopo un terzo di campionato, si galleggia sempre a metà classifica: si sono perse più partite del Genoa, si segna meno del Cagliari e continuiamo a ripeterci che la nostra immensa qualità prima o poi verrà fuori. Già, ma quando? Se un 23enne come Suso alla vigilia del derby ritiene una sua doppietta talmente improbabile da annunciare che se la facesse andrebbe a casa a piedi e poi te la fa davvero, tra l'alto uccellando il neo-Capitano del Brasile come un Ranocchia qualunque, facciamoci qualche domanda. Se per annullare il pericolo numero uno del derby, Mauro Icardi, per lui una ciabattata e poco altro, bastano Paletta e Gustavo Gomez (sic!), facciamoci qualche domanda. Se Suso e Locatelli costati nemmeno 200.000 euro reggono comunque l'urto di Joao Mario e Kondogbia pagati oltre 80 milioni di euro, facciamoci qualche domanda. La risposta è che ad un terzo di campionato si è ancora a 8 punti dalla zona Champions e fatevi due conti sulla media-punti che di qui in avanti l'Inter dovrà tenere per raggiungerla. Nel primo tempo del derby i milanisti attorno a me dicevano 'finisce in un massacro', invece abbiamo alla fine ci siamo detti tra di noi 'meno male che abbiamo pareggiato'. Vorrei che, al di là del 90% di tempo passato della metà campo del Milan, mi indicaste una sola straordinaria parata di Donnarumma. Ma lo vedete che negli ultimi 16 metri non concretizziamo mai? I nostri gol sono arrivati da una prodezza di Candreva e dall'ultima mischia su calcio d'angolo. Continuiamo a ripeterci che possiamo dominare tutti, ma tutti ci fanno gol al primo tiro, a parole siamo davanti a tutti, ma in classifica tutti sono davanti a noi. Ecco perché, al di là della goduria al 92', non sono felice per questo derby.

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