Inter Nos 14
Pubblicato su San Siro Calcio, sabato 24 aprile 2010 per Inter-Atalanta
L’INTER, GRANDE D’EUROPA – E’ come fossimo all’intervallo, ma andare al riposo dopo aver battuto nel primo tempo di una straordinaria semifinale di Champions la squadra campione d’Europa e del mondo in carica che, per inciso, è pure la squadra più forte d’Europa e del mondo, è una gran bella soddisfazione. A volte sono così contento di rendermi conto, col sorriso a pianoforte, di essermi sbagliato, ch’è come se un gol l’avessi fatto anch’io. Fino martedì sera, rimuginavo sull’eventualità del controsorpasso in campionato. Fino a stasera non pensavo che questa Inter fosse pronta per vincere la Champions già quest’anno, né tantomeno che potesse giocarsela alla pari con il Barcellona, annullando Messi, preoccupando Guardiola e addirittura spedendo in panchina Ibrahimovic a mezz’ora dalla fine per far posto al più difensivo Abidal, momento che ha fotografato la bontà della più importante scelta di mercato operata l’estate scorsa. Perché subito dopo il terzo gol nerazzurro Ibra se ne andava mogio in panchina, mentre Eto’o, la sua parziale contropartita tecnica, saltellava ancora in mezzo al campo. Comunque vada, l’Inter ha finalmente ritrovato la dimensione europea che la sua illustre storia pretendeva da anni. E il merito di Mourinho, che non ha cambiato l’assetto tattico neppure davanti a Messi, testimonia ancora una volta la sua personalità. In Europa, questa è forse la vittoria più prestigiosa dai tempi di Inter-Real Madrid 3-1, stagione 1998-99, con doppietta di Baggio e gol di Zamorano, epoca Simoni, ma quella era solo una partita di qualificazione. Qui si è giocato per andare in finale, battendo i detentori della Champions. Ancora meglio del recentissimo Chelsea-Inter vinto a Stamford Bridge col gol di Eto’o, che ci ha portato fin qui, fino alla sesta vittoria consecutiva in Europa. Ora si va a Barcellona con più di due risultati a disposizione, perché pure qualsiasi sconfitta di misura non ci eliminerebbe. Ho ancora negli occhi San Siro in delirio. Un delirio opposto a quello di Balotelli, il solito guastafeste, beccato dal pubblico per il consueto atteggiamento molle, offensivo per i suoi compagni che si stavano rompendo la schiena. Mario ha reagito da bambino, al solito, gettando via la maglia. Un gesto gravissimo che verrà punito senza alcuna pietà, ma a fine stagione. Ora non è il momento, perché c’è un campionato da riprendere per i capelli. Francamente non ho più voglia di perdere tempo con un bambino dell’asilo. Celebro Zanetti, che a 37 anni ancora mi commuove, celebro Pandev, protagonista di una partita esemplare per dedizione, celebro un’intera squadra bella come la notte di San Siro. A Balotelli, che persevera nel reato di sprecare il suo talento straordinario, non dedico un solo pensiero. Oggi Mario è stupidamente solo, l’Inter invece è una squadra, un popolo, al quale prima Roberto Mancini e poi José Mourinho hanno ridato le ali. E, se nella peggiore delle ipotesi si può pure non vincere niente, serate come quella col Barça restano per sempre.
ANCORA INTER-ROMA – Intanto, dopo che anche la Roma in settimana è approdata, pur perdendo a Udine, alla finale di Coppa Italia, anche quest’anno l’Italia si gioca sull’eterno duello tra nerazzurri e giallorossi, sia in campionato, sia in Coppa. Una cosa per volta, però. Ora c’è il quart’ultimo turno di campionato, ancora disposto su due tavoli diversi e distanti nel tempo. Comincia l’Inter a San Siro contro l’Atalanta sabato alle 18, chiude la Roma all’Olimpico in contro la Sampdoria domenica sera. Per l’Inter, la fatica di Champions è stata pesantissima, perché nella grande impresa col Barcellona, l’Inter ha dato più di tutto, escluso Balotelli, che vive in un mondo a parte. Ora però è troppo tardi per fare certi calcoli. Scegliere tra Champions e campionato, con le 4 partite che restano, a questo punto non ha più senso. Tanto vale giocarsele tutte con la speranza che la Roma non vinca sempre. Da quando c’è stato il sorpasso, l’Inter non è più padrona del suo destino, ma ha bisogno della collaborazione altrui. Questo turno, in condizioni diverse, sarebbe forse favorevole ai nerazzurri, ma in realtà non è così. Coincide il fattore campo, visto che entrambe giocano in casa, ma gli avversari e le loro motivazioni ora contano molto di più. L’Atalanta, avversario dell’Inter, deve salvarsi ed è in un buon momento di forma. La Sampdoria, cliente della Roma, è in piena corsa per un piazzamento in Champions League, raggiunto però quasi unicamente grazie al formidabile rendimento in casa, dove è ancora imbattuta in questa stagione. Lontano da Marassi, i blucerchiati non sono proprio irresistibili però, visto che delle 16 partite giocate, ne hanno vinte solo 5, pareggiate 3 e ne hanno perse 9, un ruolino di marcia non proprio esaltante. L’Inter, sempre che vinca con l’Atalanta, confida nelle motivazioni personali di due ex giallorossi: il tecnico Delneri che a Roma non fu certo trattato coi guanti e Antonio Cassano, simpatizzante interista e passato da Roma giallorossa tra troppe curve. Se qualche sorpresa, in ottica controsorpasso, può accadere in questo turno, sarà per lo zampino di Fantantonio!
Lascia una risposta
Devi essere connesso per pubblicare un commento.