Inter Nos 3

Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 29 novembre 2009 per Inter-Fiorentina

CHAMPIONS? NO GRAZIE – Si ricomincia con Fiorentina per la 14.a giornata di campionato, dopo la brutta notte di Champions a Barcellona, con l’Inter più dimessa degli ultimi anni al cospetto dei campioni d’Europa. Lo 0-2 patito, diciamola tutta, va ben al là del semplice risultato, perché di autentica lezione di calcio si è trattato, con il ritorno di spettri europei che si credevano scacciati. Se nei cinque minuti finali  di Kiev l’Inter aveva rialzato la testa in Europa, nei venti minuti iniziali a Barcellona l’ha chinata di nuovo, senza alibi. Volete un consiglio da amico? Non riguardatevi mai la gara del Camp Nou, perché non c’è proprio nulla da ricordare e i tifosi dell’Inter non hanno certo bisogno di cattivi pensieri. In ogni caso, il discorso qualificazione rimane assolutamente aperto. Andrà doverosamente chiuso a San Siro con quel Rubin che con beata incoscienza ha tolto 4 punti ai campioni d’Europa, espugnando pure il Camp Nou dove l’Inter, complice l’esito della gara di Kazan, deve aver fatto calcoli suicidi: limitarsi a gestire la partita, senza affaticarsi in pressing e iniziativa. Perdere con i Campioni d’Europa non è un delitto, ma non in questo modo. I rivali storici, in compenso, pontificano a ripetizione sui guai dell’Inter in Europa, fingendo di non accorgersi che stavolta non hanno fatto grandi cose neppure loro. Ma non parliamone più. Inutile piangere sul latte versato o sulle uova rotte, come diceva Giovanni Trapattoni. Se ne riparlerà il 9 dicembre a San Siro, quando grazie a Dio, non si potranno più fare calcoli, vista la contemporaneità della gara a Kiev tra la Dinamo e il Barcellona. Lì si dovrà vincere. Punto e a capo.
IL CAMPIONATO – Ambito in cui la personalità dell’Inter è una certezza. Ma ora occorre   battere la Fiorentina, a sua volta reduce dalla Champions, dove ha già raccolto, unica tra le italiane al momento, la matematica qualificazione agli ottavi. Un risultato storico per i viola e questo la dice lunga sulle loro qualità. E’ da capire quanto del rispettivo e diverso rendimento europeo si portano dietro le due squadre: l’Inter rischia di perdere la sua tradizionale sicurezza in campionato? Non credo. E la Fiorentina potrebbe ora scoprire nuove consapevolezze? Può essere. I numeri ci dicono però che l’Inter in campionato è la schiacciassi di sempre: anzi fila ancora più forte di un anno fa perché in più ha due punti in classifica e 12 gol realizzati. 32 punti e 32 reti insomma, tanta roba! Occhio però a Prandelli, tecnico intelligente e preparato, che ha forse il suo unico limite nell’idea di gioco, ripetuta testardamente anche quando gli interpreti non sono in vena. Tocca comunque a Mourinho metterlo sotto ancora una volta, magari mostrandosi un po’ più vivace nelle idee e nelle scelte di come l’abbiamo visto al Camp Nou. Una vittoria sui viola è gentilmente  richiesta non solo per cancellare al più presto il brusco stop europeo, ma anche per preparare al meglio la trasferta a Torino di sabato prossimo contro la Juventus. Un match fin troppo sentito e carico di significati, malgrado non sia decisivo. Siamo ad appena un terzo del campionato  e i risultati odierni, anche in caso di ulteriore allungo in classifica dei nerazzurri, non chiuderebbero certo il discorso scudetto. Certo, presentarsi all’Olimpico con un margine di cinque punti o più costringerebbe la Juventus alla partita della vita per conservare il ruolo, tutt’altro che consolidato, di anti-Inter.
IL DERBY D’ITALIA – Inter-Juve continuo a chiamarla così, come la battezzò tanti anni fa Gianni Brera. E vorrei tanto che restasse una partita di calcio e non una guerra di religione, malgrado Calciopoli e tutto quel ch’è successo dopo. Certo che a suggerire il cosiddetto low profile dovrebbero pensarci entrambe le società: Blanc da una parte, Moratti dall’altra. Fino a sabato prossimo, al di là dei risultati odierni, una settimana di tranquillità farebbe bene a tutti. Sarebbe bene evitare nei prossimi giorni di accendere micce corte. Sarebbe bene evitare di caricare i rispettivi ambienti parlando di terza stella in caso di prossimo scudetto bianconero o di campo neutro per i cori razzisti o solo stupidi a Mario Balotelli, purtroppo riproposti anche nella partita di Champions a Bordeaux. Mi aspetto una settimana di silenzio totale, tipo blackout elettorale prima di votare. E chissà che Blanc e Moratti non pensino a qualcosa d’inedito in settimana: forse basterebbe anche un incontro, una stretta di mano in pubblico. Sarebbe una bella dimostrazione di civiltà sportiva per l’intero movimento italiano. Juve-Inter dev’essere solo una partita di calcio, niente altro. E vinca il migliore.