5C: Inter-Napoli 3-1
Ci credete se vi dico che dopo il primo tempo di Cagliari mi ha scritto un beota che voleva cacciare l’allenatore? Davvero! Uno solo però tra i tantissimi che mi scrivono ogni giorno. E si è pure offeso per come gli ho risposto. Io l’ho sempre detto che i moderni eredi della Beozia li hanno tutte le tifoserie, ma in quella interista noto con piacere che sono sempre di meno, grazie al cielo. Adesso magari qualun altro è capace di riscrivermi spiegando la schiacciante vittoria sul Napoli con la squalifica di Mourinho, proponendo l’ottimo Beppe Baresi come nuovo allenatore. Come se non fosse stato lo Special One a preparare anche questa partita e a decidere ogni mossa tattica e ogni cambio. Ma voglio essere magnanimo e allora dico che la partita col Napoli ancora non ci dice se l’Inter sia la corazzata di sempre, come ama dire l’ammiraglio Cobolli Gigli, che tra battaglie navali improvvisate e teoremi su acciughe e calamari è sempre uno spasso, anche per alcuni miei amici juventini. E a proposito di spasso, è finita la pacchia, perché Mourinho non parla da tre giorni e il giornalismo sportivo, soprattutto quello di parte avversa, è in lutto. Se parla non va bene, se non parla non va bene lo stesso, insomma mettetevi d’accordo. Qualche giorno fa, il Giornale ha titolato: Mourinho non parla e gli altri non hanno nulla da dire. Centrato. E riecco le solite noiose conferenze-stampa con le solite noiose frasi di circostanza che sento da 23 anni, cioè da quando faccio questo mestiere. Lasciamo perdere, perché dovrei anche scrivere della partita, risolta nel giro di cinque dal duo delle meraviglie, Eto’o e Milito. Poi terzo gol di Lucio, al suo primo dentro in nerazzurro e a chiudere il gol della bandiera di Lavezzi, poco prima dell’intervallo. Ripresa di pura gestione e tutti a casa. Come nel derby, l’Inter stavolta ha giocato, segnato e vinto, con sprazzi di spettacolo puro ma in questo periodo la marcia non è fluida, ma procede tra alti e bassi. Quindi piano coi trionfalismi. Ribadisco che mi servono almeno altre cinque o sei partite per capire se questa squadra può andare in fuga con una velocità tale che se gli facessi una fotografia, come mi ha scritto un amico rossonero, verrebbe pure mossa. Una cosa è certa: se segnano Eto’o, Milito e perfino Lucio, tutti nuovi acquisti, si può dire che almeno per ora, la partenza di Ibra non ci ha lasciato rimpianti. Quasi dimenticavo: il gol del raddoppio di Milito era in fuorigioco, evidente però solo in Tv e infatti Trefoloni lo ha convalidato. Per i guardalinee i fuorigioco con incroci tra attaccante e difensore nello spazio di centimentri sono difficilissimi da vedere, ma il Napoli avrebbe perso comunque e i remi in barca ell’Inter nella ripresa ne sono la prova. Sicuramente ci sarà qualcuno che si attaccherà al raddoppio di Milito per contestare un successo chiaro e pulito come il gusto di un whisky famoso ma qui torniamo all’inizio, al discorso dei beoti, ma ho finito.
caro Gian Luca, sono Giulia, tifosa interista e volevo dirti che mi trovo spessissimo d’accordo con i tuoi giudizi, non sempre, ma spessissimo. Un mio amico ti ha scritto una mail, non so se qui sul tuo sito o a TL, qualche giorno fa, ma c’è rimaSto male perché gli hai risposto un po’ duramente. Per la verità io a volte ti ho scritto, ma mi hai sempre risposto con cortesia e quindi mi sono un po’ stupita. Ne approfitto anche per chiederti cosa pensi dell’eterno tema: i media ce l’hanno con l’Inter? Certo, a volte a Controcampo vedo due pesi e due misure, ma credo sia normale, perché il giornalismo di parte è ormai una realtà conclamata. E ‘super partes’ penso sia ormai un concetto superato, a tutti i livelli. Che ne dici?
Cara Giulia, nome che mi ha sempre fatto impazzire, ho appena scritto su questo tema proprio nell’odierno edit relativo a Inter-Napoli, e incollo qui parte di quel che ho scritto, approfittandone per completare le risposte alle tue domande. Tanto per cominciare. è vero, lo confesso: a volte rispondo seccamente, ma c’è una ragione. Pensa che tra i miei amici del cuore non ce n’è uno che segua il calcio, ma per simpatia seguono il mio sito, più nelle sezioni non dedicate al calcio, ma alcune risposte, che non pubblico, ma restano sul server, le leggono comunque con attenzione e a volte mi sgridano per la mia durezza. Io credo però che chi mi scrive si aspetti risposte sincere e allora se leggo una cazzata, a mio modesto parere, mica faccio finta di nulla! Chi mi accusa di essere a volte troppo critico anche con l’Inter non ha capito che io ho scelto e, ripeto, scelto di fare prima il giornalista prima del tifoso Altrimenti sarei andato a lavorare a Inter Channel qualche anno fa, quando me l’avevano proposto. Per cui state certi che quando mi scrivete avrete sempre la mia opinione vera, che vale quanto la vostra, sia ben chiaro. Altrimenti non scrivetemi: è pieno di forum sui quali dire la propria, perbacco! Senza contare che quelli che un giorno mi scrivono di difendere a spada tratta l’Inter, alla prima sconfitta sono poi molto più critici di come lo sono stato io e mi fanno ridere a crepapelle. L’Inter è il club più affascinante del mondo e non ha bisogno della mia difesa: l’Inter si difende con la sua storia e, ultimamente, pure con l’Albo d’Oro che è la Bibbia del calcio e che chiude la bocca a chiunque. Tanto, state tranquilli, si vince sempre sul campo e giornali e Tv servono a poco se hai una squadra scarsa, mica vinci con Controcampo. Ne approfitto anche per dirvi che io, quandi non lavoro, mi dedico ad altre cose extra-calcio e rarissimamente guardo altre trasmissioni sportive. Dopo ore e ore di diretta, ti assicuro che il calcio è l’ultimo miei miei pensieri, ma per tagliare la testa al toro, ti dico che quando qualcuno mi scrive a proposito di anti-interismo imperante tra Mediaset e compagnia, mica mi sorprendo. Ma scusate, mi pare ovvio che chi va a Mediaset, sia intimamente condizionato nei suoi giudizi sul Milan. Qualcuno di voi quando va a casa d’altri è forse abituato a presentarsi dicendo che il padrone è una testa di cazzo? E’ ovvio che qualsiasi crisi della squadra di famiglia, il Milan, sia in qualche modo, mitigata non da ordini di non parlarne, di questo sono certo, ma dalla stessa predisposizione psicolgica degli ospiti. Basta saperlo e pensare con la propria testa, nel calcio come nella vita. Quanto al giornalismo non di parte o libero, vuoi che mi faccia una risata? Facciamocela insieme. Tutti i direttori di giornali e Tv nazionali sono collocati dal mondo della politica e purtroppo comincia a succedere anche in USA, il Paese con la stampa più libera del mondo, il Paese dove due gradi giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post, fecero cadere la presidenza Nixon con lo scandalo Watergate ormai quasi 40 anni fa. Devo dire che in Italia resistono alcune sacche di ‘resistenza’, rappresentate dalle Tv regionali: lì c’è più margine di manovra, ma forse solo perché alla politica italiana non interessano. Per ora. Quindi, poche balle, nessun giornalista è davvero libero: una volta per ragioni politiche, un’altra per ragioni squisitamente pubblicitarie. Ma, come ripeto sempre, mi stupisco di chi si stupisce. Quindi diffidate dai sedicenti soloni e dei finti missionari che fanno il mio mestiere. Il giornalismo in Italia è morto da un pezzo. Se non altro chi parla di calcio fa assai meno danni di chi parla di cose assai più serie, ma pure il giornalismo importante, quello di news, non fa assolutamente eccezione. Anzi.
GLR