3C: Inter-Parma 2-0
Ieri l’Inter dipendeva da Ibra, chi può negarlo? Oggi l’Inter pare dipendere da Eto’o, Milito, Snejider, Balotelli, presto anche da Cambiasso e magari Thiago Motta. Insomma ieri l’Inter era Ibra unitamente a dieci ottimi calciatori, oggi l’Inter è una squadra. A prima vita ora pare meglio ma, come ho già detto, serviranno almeno due mesi di partite e di risultati per avere una certa idea, e nemmeno definitiva. Non lasciamoci fuorviare dalla prima ora di difficoltà col Parma, che Gudolin ha comprensibilmente schierato a doppia cerniera difensiva. Si sa che contro le squadre che vengono a San Siro puntando soprattutto a non prenderle non sarà mai facile, ma il gioco complessivamente sembra davvero migliorato rispetto ad un anno fa, con Sneijder che ha sprecato un paio di buone occasioni ma ha toccato una miriade di palloni senza sbagliare un passaggio, con Balotelli che ha cambiato la partita e, come ha detto Mourinho, anche la sua frequenza cardiaca, ma ha inventato e assistito fino a sprecare a sua volta, giocando con lo Special One una partita tutta sua fatta di urlacci e vaffa strozzati in gola sul solito tema della copertura difensiva. Gli dei del calcio ascoltino il grande Luigi Garlando, collega della Gazzetta dello Sport, quando scrive che se Mourinho riuscisse nell’impresa di trapiantare in Supermario l’anima di Wayne Rooney, non ce ne sarebbe davvero più per nessuno. L’Inter ha stroncato il Parma nell’ultima parte della ripresa con un fantastico gol di Eto’o che mi ha ricordato, più che Ibrahimovic, il Vieri al suo primo anno in nerazzurro e precisamente quello di Inter-Parma 5-1. Con un gol così, Ibra pare non filarselo nessuno, ma appena Eto’o ne sbaglierà uno facile si riparlerà dello svedese, fa parte del gioco e si sa. Da rivedere anche il gol di Milito con un sopraffino tocco che, mi giurano i testimoni oculari dell’Inter euromondiale di herreriana memoria, ha ricordato Mario Corso, mica pizza e fichi! E a proposito di cibo, ennesimo fantastico show di Mourinho in sala-stampa che ha riferito, su insistite sollecitazioni del sottoscritto, di aver preferito un bel piatto di calamari a Lazio-Juventus. Come dargli torto? Ci fosse stata l’Inter, si poteva pure rinunciare ma tra i calamari e la Juve in Tv, potendo scegliere, non avrei dubbi nemmeno io. Ovviamente Mourinho ama scherzare e provoca, esattamente come provocano da Torino, solo che dal punto di vista dialettico Mourinho vince 4-0 con chiunque. Qualsiasi cosa dica, fa discutere, con buona pace di chi lo vive come un’ossessione. Non entro in merito alle stucchevoli polemiche tra interisti e juventini che ci accompagneranno, ahimé, fino all’ultimo minuto di questo campionato. Comprendo perfettamente che chi non è interista desideri al più presto un cambiamento di rotta nell’albo d’oro. Anche lo scudetto della prima Juventus di Lippi nel 1994-95 fu salutato con simpatia dopo tre anni di scudetti del Milan di Capello, ma personalmente mi auguro che la musica resti sempre la stessa. A questo proposito i giovani del settore giovanile nerazzurro cominciano a diventare grandi: oltre a Santon e Balotelli, occhio allo sloveno Renè Khrin, all’esordio in Serie A e anche al francesino tutto pepe del Parma Jonathan Biabiany è un prodotto del vivaio nerazzurro. In ogni caso complimenti alla Juve che è in cima in virtù del mezzo passo falso dell’Inter nell’esordio casalingo col Bari che, come speravo, è servito a Mourinho per raddrizzare subito il timone, e sull’anticipo con la Lazio e sul gol annullato, a mio giudizio ingiustamente ai padroni di casa, non faccio alcuna polemica. Se si comincia alla terza giornata a scornarsi come caproni da una parte e dall’altra è finita: di sicuro Rosetti non ha regalato nulla all’Inter con il Parma, come rilevato in commento anche da Arrigo Sacchi. E mi piace che stavolta sia la Juve a fare la lepre e l’Inter ad inseguire, qualcosa di inedito, anche per misurare il reale valore della nuova squadra. Nessuno pare credere alle genovesi che guidano con i bianconeri, ma la realtà al momento ci dice che il duello tra Inter e Juve non è nemmeno cominciato. Un’ultima cosa per quel mattacchione di Maicon, che ho visto parlare ancora da solo, prendersela con alcuni tifosi dal fischio facile e ridere a crepapelle alle spalle di Panucci e Lucio che s’insultavano: torni in fretta dalle vacanze ch’è ora, mentre sull’altra fascia il titolare era Santon, con buona pace di Cannavaro e della sua campagna a favore dei giovani talenti. Ovviamente, solo nerazzurri.
Lascia una risposta
Devi essere connesso per pubblicare un commento.