Finalement
Lino Massaro è un uomo deluso dalla propria vita, dagli affetti e dal lavoro. Un giorno decide di mollare tutto e scomparire: parte in autostop verso Mont Saint-Michel e da lì ad Avignone. Durante il suo vagabondare incontra persone e luoghi e noi scopriremo di più su di lui, tra vite sognate e reali. Lelouch, classe 1937 e gran maestro francese della commedia e non solo, fa il punto con la (propria) vita, tra sorrisi e lacrime, rimpianti e desideri. In effetti il film più che della figura di Lino (interpretato da un notevole Kad Merad) sembra parlarci dell’uomo Lelouch e dei sentimenti, delle esperienze, della nostalgia e della passione che lui (e con lui ognuno di noi) ha messo nella propria vita. Ha sempre amato i suoi personaggi e anche qui “sono delle persone che abbraccerei e con le quali passerei volentieri del tempo” dice il regista presentando il film al pubblico. E aggiunge che “della nostra storia conosciamo l’inizio e sappiamo come andrà a finire, perciò forse è meglio andare in quella direzione cantando”. Per questo nel suo film sono presenti alcune canzoni (tra cui quella che prende il nome dal titolo del film, cantata dallo stesso Merad) che sono un valore aggiunto. Nonostante questi elementi il film non vola come dovrebbe, ed è un vero peccato, perché questo delicato progetto che voleva essere un inno alla follia e alla poesia dei sentimenti (come recita il trailer italiano) in alcuni momenti gira un po’ a vuoto, si ripete e si dilunga, così come le canzoni un po’ troppo ripetute appesantiscono la vicenda. Il fuorviante e ridicolo sottotitolo all’edizione italiana (storia di una tromba che si innamora di un pianoforte) è l’ennesimo tentativo, maldestro, di spiegare eventi che riguardano il film. In cui c’è un divertente omaggio a Lino Ventura che Lelouch diresse nel 1972 (“L’avventura è l’avventura”) e alla stessa Francoise Fabian che con il regista francese girò nel 1973 “Una donna e una canaglia”: in “Finalement” sono presenti degli spezzoni di entrambe le pellicole. Nel complesso è un film gradevole, interpretato anche da Elsa Zylberstein, Sandrine Bonnaire, Michel Boujenah, Barbara Pravi. Al cinema.
Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 27.9.2024