Tonfi, rimpianti e nuove realtà

Ci sarebbero alcune riflessioni in ordine sparo da fare di questi tempi. Quello della Juventus è un tonfo storico, perché un conto è perdere una finale di Champions da outsider, un altro con arrivarci neppure da favoriti, quando hai il miglior calciatore del mondo dalla tua: CR7. Lui però il suo l’ha fatto, ma ora si è capito che al Real Madrid non ha vinto da solo. E’ clamoroso anche il capitombolo europeo del Manchester City di Guardiola, ma qui siamo in Italia ed è ovvio che si parli più della Juve. Tra l’altro il Manchester City esce nel derby fratricida col Tottenham, squadra da dedicare i miei amici, si fa per dire, tifoidi: quelli che guardano sempre l’ultimo risultato e cambierebbero tutto da un partita all’altra. Bene, sappiate che Mauricio Pochettino è stato per anni uno dei più grandi perdenti del mondo: da favorito ha perso perfino la storica Premier 2016 a vantaggio del Leicester di Claudio Ranieri, oltre a partite incredibili in Inghilterra e in Europa. In Italia l’avrebbero lapidato. In Inghilterra è al suo posto dal 2014 e, dopo cinque anni di lavoro, senza neppure fare il mercato quest’estate, ha ottenuto un  un risultato storico. Per quanto riguarda l’Inter, accorgersi che Tottenham e PSV, gli ex-competitors nel tuo girone di Champions League, ora sono l’uno semifinalista della massima competizione europea e l’altro in lotta punto a punto per il titolo olandese con l’Ajax, l’altra semifinalista che ha eliminato la Juventus. Insomma, al di là dei rimpianti e dati alla mano, spuntarla nel girone non era poi così agevole per l’Inter, la cui ‘mission’ resta più che mai la Champions League, intesa come zona. Per Inter-Roma a San Siro, il pericolo giallo incombe sui nerazzurri: sono ben sei i diffidati in vista del successivo Derby d’Italia con la Juventus, sempre a San Siro: D’Ambrosio, Politano, Skriniar, Gagliardini, Lautaro Martinez e Brozovic, comunque assente per infortunio. Nomi importanti che potrebbero condizionare le scelte di Spalletti. Al di là di questo e di altri calcoli che riguardano anche i cugini rossoneri, tremendamente interessati al confronto di San Siro, l’Inter deve vincere soprattutto per se stessa e per portarsi in vantaggio negli scontri diretti in caso di arrivo a pari punti coi giallorossi dopo il 2-2 dell’andata. Davanti Icardi o Lautaro? Il solito dubbio, ma ora la questione è tornata calcistica, perché anche qui si è tornati finalmente a parlare soprattutto di calcio.

22 Commenti su Tonfi, rimpianti e nuove realtà

  1. Alessandro // 18 aprile 2019 a 11:02 //

    Beh, è un bel scegliere. Icardi vede poco la porta ma nelle ultime uscite ha messo nel carniere un rigore ed un assist; Lautaro, è palese, lontano dall’aerea è più spigliato ma arriva da un infortunio. Credo la scelta migliore sia partire con Icardi titolare e, al bisogno, sostituirlo o affiancarlo con Martinez. Quanto al tonfo della Juve, ho goduto, come sempre. Io non mi nascondo: godo quando Juve e Milan perdono, e godo tanto. Altro che i 100 colpi di spazzola.

  2. Per quanto riguarda il pericolo “Giallo”, non lo terrei in considerazione; lo scontro diretto è quello con la Roma e non con la Juve.E’con la Roma che dobbiamo vincere.
    Sulla Champions, considerazione dolce/amara…Siamo stati eliminati da due squadre semifinaliste,potenzialmente entrambe finaliste (dolce); a pochi minuti dalla fine del girone eravamo noi i qualificati…. (amaro)
    Ennesima dimostrazione che il lavoro di Spalletti non è per nulla da buttare via….

  3. Stefano // 18 aprile 2019 a 12:53 //

    Una rosa di giocatori forti costruita negli anni è la soglia minima necessaria per sperare di vincere dei titoli.
    Per le lunghe competizioni questo può bastare, per la Champions, serve anche un po’ di buona sorte, questo è indiscutibile.
    Ti dirò, apprezzerei se vincesse la Champions qualche allenatore che non ha mai vinto nulla, solo per il gusto (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che non si vince solo perché si ha l’allenatore chic e famoso.
    Qualcuno questo non lo capirà mai.

  4. Stefano B. // 18 aprile 2019 a 13:03 //

    La C.L. è una competizione particolare non è come un campionato di 38 giornate dove vince sempre la più forte e continua. Spesso in Europa contano gli episodi ed il fatto che il Tottenham sia in semifinale ci può stare; chi non si ricorda Dinamo Kiev-Inter con gol di Sneijder al 44′ s.t. che ci proiettò dalla probabile eliminazione al trionfo del Triplete? Poi l’Ajax che ha fatto fuori Bayern Real e Juve, ben più quotate dei londinesi potrebbe soccombere contro quest’ultimi, niente di più facile

  5. angelo // 18 aprile 2019 a 14:02 //

    Tonfo certamente inaspettato. Forse, il gioco che eprime la Juve dell’ottimo Allegri, pragmatico, non e’ sufficente per competere con le migliori d’Europa e con il loro gioco coraggioso volto a segnare piu’ goals dell’avversario. Inoltre, a Torino, l’Ajax, un gruppo molto omogeneo, e’ sembrata piu’ squadra della Juventus.

  6. Franco Dolci // 18 aprile 2019 a 14:17 //

    andrò contro corrente ma dovrebbero tenere Spalletti x tre ragioni
    1) il costo
    2) ha fatto il suo mi sembra, opp la società gli aveva chiesto di vincere la coppa (nn mi sembra)
    3) non è colpa sua con tutto quello che è successo.
    cosa ne dici?
    Ciao
    Franco AUGURI

  7. “Nomi importanti che potrebbero condizionare le scelte di Spalletti”: spero di no, la partita da vincere è questa!
    Con quegli altri la non sai mai che può accadere. Sono più forti e poi magari si portano l’Orsato di turno da casa visto che avranno anche il dente avvelenato per l’eliminazione (che goduria)

  8. Nicola // 18 aprile 2019 a 15:02 //

    Tonfo? Strano perché Agnelli ci ha spiegato che l’Ajax aveva eliminato Bayern, Real, tornando indietro fino all’era dei tulipani di Cruijff, dunque loro, col giocatore migliore del mondo, accettano di buon grado di essere mandati a casa da quattro giovanotti messi bene in campo. Su questo, Gianluca, voglio provocarti sul fatto che dici sempre che “in campo vanno i giocatori”. Sacrosanto, ma se sono ben guidati forse un po’ di buon calcio e organizzazione li vediamo. Poi contano ahimè i risultati

  9. Giacomo // 18 aprile 2019 a 17:38 //

    Ciao GLR
    secondo me, se la squadra più forte d’Italia, col giocatore più forte del mondo, viene presa a pallate da una squadra di giovani (pur bravi), significa anche che il valore del calcio italiano è sceso veramente in basso.

  10. Andrea // 18 aprile 2019 a 19:04 //

    Quindi si possono ottenere grandi risultati anche senza spendere valanghe di soldi. Prendiamo esempio da queste realtà con idee e cultura del gioco. W l’ Inter e gli interisti.

  11. Certo che se il Tottenham andasse in finale insieme al Barcellona avrebbe dell’incredibile.

  12. Pericolo giallo? Ahahah per un attimo ho pensato ti riferissi alla proprietà…

  13. mattia // 18 aprile 2019 a 23:15 //

    Caro GLR i nostri amici tifoidi dal tonfo gobbo hanno invece tratto la seguente lezione: “Spalletti è un incompetente perchè l’Ajax ha dimostrato che coi ragazzini si può battere chiunque basta dargli fiducia” Quindi giù pippozzi su Pinamonti, Karamoh e sugli altri “fenomeni” spariti dai radar “perchè non gli hanno dato fiducia”. Sono cretino io a ritenere che se non sei in grado di panchinare Ciano e Ciofani forse non sei uomo da Inter?

  14. Davide // 19 aprile 2019 a 05:49 //

    Le Coppe di quest’anno dimostrano che per vincere non sono indispensabili bilanci miliardari. Puoi ottenere eccellenti risultati con idee programmazione (Eintracht, Tottenham) e/o con un settore giovanile concepito per portare giocatori in prima squadra (Ajax) e non per vincere tornei di Viareggio. Quando lo capiremo, quando finalmente riporteremo un nostro ragazzo in prima squadra, forse torneremo ad avere anche quel senso di appartenenza che tanto ci manca. Con stima

  15. Parole sempre figlie degli ultimi eventi e quindi già di per sè destinate a volatilizzarsi. Peccato che però poi alla fine gli outsiders difficilmente vincano, per non dire mai. Prendi l’Albo d’Oro della Champions dal 2004 ad oggi e scorri i vincitori.
    glr

  16. Al retrobar i discorsi sono questi. Si sa. IL retrobar è la mia principale fonte di inspirazione per la rubrica settimanale sul Giorno da oltre tre anni.
    GLR

  17. Benissimo: lanciamo Merola, Esposito, riprendiamo Pinamonti e Karamoh e sarà Albo d’Oro! Che ridere, quelli che guardan sempre e solo l’ultimo evento calcistico.
    GLR

  18. L’allenatore di turno una società seria, per come la vedo io, anzi per come la vede la logica dello sport più che il sottoscritto, lo tiene perché ci crede, non perché un altro a libro paga costa troppo.
    Mauricio Pochettino al Tottenham è stato per anni il più grande perdente del Regno Unito, indimenticabile la Premier persa col Leicester di Claudio Ranieri, ma là l’hanno tenuto e sostenuto e oggi il Tottenham sogna la finale di Champions. In Italia siamo troppo caproni per afferrare un concetto del genere e quindi.. avanti un altro!
    Spalletti, con l’ambiente nevrotico che c’è qui, meglio cambiarlo e provare a tenere il prossimo almeno tre anni.
    GLR

  19. Pietro Antoniotti // 19 aprile 2019 a 20:40 //

    Al di là dei sentimentalismi trovo assurdo abbattere un monumento come S. Siro, vera icona del calcio mondiale, per costruire uno stadio ancora in condivisione con il Milan. C’è poi veramente bisogno di uno stadio da 60.000 posti quando anche per partite non di cartello la nostra affluenza media rimane sui 50.000? I prezzi dei biglietti schizzeranno, e andare allo stadio sarà un lusso per pochi.
    Un saluto da Berlino,
    Pietro

  20. Massimo Giussani // 20 aprile 2019 a 08:44 //

    Le sorprese “vincenti” negli ultimi 50 anni sono state in Italia Cagliari e Verona in Inghilterra il Leicester, in Champions o coppa dei Campioni il Nottingham Forest l’Aston Villa e lo Steaua Bucarest. In nessuno di questi casi erano squadre giovanissime come l’Ajax di quest’anno. Quindi per arricchire il proprio albo d’oro ci vuole, naturalmente oltre le capacità, anche un mix tra esperienza e gioventù. Per questo motivo credo che anche quest’anno vincerà una squadra esperta. Barca o Liverpool

  21. Andrea // 20 aprile 2019 a 12:48 //

    E pensare che io avevo sempre creduto che il personaggio di Ignazio si rifacesse a Pompilio… :-)

  22. La questione non mi appassiona perché nemmeno stavolta credo che San Siro verrà mai demolito. Lo sento dire dal 1992.GLR

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