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Pubblicato su Il Giorno, sabato 19 ottobre 2019

Non c’è pace per il “povero” Diavolo…
Stagione sempre più complicata per il tassista milanista Gianni. Dopo essere riuscito faticosamente a liberarsi di Giampaolo, da lui stesso ironicamente ribattezzato “il Maestro del calcio senza porte” ed aver deglutito a fatica il successore Pioli, ora trema per le spaventose notizie finanziarie sul suo Milan. Il bilancio 2018-2019 ha certificato numeri tremendi, con un disavanzo di quasi 150 milioni di euro contro i 90 previsti, mentre gli stipendi sono addirittura aumentati di 35 milioni. E anche chi di solito non ha pietà, l’assicuratore interista Walter, vedendolo così a pezzi, per una volta gli tende la mano: “Non dovrei dirlo, ma ci siamo passati anche noi – pontifica con l’aria di chi la sa lunga – basta vendere tutti i giocatori importanti, tagliare gli stipendi e si riparte!”
L’impiegato delle poste romanista Tiberio però precisa: “si riparte se c’è chi mette il soldi – gesticola come se avesse in mano una calcolatrice – se non altro Suning e Pallotta, con tutti i loro difetti, comunque un po’ di denaro in Inter e Roma lo pompano, ma io di questo Fondo del Milan mica mi fido!”
Perfino il carrozziere juventino Ignazio, a modo suo, tende la mano al rivale rossonero con una proposta scioccante: “Cominciamo noi ad aiutare il Milan – inizia a farneticare – Ogni rivale dovrebbe prendersi un giocatore rossonero pagandolo un po’ più del suo valore! Meglio esistere senza poter spendere per vincere come il Napoli piuttosto che sparire!”
L’idraulico partenopeo Gennaro, chiamato in causa, per una volta sorvola, mentre l’anzianissimo pensionato Ambrogio se la cava con un’amara verità: “L’età dell’oro del calcio italiano è morta e sepolta per sempre – sentenzia – E chi ci lavora dentro lo ha capito ancora meno di voi ubriaconi!”

 

 

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