C’è posta per me…

Tranquilli, non ho alcuna intenzione di riferirmi al programma di Maria De Filippi, dove la nostra Wanda è appena stata protagonista trascinandosi dietro pure il nostro Capitano, a sua volta parecchio socialeggiante ma poco parlante, proprio prima dell’avvincente Inter-Bologna, ma qui c’è davvero posta per me e visto che mi hanno scritto due mail che mi sono davvero piaciute (anch’io come Wanda ogni tanto ho bisogno di foraggiare il mio Ego) ho deciso di pubblicarle integralmente, come fossero un editoriale. Si tratta di cosucce dedicate a quelli della mia generazione, quindi suggerisco ai giovani, tutti tatuati e piercing o comunque interisti dell’ultima ora, di passare oltre perché potrebbero non capire quello di cui si parla, semplicemente perché non l’hanno vissuto e non hanno la benché minima idea di cosa fosse l’Inter e l’interismo militante, fatto di passione pura e di intima appartenenza. Se siete nati anni dopo lo sbarco sulla Luna (1969 per intenderci) non state neppure a leggere questo scambio di idee tra nostalgici, tra cui uno particolarmente rincoglionito (io) e passate pure oltre.

Mail da Andrea
Ciao Gian Luca, staccato, come scrivi nel tuo Glr Story, la mia mail era per ringraziarti per tutti questi anni in cui hai “riempito”e continui a riempire di interismo puro e leale lo schermo nelle trasmissioni di QSVS e similari, non ho mai scritto in trasmissione non per menefreghismo ma solo per pudore e  per non scrivere i soliti banali slogan anti qualcuno o qualcosa che non mi appartengono, anche se le maglie a strisce di colori diversi ai nostri, proprio non le sopporto ed è l’unico mio cruccio, ritenendomi altamente non antisportivo, ma con  loro non riesco proprio.
Leggendoti, ho scoperto che la prima partita vista a San Siro è proprio la mia stessa, quel 1-1 con la Fiorentina del 1974, con due rigori sbagliati, uno per parte, si soffriva già allora, io più giovane di te di pochi mesi, aprile 67, andato con mio padre e mio fratello maggiore e da li a pochi mesi, calcisticamente parlando, avrei sofferto ancor più, perché essendo di Varese, andai allo stadio F.Ossola per la prima del campionato successivo, vidi sconfitta la mia beneamata 2-0 dai biancorossi di Maroso.
Che disdetta!!!
A qualcuno però è andata ancora peggio, a mio figlio Davide, anche lui a quasi 7 anni, l’anno scorso portato per la prima volta a San Siro per una “facile”cavalcata nerazzurra, ne è uscito triste e sconsolato, dopo averne prese 2 dall’insormontabile Sassuolo. Poi per fortuna ci ha pensato Vecino…
La cavalcata dello scudetto dei record dell’89 me la ricordo bene,sentita e vissuta con somma gioia grazie alle radiocronache di Longhi su Peter Flower’s ed alle tue apparizioni video quasi sempre gioiose su TL.
Bei tempi anche perché si vinceva e bene e forse a mia memoria è stata l’Inter, come 11 titolare più forte di sempre, senza togliere niente all’Inter del 2010 del vate Mourinho o quella del fenomeno del ’98.
Troppi amarcord, lo so, perdonami, ma purtroppo scrivendoti dopo le prime 3 giornate di ritorno di questo campionato, è l’unico sport consentitomi per rimanere sereno ed in pace con me stesso ed il mio tifo a tinte nerazzurre.
Grazie ancora per il tuo lavoro sempre efficace e preciso e complimenti,con un pizzico d’invidia…per i tuoi bellissimi viaggi.
Andrea

Risposta ad Andrea
Caro Andrea, grazie per le tue parole che mi provocano il solito brutale attacco di nostalgia per tempi che non torneranno più e per un’Inter che non c’è più. Pensa che proprio ieri parlavo del più e del meno con uno dei pochi impiegati di Casa Inter superstiti dalle precedenti gestioni, addirittura Pellegrini, e dunque prima di Moratti. Credo siano rimasti in 5-6 e ricordavamo una sfilza incredibile di aneddoti su persone che non ci sono più perché sono ormai in pensione o perché proprio non ci sono più.
Personalmente rifletto spesso su cos’era la nostra Inter e su un senso di appartenenza che a mio modesto giudizio si è ormai perso. E non solo fuori, dove ognuno vuol cacciare questo o quello alle prime difficoltà, ma anche e purtroppo dentro la società stessa. Temo che sarà davvero difficile rivedere un Inter vincente, prima di tutto perché mi pare di vedere che manca la passione in chi oggi dovrebbe rilanciarla, quella che precedenti gestioni pur con veri e propri errori da dilettanti allo sbaraglio avevano comunque sempre garantito. Ogni giorno spiego inutilmente che non ce l’ho con Suning, ma sono anzi il primo a sperare che si innamorino dell’Inter e che per una volta mandino all’aria numeri e calcoli economici, perché il calcio non è mai stata un’azienda normale e mai lo sarà, soprattutto l’Inter.  Ma non vedo passione, non vedo appartenenza, perché è naturale che non avendo avuto l’Inter come colonna sonora della tua vita non puoi sentirla davvero come passione. Poi a volte ho davvero la sensazione che è come se avessero comprato una cosa per cui vantarsi con gli amici miliardari al circolo del golf di Nanchino, perché anche a Nanchino, per chi ha avuto la fortuna di guardare dietro il paravento governativo e ‘comunista’, ci sono i miliardari e c’è perfino il circolo del golf.
Sosterrò sempre Suning, alla quale posso pure concedere fino a 10 anni per riportarci in un qualsiasi Albo d’Oro. Ne sono passati tre, con qualche balla e proclama di troppo per il popolo facilone, ma io ho pazienza. Non scarico mai i nostri giocatori se non almeno dopo due anni e neppure gli allenatori se non al terzo anno, ma questi ultimi non ci arrivano proprio mai.

Mail da Massimo
Egregio Gian Luca,
ti seguivo a Top Calcio 24 e ti faccio i miei complimenti, per aver enunciato , durante la tua disamina, una delle tante storture del calcio moderno.
Premesso che non mi ritengo un misogino, uno dei “mali” del calcio di oggi sono le moglie e compagne dei calciatori (almeno una parte).
Sono più social e famose dei compagni; e la vera anomalia è quanto hai rimarcato, ricordando, che fino a 20 anni fa non si sapeva neppure chi fossero le consorti dei più importanti fuoriclasse del globo terrestre, tranne qualche eccezione, vedasi Lorenzo Buffon portiere anni 50 che ebbe una liaison con Edy Campagnoli, valletta di Mike Bongiorno.
Aggiungo, tuttavia che l’ enorme ribalta che tali donzelle hanno conquistato in questi anni, hanno prodotto a lungo termine, veri e propri danni al loro gentile compagno “pedatore” che inevitabilmente, visto la pochezza tecnica sono caduti in un inesorabile oblio (Es. Matri, Coco, Borriello, ecc.).
Mi ero ripromesso di non parlare e di non scrivere più di Icardi e della gentile metà; strappo alla regola impostomi.
Icardi se continuerà a farsi “guidare” dalla prorompente Wanda farà la stessa fine dei succitati colleghi.
Aggiungo, inoltre, che le società serie assumono un atteggiamento intransigente verso queste “nefandezze”, contro queste invasioni di campo.
Lotito docet.
Quanto mi manca il calcio col cuscinetto, come più volte ti ho raccontato.
Chiosa finale.
Credo che anche queste “storture” generate dallo show-business imperante andrà via via scemando e prima o poi tornerà il “nostro calcio”. Segnali all’orizzonte ce ne sono….
Cordialità.
Massimo”old-football”

Risposta a Massimo
Caro Massimo, qui entriamo in un terreno minato perché nessuno può osare al giorno d’oggi parlare delle donne nel calcio come di un disturbo. Oggi se uno dice ‘calcio e fica’ ma rigorosamente distinti viene subito tacciato di maschilismo. Un mio anziano collega toscanaccio che non c’è più diceva sempre che ‘di calcio deve parlar solo chi piscia al muro’ ma io disapprovavo e ogni volta ci discutevo in nome del ‘politically correct’, anche perché parlo sempre molto volentieri di pallone con il gentil sesso e mi piace che ci siano tante donne assai più competenti di molti uomini.
Io non so se sia sempre vero che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna, ma effettivamente ho verificato che alcuni uomini si sono davvero smarriti a causa delle donne che avevano al loro fianco. Ma ovviamente sarà successo anche il contrario. Venendo all’Inter ho conosciuto personalmente le mogli di tutti i Capitani interisti degli ultimi 30 anni e nessuna è mai stata così invasiva e protagonista come Wanda Nara, ma forse i tempi sono diversi. Wanda Nara è anche il procuratore di Icardi, si dirà. E allora mettiamola così, Wanda Nara farà certamente bene a Icardi ma non al gruppo non eccelso che oggi veste la maglia dell’Inter. So che chi ha chiesto a Wanda Nara di provare ad essere meno mediatica per il bene del Club si è sentito rispondere che lei è fatta così e non ha alcuna intenzione di cambiare. Toccherà quindi all’Inter mettere sulla bilancia ogni giorno quello che Icardi dà in campo, che è indubbio guardando i numeri, ma anche quello che però extracampo ti toglie, come serenità del gruppo e dell’ambiente in genere.
Quanto ai segnali all’orizzonte sul ritorno del ‘nostro calcio’ di cui parli, io sinceramente fatico a vederli.

16 Commenti su C’è posta per me…

  1. Alessandro // 6 febbraio 2019 a 08:46 //

    Uh, io ho inquadrato definitivamente il dogma donna-calcio alle partite di mio figlio (pulcini, ndr). Il loro incitare è pragmatico. Quando un ragazzino tira la palla avanti è tutto un ‘Bravo, *vezzeggiativo del nome*’. Nel caso di un retropassaggio, invece: ‘Avanti! Non indietro’. Ecco: a questo dovrebbe ridursi il gentil sesso. Incitare suscitando in chi osserva la voglia di dare un buffetto.

  2. Marco F // 6 febbraio 2019 a 09:17 //

    Nato nel 1963. Senza voler esser cinico sono convinto che sperare che torni il calcio coi numeri da 1 a 11 ecc.. sia come non riuscire ad accettare che adesso sono le nove e venti. Forse tra 250 anni cambierà ma l’evoluzione attuale dello sport è questa. Per le società disporre di moltissimo denaro è diventata una componente essenziale dei risultati sportivi e, in questo contesto, ciascuno degli attori cerca di trarre i massimi vantaggi personali possibili.
    Servirebbe far calare la domanda…

  3. Toc! Toc! Sono un classe 1975, permesso!? La mia prima partita Inter-Avellino 0-0 1986/87, la seconda Inter-Cremonese 1987 Coppa Italia eliminati ai rigori! Niente male come iniziazione direi! Ciononostante innamorato perso del G. Meazza e dei colori nerazzurri da sempre! Andando ai giorni nostri, ho sempre difeso Icardi, anche dopo i casini con il libro e la curva che aveva lui generato! Oggi, condivido con te e vado oltre, togliere la fascia e valutare cessione. C’è un limite a tutto.

  4. La mia prima partita a San Siro è stata nel 52 (avevo 5 anni) e scusami se non ricordo che partita fosse… Ma i miei ricordi, sia pure vaghi, iniziano con Skoglund, Nyers e Lorenzi: la mia non è nostalgia, è sconforto!!

  5. Fabio62 // 7 febbraio 2019 a 01:56 //

    Carissimo Gian Luca che dire! Io che sono del ’62 ne ho viste di acque passare sotto i ponti, e descrivere la gioia provata e vissuta negli anni del triplete mi è davvero impossibile. Auguro solo a tutti noi tifosi nerazzurri di rivivere almeno in parte (e sarebbe già tanta roba credetemi) quei fantastici momenti. Non so sinceramente dire con quale allenatore e giocatori, date le ns ultime vicissitudini, spero solo che i ns cuori riprendano tumultuosamente a battere per gente che lo merita. Amala

  6. ciao GLR sono del ’74 e prima partita che ricordo a San Siro 82/83 Inter Ascoli 2-0 ricordo sempre juary per me primo giocatore di colore all’Inter…poi tanti momenti bui ma vi era un altro spirito e vengono alla mente le solite parole “era un altro calcio” vero lo rimpiango, ammetto che mi manca e che non tornerà come tante cose: 88/89 come fai a dimenticare quell’Inter? spero in futuro che il calcio torni più vicino alla gente perchè oggi lo vedo molto distante: senza speranza non c’è futuro

  7. obermann // 7 febbraio 2019 a 10:52 //

    Durante Inter-Bologna inquadrarono Riccardone Ferri a bordo campo: soffriva come una bestia!!! Poi inquadrarono i giocatori dell’Inter (!?!) che sfilavano via nel dopo partita e sembrava la passerella di Versace, boh. Classe 1971, il battesimo del fuoco, Inter-Roma dell’aprile 1980, partivo bene, poi le sconfitte a ripetizione col Real Madrid, Inter-Bayern 1-3, Inter-Turun 0-1, la disastrosa stagione 1985-1986, Zenga col periodo dei gol presi nel sette, Trapattoni che molla per esaurimento e Bagnoli….

  8. Giorgio // 7 febbraio 2019 a 15:50 //

    Leggendo i post precedenti mi sono venuti in mente molti ricordi di quei tempi. Io nato nel 68, papa’ interista e zio milanista (fece di tutto perche’ tifassi Rivera e Company), non ci riusci’ per fortuna. I primi 6-7 anni tifoso cosi’ cosi’, poi la partita che mi fece entrare l’Inter nel cuore Inter -Torino 0-1. Con Altobelli che sbagliò il rigore del pareggio. Ne e’ passata di acqua sotto i ponti. Spero anch’io di poter rivedere l’attaccamento alle maglie di allora ma dubito fortemente. Forza Inter

  9. leva 72. scudetto ’89 inter-napoli a san siro e poi in centro a festeggiare. lothar l’idolo, berti, zenga…lo zio…altri tempi. ruben sosa mi ha emozionato, fontolino fontolan per l’attaccamento e l’impegno profuso. ho visto mio padre piangere nel 2010, in silenzio, seduto sulla sua poltrona. l’alba a san siro al ritorno della squadra da madrid l’emozione piu’ bella. oggi sinceramente apprezzo skriniar e poco altro.

  10. Avevo 7 – 10 anni e appartengo alla generazione di Mazzola Corso Picchi Facchetti Suarez Burnichhhhhhhhh….eccetera li conosciamo tutti. Non è che sia uno sfiorito…gioco sempre a calcio e meglio di moltissimi ventenni. Allora un altro punto da considerare è lo scopo sociale e psicologico dell’amante dell’Inter. Quando si vince col bel gioco, grinta, classe ne beneficia l’amante dell’Inter..autostima di se…grossa responsabilità per chi gestisce il giocattolo..

  11. josè75 // 8 febbraio 2019 a 11:43 //

    abbiamo sopportato l’addio del FENOMENO, unica vera decisione col cervello e non con la “pancia”di Moratti, se si cede R9 e Ibra si può cedere anche Icardi. Non è più sopportabile, ogni anno, questo spettacolo da circo fatto dal capitano della squadra. Lui può chiedere anche 100 mln all’anno, ma non nel modo in cui lo fa la sua mammina/moglie. Portino i soldi della clausola e fuori dalle palle. Perdiamo un grandissimo bomber che cmq ad ora nella sua bacheca non ha nemmeno la coppa del nonno

  12. Hai praticamente l’età di mio fratello, 12 più di me, e i nomi che citi sono per me ricordi di un bambino che ancora non capiva ma veniva trascinato da lui nel tifo. Riesco a provare nostalgia senza di fatto averli visti giocare.

  13. Che poi Gianluca, diciamocela tutta: ma chi glielo fa fare a sto giocatori di metter su famiglia? Vent’anni, pieni di soldi, col lavoro più bello del mondo…ma io prima dei trent’anni penserei solo a giocare e divertirmi.
    Boh, valli a capire…
    Amala

  14. Gianluca // 9 febbraio 2019 a 16:45 //

    Io tifo Inter da meno di 20 anni ma già ai tempi di Ronaldo purtroppo capii che , a parte pochissimi giocatori , per il resto sono tutti dei mercenari , della squadra di oggi quasi tutti mi stanno sulle scatole , non tifo per loro , solo per la maglia .

  15. Soprattutto se non si ha passione né appartenenza, qualità che nessuna proprietà straniera realisticamente può avere…
    GLR

  16. STEFANO // 11 febbraio 2019 a 15:35 //

    Sono milanista e sono nato dopo lo sbarco sulla luna. Ma una lacrimetta è scesa anche a me… Quella vostra cavalcata da record nella 1989, oltre a farmi tornare alla mente dei bei momenti “europei”, mi ricorda l’atmosfera dei veri derby. Quelli di Baresi “contro” Zenga, Maldini contro Bergomi..e Berti contro tutto il milan. Derby in cui non c’era la Tv..Davvero dei bellissimi momenti..

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